Il 23 settembre 1963 venivano tratti in arresto a Milano gli imputati Alberti Gerlando, Messina Calogero e Schillaci Salvatore, colpiti da mandati di cattura. L’arresto veniva eseguito in un locale malfamato frequentato da pregiudicati meridionali..
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Da oggi – per circa un mese – pubblichiamo sul Blog mafie l’ordinanza di rinvio a giudizio “Torretta+120”, che ricostruisce dinamiche e omicidi della mafia di Palermo
Tramite la Squadra Mobile della Questura di Milano si accertava che gli imputati Troia Mariano e Matranga Antonino avevano trasferito la loro residenza in quella città sin dal 19 aprile 1963. I due avevano successivamente abbandonato Milano, fin dal mese di luglio, senza farvi più ritorno.
Il 23 settembre 1963 venivano tratti in arresto a Milano gli imputati Alberti Gerlando, Messina Calogero e Schillaci Salvatore, colpiti da mandati di cattura. L’arresto veniva eseguito in un locale malfamato frequentato da pregiudicati meridionali e tanto il Messina che l'Alberti venivano trovati in possesso di documenti di identità falsi. In particolare la patente di guida della quale era in possesso l'Alberti Gerlando risultava rilasciata dalla Prefettura di Palermo al nome di Procida Salvatore, nato a Palermo il 18/9/1927. Tanto il Messina che l'Alberti avevano confessato di avere ottenuto dietro compenso i documenti di identificazione falsi da persone che non sapevano indicare.
In occasione del loro arresto veniva accertato che anche Urrata Ciro da Palermo, sorpreso nello stesso locale, era munito di carta d'identità falsa. A carico dell'Urrata Ciro si procedeva separatamente.
Il 5 ottobre 1963 gli imputati Cavataio Michele a Taormina Antonino venivano tratti in arresto in una casa che avevano preso in affitto, tramite certo Cordò, in cui avevano apprestato un nascondiglio ben occultato. Il Cavataio ed il Taormina erano stati trovati in possesso di armi e di radiotelefoni portatili per comunicare con l'esterno.
Con rapporto del 31 agosto 1963 il Nucleo Polizia Giudiziaria dei Carabinieri di Palermo riferiva in merito alla personalità di Troia Mariano, di Matranga Antonino e di Nicoletti Vincenzo, ponendo in evidenza la loro qualità di vecchi mafiosi e gli intimi rapporti che gli stessi avevano con altri mafiosi. Infatti in occasione di una perquisizione effettuata nel domicilio del Troia e del Matranga in Milano era stata sequestrata una rubrica telefonica, nella quale erano annotati i numeri telefonici delle persone con le quali i due tenevano rapporti, ed in particolare quelli di Panno Giuseppe, Cimò Antonino, i Greco dei Ciaculli e Sorci Antonino.
Venivano accertati i frequenti incontri e le relazioni tra Diana Bernardo ed alcune delle persone denunziate ed in proposito i verbalizzanti riferivano con rapporto del 14 ottobre 1963.
La Squadra Mobile presso la Questura di Milano accertava che la patente di guida della quale era stato trovato in possesso l'Alberti Gerlando, pur essendo intestata a Procida Salvatore, risultava rilasciata a Catalano Salvatore, nato a Ciminna il 28 agosto 1933. Tanto il Procida Salvatore che il Catalano Salvatore erano uniti da vincoli di solidarietà criminosa con l'Alberti; il Procida, in particolare, il 7 febbraio 1962 era stato fermato in Palermo unitamente all'Alberti Gerlando e ad
Urrata Ciro. Catalano Salvatore aveva frequentato la città di Milano qualche giorno prima dell'arresto dell'Alberti, unitamente agli imputati Fiorenza Vincenzo e Camporeale Antonino. Egli aveva denunziato lo smarrimento della patente qualche mese prima, ma il documento rinvenuto in Milano nel mese di gennaio 1963 gli era stato restituito.
Si procedeva anche contro Procida Salvatore e Catalano Salvatore, per associazione per delinquere aggravata e nei loro confronti veniva emesso mandato di cattura.
Il 7 Novembre 1963 veniva tratto in arresto in Messina l'imputato Camporeale Antonino. Per sottrarsi alla esecuzione del mandato di cattura egli era stato aiutato da Garofalo Rosario, Vinciguerra Armando e Balasco Concetta che gli avevano dato ospitalità. Contro costoro si iniziava procedimento penale per i reati loro ascritti in rubrica.
Il 9 settembre 1963, durante la ricerca dei latitanti Greco, in casa di Greco Girolama venivano rinvenute armi e munizioni nonché documenti dai quali risultava la frequenza di relazioni tra Greco Salvatore, Greco Paolo e Greno Nicola, con Marchese Ernesto, Diana Bernardo, Sorci Antonino ed i fratelli Prestifilippo
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