Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Dopo la prima serie dedicata alla sentenza della corte d’assise di Bologna che ha condannato all’ergastolo Paolo Bellini per la strage di Bologna, il Blog mafie pubblica una seconda serie che si concentra sul ruolo dei mandanti


Abbiamo in precedenza accenNato all’Anello o Noto Servizio, come servizio segreto non ufficiale della Repubblica negli anni della strategia della tensione. Gelli lo attribuisce a una personalità ancora in vita al tempo in cui vi allude. Il riferimento conduce univocamente alla figura di Giulio Andreotti. Dell’organizzazione spionistica denominata Anello si trovano riscontri nelle indagini bresciane del colonnello Giraudo e dell’ispettore Cacioppo.

L’Anello era un gruppo che coordinava gli apparati di sicurezza deviati. Nelle attività clandestine dell’Anello gli inquirenti bresciani si sono imbattuti più volte. L’espressione «noto servizio» era stata cripticamente adoperata da Mino Pecorelli. Esso originava da uomini del servizio segreto fascista diretto negli ultimi mesi della guerra dal generale Mario Roatta, considerato tra i criminali di guerra, fuggito poi in Spagna.

Era un gruppo di uomini senza scrupoli, che avevano fatto pratica anche infiltrandosi nelle formazioni partigiane. Nel dopoguerra il gruppo rimase in attività: cambiò nome, assumendo quello di Anello e mettendosi a disposizione dell’on. Andreotti, manifestando disponibilità alle operazioni "sporche".

Per la precisione va osservato che ad espressa domanda sull’esistenza di un qualche atto formale, una sentenza o qualche altro documento che ne attesti direttamente o indirettamente l’esistenza, Giraudo ne ha escluso l’esistenza dichiarando che "ufficialmente la struttura non esiste", ma ne è riscontrato l’impiego ufficiale in specifiche operazioni come il caso Cirillo ed è citata nella sentenza relativa. In generale viene richiamata in modo frammentario in altri episodi delittuosi che la vedono all’opera.

La sentenza "Albiani" richiama il Titta come collaboratore del Sismi, facendo riferimento al caso Cirillo. L’organizzazione era informale, lavorava ad "operazioni sporche", non poteva avere alcun riconoscimento ufficiale, benché la sua esistenza fosse nota.

Giraudo descrive la figura di vertice del Noto Servizio, Adalberto Titta, le attività e il ruolo, oltre che le circostanze della scoperta di questo raggruppamento, nonché le "operazioni sporche" che gli vengono attribuite (sequestro Cirillo, evasione Kappler, caso Moro).

Diamo per nota la vicenda sulla quale esistono recenti, accurate ricerche storiche. Titta era ufficialmente un collaboratore esterno del Sismi. Sui rapporti con la struttura e su come si sia instaurato il contatto, Giraudo riferisce di contrastanti dichiarazioni, more solito, dei vertici dei servizi.

Una delle informazioni più interessanti su questo versante consiste nella disponibilità da parte di Titta di utenze telefoniche riservate, a livello di basi militari e di basi Nato.

Per comprendere la mentalità degli ordinovisti e in generale quella degli apparati militari e dei servizi negli anni della guerra fredda, compresi gli anni 80 fino al 1991, il colonnello Giraudo descrive l’organizzazione e l’attività dell’Aginter press. La testimonianza lascia comprendere da dove nasca la determinazione anticomunista di questa organizzazione e delle corrispondenti italiane come Ordine nuovo, che con l’Aginter press aveva rapporti sin da prima di piazza Fontana.

Il fanatismo da un lato e la concezione sfrenata della c.d. Guerra psicologica, nella quale ogni mezzo era ammesso. Chi ha indagato per decenni sulle stragi e sui suoi protagonisti non ha esitazioni nel descrivere l’ambiente ordinovista in cui maturano le stragi e nel fornire un quadro di personalità dei soggetti coinvolti che li rende disponibili ad ogni azione considerata liberatoria contro il comunismo (ricordiamo le parole di Mario Tuti che parlava della strage come dell’areo da combattimento del "popolo"). È una digressione, ma è utile per comprendere l’approccio che occorre avere nell’affrontare i nostri temi.

Testimone Giraudo: "Faccio un piccolo intermezzo perché voi a Bologna avete un atto eccezionale. Il dottor Nunziata nel 1981 perquisisce Romano Coltellacci, un esponente di Ordine Nuovo della capitale importante. Nella casa che ha a L’Aquila, di famiglia romana facoltosa, ufficialmente fa il commercialista, nella casa che ha a L’Aquila, credo la squadra politica o la ... No, la Digos, c’erano già le Digos, la Digos di Roma sequestra una cartellina, siamo nel 1981.

Su questa cartellina c’è scritto, attenzione: "ON, Ordine Nuovo, guerra psicologica". Siamo nel 1966. Perché posso dirvi che è il ’66? Perché questa cartellina all’interno contiene due atti, una lettera in velina e una copia di originale, quindi Coltellacci scrive ad un Maresciallo, vi dico Maresciallo perché scrive "caro Maresciallo" e gli dice guarda che noi abbiamo preparato un libretto che si chiama "mani rosse sulle forze armate", per contrastare le infiltrazioni marxiste all’interno delle forze armate. Ma c’erano infiltrazioni ... No ma questi ... Stiamo parlando di gente malata, questi i rossi li vedevano dappertutto cioè tenete conto che questo apparato è quello che pedina Charlie Chaplin quando va in visita negli Stati Uniti perché faceva i film dove rappresentava la povera gente.

Quindi, quando recepite quello che io vi dico, stiamo parlando di persone che sono malate, vivono in un loro mondo che è il mondo della guerra fredda che è iniziata, non è una guerra che non esiste, no, è una guerra fredda guerreggiata cioè esiste, per quello poi adotteremo negli anni ’90 un altro termine che è quello di guerra asimmetrica perché non è più rispondente. E cosa gli scrive Coltellacci al caro Maresciallo?

Gli dice: guarda, abbiamo fatto questo libello stampato in centomila copie, centomila copie nel 1966, da pazzi! Gliene manda cinque con plico separato e gli chiede guarda, distribuiscilo ad ufficiali di provata fede e non ti dimenticare la base Nato, anche agli americani deve arrivare. Quell’altro gli risponde e gli dice guarda, ho ricevuto in ritardo perché stavo facendo delle attività in Sardegna, dei lanci missilistici in Sardegna quindi devo stare molto attento, il compito che tu mi chiedi è arduo perché devo evitare persone che fanno il doppio gioco ma non perché l’esercito pullulasse di marxisti ma perché c’era gente, c’era una catena I, c’era gente che poteva riferire perché l’informazione è un dato neutrale, io ti riferisco quello che accade poi tu fai la valutazione politica ma il dato è neutrale quindi io devo stare attento a chi li do, due copie le ho già date.

Per quanto riguarda gli americani, tranquillo, l’ho dato a un Colonnello della base di Vicenza. Nella lettera, è bellissima perché nella lettera il supposto Maresciallo, a meno che non sia un termine per nascondere qualcos’altro anche perché nella lettera Coltellacci gli dice "dallo" e quindi il soggetto ha già ricevuto, "dallo anche ad altri ufficiali", quali altri? Stai scrivendo a un sottufficiale! Quindi evidentemente c’è una copertura nello scrivere. ll soggetto arrivato alla fine della lettera si rende conto che gli ha garantito dei due ufficiali italiani ma non gli ha detto niente dell’americano, quindi gli dice: "Guarda, il Colonnello è dei nostri, è della cucaracha". La cucaracha sono la squadriglia aerea degli italiani che vanno a combattere nella guerra civile spagnola, quindi gli sta dicendo guarda che questo qua è nero come noi quindi stai tranquillo" (pag. 26).

La franchezza di Giraudo è disarmante e così non possiamo tralasciare di riportare una sua descrizione/valutazione di Aginter press, per comprendere i pensieri "profondi" che agitavano la volontà dell’estrema destra tra gli anni Sessanta e Settanta, una determinazione trasmessa dopo il 1975 a quelle organizzazioni come la P2 che ne avevano raccolto programmi, obiettivi e apparati preposti alla guerra psicologica, con l’unica variante della sostituzione del colpo di Stato con la conquista dello Stato dall’interno.

Sui Fogli d’Ordine, trovati in possesso di Gianluigi Napoli, il teste fornisce un’indicazione rilevante su ciò che le forze eversive dell’epoca, di destra e di sinistra, consideravano un nemico mortale da combattere senza esclusione di colpi: "il compromesso storico". I fogli d’Ordine sono un documento che prepara gli uomini di Ordine Nuovo alla guerra, ma trova puntuale riscontro in un documento trovato nelle mani di Marco Ballan, dirigente di AN, a conferma che le due organizzazioni marciano compatte, verso obiettivi comuni.

Il tema di quest’ultima parte della deposizione di Giraudo è nella continuità tra le regole e gli obiettivi del manuale di guerra rivoluzionaria di Aginter press, i fogli d’Ordine di Ordine Nuovo del 1978, a conferma dell’attualità di metodi e obiettivi.

Le risposte di Giraudo confermano come la strategia di Ordine Nuovo a fini anni ’70 non sia cambiata, ma si sia anzi arricchita di esperienza e punti agli stessi obiettivi:

Sostituto Procuratore Generale, Doti. Proto - Quello che volevo far emergere per la Corte è proprio questa continuità temporale tra il ’74, epoca in cui vengono rinvenuti i manuali di Aginter Presse i fogli d’ordine del ’78 che hanno lo stesso contenuto, c’è una continuità temporale che appare evidente proprio dal contenuto dei due manuali.

Testimone Giraudo - Certo, il ’78 è un anno in particolarissimo. Lei non deve vedere una casualità ne/ fatto che i due fogli d’ordine sono marzo e maggio. In Italia stava avvenendo qualcosa di molto particolare e la destra ... Guardate che nelle ... Se voi leggete il documento della Aginter Press, nel documento c’è scritto: "Attenzione, non va mai persa di vista la connotazione psicologica".

A loro non importa il numero dei morti, se sono settanta, ottantadue, non gli interessa, quello che conta è l’effetto psicologico di quell’azione. E non dovete ... Mi perdoni eh, stiamo (inc.) loro. Non va pensato nel mille novecento ... lo mi ricordo i discorsi col dottor Grassi, "eh ma caspita, un colpo di stato nel 1980". No! Andate a vedervi il ’92 - ’93 quello che dichiarano i pentiti di mafia, alcuni pentiti di mafia, guardate che il progetto era di creare una Sicilia offshore, indipendente. Siamo nel 1992. I pazzi fanno cose da pazzi. Non importa quello che crede lei razionalmente, conta quello che credono loro.

Un passaggio importante, forse trascurato in dibattimento ma segnala, con l’urgenza dell’investigatore che è penetrato nei recessi profondi dell’eversione, come la nostra storia non sia una stratificazione di eventi diversi, legata a epoche storiche diverse, ma presenta una continuità ininterrotta di un progetto che va modificandosi, ma non è stato mai abbandoNato, quello di trasformare l’Italia in un paese a democrazia limitata.

Il tema è dunque la continuità tra gli anni ’60 e ’70 fino al 1980 e dopo, fino ai nostri tempi. Giraudo lo spiega bene:

Testimone Giraudo - Quello che voi dovete cogliere, pensate a quella gente lì, quindi un Fachini, un Freda, un Ventura nel ’69 e pensate il carabinierino per la maggior parte del sud, il poliziotto del sud nel ’69 che deve lavorare contro delle forze che dietro non solo hanno un’Intelligence ma hanno una nazione che è nostra alleata cioè il piano era assolutamente ... C’era una differenza abissale tra le potenzialità offensive messe in atto dal nostro alleato e le potenzialità difensive delle nostre Forze di Polizia e della nostra Intelligence.

Ma ancora negli anni ’90 le assicuro che leggere il documento della Aginter Press che risale a trent’anni prima, io stavo al ROS, avevo altri colleghi ma quello era un mondo completamente ... Cioè non riuscivano a capire quello che c’era scritto, è un mondo diverso, stiamo parlando di Intelligence e il reclutamento guardate che era fatto bene cioè come vi ho detto l’altra volta, il Fachini è figlio di cotanto padre, il Digilio è figlio di cotanto padre cioè c’era tutto un modus operandi, un protocollo di lavoro che era nettamente superiore al nostro. Altro che lottizzazione, posto di lavoro per i dipendenti, i figli dei dipendenti pubblici, e noi quello facciamo e quegli altri fanno la guerra. Presidente - Comunque Colonnello, il progetto della destra in due parole non me l’ha ancora detto.

Testimone Giraudo -Il progetto della destra, vista l’attività della sinistra, era ... Siccome la guerra non è ... Perché non è un problema di affinità ideologica cioè alcuni Carabinieri, alcuni appartenenti all’esercito erano vicini a quelli di destra per affinità ideologica, no, questo vuol dire non avere capito nulla. Esiste proprio una struttura occulta, non è un ’affinità ideologica perché l’affinità ideologica non ti porta a una tale sistematicità e organizzazione. Le Brigate Rosse hanno dato un colpo al cuore dello Stato? Perfetto. È lo stesso Stato che combattiamo noi, difatti scrivono nel foglio d’ordine 1, "tregua armata con la sinistra", quindi la guerra è contro lo Stato, smettiamola di farci la guerra tra di noi.

La tesi di Giraudo è suggestiva e dà una lettura nuova delle evidenze processuali e della storia. Dietro la strage vi è un progetto di lungo periodo che vede coinvolte forze apparentemente avverse, ma accomunate dall’avversione per la democrazia e la Costituzione Repubblicana.

Dietro le azioni degli operativi una "struttura occulta" che strumentalizza le diverse forze per un obiettivo unico. Tale struttura occulta nel 1980 è la P2.

Sui Fogli d’Ordine, cioè sul manuale di condotta del militante di Ordine Nuovo ha deposto Gianluigi Napoli. Ha precisato che aveva frequentato Giovanni Melioli di Ferrara, legato all’organizzazione veneta e romana di ON che egli considerava coinvolta nelle stragi a partire da piazza Fontana.

Il sequestro avvenne nel 1978 e la sua convinzione che la vecchia destra fosse coinvolta nelle stragi riguardava Freda, Fachini, Signorelli, De Felice e Semerari. Ha ricordato che gli erano stati presentati come un mutamento di linea rispetto alla fase stragista dei primi anni Settanta; in realtà l’azione stragista continuò nel 1979 - ’80 con la notte dei Fuochi di Rovigo, gli attentati alle sedi della DC e della Questura, quello alla Camera del lavoro. I primi due avevano puntuale carattere di provocazione perché si inserivano nel contesto di attentati dell’Autonomia padovana, con la quale Melioli aveva stipulato un patto tacito d’azione, tant’è che alcuni attentati furono rivendicati dalla sigla ambigua di Movimento Rivoluzionario Popolare, che era in realtà, come sappiamo, la sigla con la quale erano rivendicati gli attentati di Costruiamo l’azione.

Altro attentato progettato era quello ai danni di Tina Anselmi nella sua casa di Castelfranco Veneto, prima del 2 agosto. Arrestato in agosto per la strage, fu detenuto con Pierluigi Scarano, fedelissimo di Signorelli, che era in gravissima crisi di coscienza, avendo saputo che Signorelli aveva partecipato a diverse cene con Gelli e con uomini della P2. Addirittura, a una di queste cene aveva partecipato un uomo di fiducia di Signorelli, Valerio Fioravanti.

Le rivelazioni di Scarano comprendevano anche frequenti incontri di Semerari a casa sua con uomini dei servizi segreti, circostanza della quale Scarano si doleva perché avrebbe "dovuto aprirgli gli occhi". Il quadro delle complicità di cui parlava Scarano a proposito di Signorelli era amplissimo e comprendevano il Procuratore della Repubblica di Roma e uomini della massoneria. Nell’ambiente giovanile della destra Semerari era considerato in rapporti con i servizi. I giudizi su Semerari circolavano durante la detenzione.

Napoli è quindi un collaboratore molto particolare perché dall’interno dell’universo della destra, raccogliendo confidenze in carcere dai diversi protagonisti delle vicende stragiste degli anni ’70 e dopo avere acquisito la fiducia e la confidenza per il suo silenzio, nonostante non fosse stato un militante ma un semplice simpatizzante, una persona semplice, un operaio, giunge alle conclusioni del principale investigatore sulle stragi, il colonnello Giraudo. […] Altro attentato con esplosivo prima del 2 agosto fu alla sede del Gazzettino di Venezia e in quel caso morì un "metronotte" che si era avviciNato alla "pentola".

Direttamente su Bologna apprese da Melioli che a Roma nell’ambiente si diceva che l’attentato era stato commesso da Fioravanti per la sua personalità e per i rapporti che aveva avuto con la P2. Un’indicazione da cui si evince come la P2 negli ambienti della destra fosse vista con un ruolo equivalente a quelli degli apparati segreti che avevano sviluppato la strategia della tensione (gli stati maggiori del golpe Borghese, della Rosa dei Venti, dell’organizzazione di Sogno e in generale gli apparati dei servizi in contatto con gli americani). Nella seconda parte degli anni ’70 ancora una volta, la strategia stragista fa capo, nella mente dei protagonisti e di quanti vi erano coinvolti, sempre e unicamente alla P2.

Perché non vi siano incertezze riportiamo quanto riferisce Napoli, per averlo saputo dal diretto interessato, delle competenze tecniche di Fachini in materia di esplosivo:

Sostituto Procuratore Generale, Dott. Proto -Andiamo a un altro argomento. La gestione delle armi e dell’esplosivo, Fachini le disse qualcosa sulla sua attività, sulla sua abilità e sui suoi collegamenti, in carcere?

Testimone Assistito Napoli - Disse parecchie cose, parecchie cose, solo che debbo far riferimento all’interrogatorio perché nei dettagli non mi ricordo. Sostituto Procuratore Generale, Dott. Proto - Allora, 5 dicembre ’85, conferma i precedenti interrogatori, dice: "Quando con Fachini, nel periodo di comune detenzione si parlava delle tecniche da questo utilizzate per la modifica delle armi da sparo, egli portò anche il discorso sulle modalità di confezionamento degli esplosivi".

Testimone Assistito Napoli - Col doppio innesco.

Sostituto Procuratore Generale, Dott. Proto - Esatto. Riferisca allora visto che se lo ricorda. Cos’è questo doppio innesco?

Testimone Assistito Napoli - Lui parlava di doppio innesco perché essendo esplosivo sordo, aveva bisogno di due detoNatori per farlo esplodere completamente.

Sostituto Procuratore Generale, Dott. Proto - Quindi questo fatto è un fatto che lei apprese da Fachini direttamente?

Testimone Assistito Napoli - Da Fachini direttamente.

Sostituto Procuratore Generale, Dott. Proto - Si ricorda anche se Fachini le disse dove veniva recuperato questo esplosivo?

Testimone Assistito Napoli - Lui parlava di laghetti . ... "Mi spiegò altresì Fachini parlando di attentati nel Veneto e Rovigo, che era stato adoperato dell’esplosivo recuperato sott’acqua, proveniente da granate. Mi spiegò che aveva ricevuto da Digilio il consiglio di mettere un doppio innesco per favorire l’esplosione totale dell’esplosivo sordo e per evitare che lo stesso deflagrasse solo parzialmente. Quando parlo in termine di esplosivo sordo, mi riferisco proprio a quello che è poco adatto a un ’esplosione totale". Conferma queste dichiarazioni?

Testimone Assistito Napoli- Confermo.

Napoli conferma di avere dato precise indicazioni su come recuperare esplosivo in queste località.

La testimonianza di Napoli conferma molte delle indicazioni fornite dal colonnello Giraudo sulla situazione vissuta nell’area della destra eversiva ali’ alba del 1980, come abbiamo visto.

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