Procedimenti penali, istruiti o definiti a metà degli anni Sessanta, dei quali già si è fatto cenno, provano che, già fin da allora, i legami tra le tre organizzazioni, anche se meno intensi, sussistevano ed erano caratterizzati da attività di contrabbando e, in misura minore, da altri illeciti (sequestri di persona)
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci de “L’illegalità protetta”, il libro edito per la prima volta nel 1990 e ristampato nuovamente da Glifo Edizioni, dedicato a Rocco Chinnici e ai giudici del pool antimafia
IV. La mafia, come si è accennato, vive oggi i suoi momenti migliori. Pur dilaniata, da un anno a questa parte, da contrasti interni sfociati in oltre cinquanta omicidi (nel numero non sono compresi gli omicidi cosiddetti comuni e le «lupare bianche»), continua l’attività sia della produzione che del commercio di sostanze stupefacenti.
La scoperta del laboratorio per la trasformazione della morfina base in eroina, avvenuta nella periferia della città nel mese di febbraio del corrente anno, costituisce la prova del fatto che gruppi mafiosi, malgrado l’azione della polizia e della magistratura, non desistono dalla attività criminosa, fonte di ingenti profitti.
I processi in corso d’istruzione, oltre a quelli già definiti, hanno messo in luce una realtà che, se pure talvolta segnalata, non era stata sufficientemente provata; si tratta dei collegamenti tra i gruppi mafiosi siciliani e quelli calabresi e napoletani. Già in passato, con riferimento alle associazioni mafiose dedite al contrabbando di tabacchi lavorati esteri, si era parlato di siffatti collegamenti. Alcuni procedimenti già definiti in istruzione (Spatola Rosario + 119, sentenza del giudice istruttore dott. Falcone del 25 gennaio 1982), altri in corso di istruzione (La Mattina Nunzio + 40, Mondello Girolamo + 18) provano, in modo inequivocabile, che esistono strettissimi legami tra le organizzazioni mafiose delle tre regioni; dimostrano, anche, che tali organizzazioni, nella produzione e nel commercio dell’eroina, sono in rapporto con le organizzazioni internazionali, segnatamente con le famiglie mafiose d’origine siculo-calabro-napoletana, destinatarie dell’eroina prodotta in Sicilia e in Calabria ed operanti negli USA e nel Canada.
Si è detto e si continuerà ad affermare da parte degli imputati delle tre regioni, nei confronti dei quali attraverso intercettazioni telefoniche e accertamenti presso istituti di credito è stato possibile accertare l’esistenza di rapporti, apparentemente leciti, che nessun legame, se non quello di affari, esiste ed è mai esistito tra loro; se è vero – come è stato provato (v. sentenza Falcone, p. 534 e sgg.) – che Salvatore Inzerillo, ucciso, come è noto, a colpi di kalashnikov in un suo cantiere edile di Palermo, nel momento in cui usciva dall’autovettura blindata, costruiva ville ed edifici, unitamente a Luigi Gambino, a Francesco Mazzaferro e a Natale Anello, questi ultimi due calabresi, nella zona di Sauze d’Oulx (Bardonecchia), che, in diversi processi in corso d’istruzione, assegni bancari e circolari per centinaia di milioni – forse anche di miliardi – emessi a Napoli e in Calabria sono stati negoziati a Palermo da appartenenti ad associazioni mafiose, può ritenersi soltanto semplice espediente difensivo il voler negare l’esistenza dei rapporti concreti sicuramente illeciti tra i gruppi mafiosi delle tre regioni, con i collegamenti nelle città industrializzate, Torino e Milano in modo particolare, o farli apparire del tutto leciti.
E sempre a proposito dei rapporti tra camorra, ’ndrangheta e mafia, non è senza significato che i più grossi nomi del contrabbando napoletano di tabacchi lavorati esteri, con i potenti mezzi finanziari di cui dispongono, figurano quali protagonisti nelle due inchieste di mafia e droga che stanno per essere condotte a termine presso l’Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo (Mafara Francesco + 24, Macaluso Joseph + 9) e in altri che, preso l’avvio presso la Procura della Repubblica di Roma sono state trasmesse a Palermo per competenza territoriale.
D’altra parte, deve essere posto in rilievo che non è solo il filone d’oro dell’eroina che ha determinato lo stretto collegamento fra le tre associazioni criminose.
Procedimenti penali, istruiti o definiti a metà degli anni Sessanta, dei quali già si è fatto cenno (Garofalo Francesco + 20, Davì Pietro + 106) provano che, già fin da allora, i legami tra le tre organizzazioni, anche se meno intensi, sussistevano ed erano caratterizzati da attività di contrabbando e, in misura minore, da altri illeciti (sequestri di persona).
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