Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci delle motivazioni della sentenza di secondo grado sul processo Montante


Il giudice di primo grado, oltre a ricordare le dichiarazioni di Cicero circa le minacce di Montante di avere informazioni privilegiate e di essere in condizione di utilizzarle contro chi volesse avversarlo, valorizzava le risultanze della perquisizione nella c.d. "stanza segreta" di contrada Altarello; quindi esaminava partitamente le ragioni per le quali, per ciascuno dei soggetti dei quali Graceffa su richiesta di Di Simone e De Angelis aveva estratto informazioni riservate, il Montante poteva avere motivi di astio o propositivi ritorsivi.

In particolare:

Nicolò Marino, dopo essere stato nominato assessore regionale all'Energia nella Giunta Crocetta, pure sostenuta da Montante, aveva manifestato l'intenzione di superare il sistema oligopolistico di gestione delle quattro discariche di rifiuti, gestite da privati (tra i quali le imprese di Giuseppe Catanzaro, vicino al gruppo confindustriale siciliano) con autorizzazioni ritenute da Marino illegittime. Egli ha riferito ai P.M. della strenua opposizione che incontrò da parte degli ambienti più vicini a Montante, anche all'intemo della Giunta, quando mise in atto il suo progetto di recupero dell'intervento pubblico rispetto all'egemonia dei privati, soprattutto dopo le sue iniziative per ripristinare le pregresse attribuzioni del suo assessorato in materia di rilascio di Autorizzazioni Integrate Ambientali, che fino ad allora erano state lasciate in mano all'assessorato Territorio e Ambiente.

I contrasti di Marino con Crocetta, con il sen. Giuseppe Lumia e con gli esponenti di Confindustria si erano acuiti nel corso del 2013, quando furono effettuati i primi accessi abusivi su Marino. Quest'ultimo ha riferito che nell'ottobre del 2013 aveva avuto un incontro con Montante, Ivanohe Lo Bello e il sen. Giuseppe Lumia in un albergo catanese, nel corso del quale Montante aveva affermato di essere pronto anche ad affrontare una guerra a colpi di dossier. E Cicero ha riferito di avere appreso in quel periodo da Catanzaro che Montante disponeva di un video sulla vita privata di Marino, che era pronto ad utilizzare contro di lui.

Le ricerche sull'ex assessore e sui suoi familiari erano poi avvenute il 7.7.2016, dopo una sua intervista al quotidiano "La Sicilia" del 13.3.2016 in cui parlava negativamente del "sistema Montante". Gli accessi alla banca dati avevano ad oggetto anche le autovetture nella disponibilità di Marino; e il 14.6.2016 Montante e Catanzaro (le discariche del quale Marino intendeva sottoporre a controlli per segnalate irregolarità) discutevano di cercare il numero di targa della macchina dell'ex assessore.

Su un post it incollato su un articolo del 22.10.2015 a firma di Francesco La Licata, rinvenuto nella "stanza segreta" di Montante, Marino e il suo difensore Colonna, venivano indicati in una

prospettata filiera così descritta:

"La mafia di Di Vincenzo Madonia

Ha utilizzato: Genchi Marino Colonna Venturi/Cicero"

Gaetano Armao e Giulio Cusumano, il primo assessore ali 'Economia nella Giunta Lombardo e il secondo vice presidente dell'Azienda Siciliana Trasporti (AST) s.p.a., poi divenutone presidente di fatto a seguito delle dimissioni del Presidente Lo Bosco, si erano opposti ad progetto di fusione dell'Azienda con una sua partecipata, la Ionica Trasporti. Il 49% del capitale sociale della Ionica trasporti era detenuto dalla MSA s.p.a. di Montante e la fusione avrebbe comportato l'acquisizione di una pur piccolissima percentuale delle quote dell'AST da parte del socio privato; piccolissima ma comunque sufficiente a conferire diritto di prelazione in caso di privatizzazione dell'AST, che disponeva tra l'altro di un ingente patrimonio.

Armao inoltre si era opposto ad un progetto di acquisizione dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese da parte di una società non avente sede in Sicilia, la “D.R”, che per l'operazione avrebbe pure dovuto beneficiare di un finanziamento da parte dell'IRFIS.

Il progetto era sostenuto da Montante e Lumia ma Armao fece avviare dei controlli molto rigorosi e manifestò la sua contrarietà alla cessione con rilevanti agevolazioni e sostegni finanziari in favore di società extrainsulari.

L'interesse per l'acquisizione dell'ex stabilimento di Termini Imerese da parte di Montante si ricava dal ben noto file excel e dalle annotazioni in esso contenute; nel quale si trova anche il riferimento ad incontri tra maggio e giugno 2014 con Augusto Forenza (Presidente del Consiglio di amministrazione della GRIFA, società interessata all'acquisto), con Giancarlo Tonelli (titolare della Walking World, società che faceva da consulente alla GRIF A), con Alberto Zucchelli (rappresentante della Elettra Progetti e servizi s.p.a.) e con Maurizio Dorigo, tutti soggetti impegnati in queste trattative. E sul conto di alcuni di essi risultano effettuati accessi da Graceffa.

Anche sul conto di Armao l'accesso alla banca dati SDI avviene il 2.4.2013 un mese dopo la pubblicazione di un articolo critico nei confronti del Montante sul giornale "Repubblica", sulla pagina del quale l'imprenditore di Serradifalco aveva appuntato "firmato Armao'', evidentemente ritenendolo l'ispiratore.

Cusumano aveva riferito di avere ricevuto da Montante ma anche da Lombardo e da altre due persone rimaste ignote l'avvertimento che se avesse insistito nell'opporsi ai disegni del gruppo di Confindustria sarebbero state divulgate notizie sulle sue parentele con esponenti mafiosi e soprattutto sarebbe circolato un video che avrebbe disvelato con immagini imbarazzanti la sua omosessualità e la sua propensione a condotte sessualmente devianti.

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