L’arresto avvenuto a Palermo del medico francese Andr Bousquet, di Dominique Quilichini, di Pietro Doré, di Jean Claude Ranem, imputati, unitamente a Gerlando Alberti e altri mafiosi siciliani, di produzione e di traffico di eroina [...] avvalora la tesi di coloro i quali sostengono che oggi il centro principale degli interessi mafiosi internazionali sia costituito da...
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci de “L’illegalità protetta”, il libro edito per la prima volta nel 1990 e ristampato nuovamente da Glifo Edizioni, dedicato a Rocco Chinnici e ai giudici del pool antimafia
VI. Valutando attentamente le indicazioni che provengono dai procedimenti penali passati al vaglio del giudice e ai quali si è fatto cenno, si può affermare, senza tema di smentita, che oggi le associazioni mafiose (camorra e ’ndrangheta comprese) hanno assunto un ruolo assai importante anche nell’ambito della criminalità organizzata internazionale.
In proposito, la sentenza istruttoria del giudice Falcone così come quella emessa nei confronti di Sollena Salvatore + 24, costituiscono un punto fermo, dimostrativo della potenza e della espansione del fenomeno criminale siculo-calabro-napoletano, oltre che in campo nazionale, anche in quello internazionale.
«La multinazionale della droga» non è espressione giornalistica né è priva di significato. Le indagini condotte da Falcone, in particolare, hanno messo in evidenza i legami della mafia siciliana e di quella calabrese e napoletana e dei gruppi che operano nell’Italia del Nord, con trafficanti di eroina e di armi belgi francesi, mediorientali; hanno fornito conferma al fatto che le potenti famiglie che operano negli USA e nel Canada e che provengono in massima parte dalla Sicilia occidentale, con particolare riferimento ai traffici illeciti di eroina, sono in posizione di dipendenza rispetto alle associazioni mafiose dei paesi di origine, specie dopo che il centro di produzione dell’eroina si è spostato dalla Francia meridionale a Palermo e fors’anche in Calabria e nel napoletano.
L’arresto avvenuto a Palermo del medico francese Andr Bousquet, di Dominique Quilichini, di Pietro Doré, di Jean Claude Ranem, imputati, unitamente a Gerlando Alberti e altri mafiosi siciliani, di produzione e di traffico di eroina a seguito della scoperta di un laboratorio per la trasformazione della morfina base in eroina avvenuta nell’agosto del 1980 in un comune del palermitano, avvalora la tesi di coloro i quali sostengono che oggi il centro principale degli interessi mafiosi internazionali sia costituito dai laboratori clandestini installati in Sicilia; l’Isola, al centro del Mediterraneo, in posizione strategica, è anche punto di smistamento e di produzione clandestina di armi, attività quest’ultima che vede interessate le organizzazioni mafiose che operano in stretto rapporto con i trafficanti internazionali.
È questo un capitolo inedito e nuovo intorno al quale si sa ben poco; pur se da qualche tempo si parla di rapporto tra associazioni mafiose e gruppi eversivi sia di destra che di sinistra operanti anche all’estero, a livello giudiziario in Sicilia non risultano elementi di certezza con riferimento a tali rapporti.
È assai probabile che i gruppi mafiosi siano interessati a rifornire di armi le organizzazioni eversive; ciò, però, al solo ed esclusivo scopo di lucro dal momento che, come è stato storicamente accertato, la mafia non ha mai avuto credo politico.
Se qualche volta, in passato, essa ha preso apertamente posizione, così come è avvenuto nel 1943, quando aderì al movimento separatista siciliano, ciò non può essere interpretato in chiave politica bensì in funzione semplicemente utilitaristica; la validità di siffatta tesi non può essere posta in discussione.
Se si considera, infatti, che il movimento separatista ebbe la durata di qualche anno e che già alle prime elezioni regionali la mafia era transitata nel MIS (Movimento Indipendentista Siciliano) di tendenza autonomista e in taluni partiti cosiddetti «unitari», si deve pervenire alla conclusione che in Sicilia la mafia sta dalla parte del potere, lo permea, spesso lo condiziona, per trarre dal rapporto con esso il maggior vantaggio possibile.
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