Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci delle motivazioni della sentenza di secondo grado sul processo Montante


In realtà i contenuti dei documenti non rinvenuti risultavano annotati in successione in un file excel nella disponibilità di Montante e nascosto all'interno di una stanza segreta della sua casa di Serradifalco, dove fu effettuata una perquisizione.

In particolare gli inquirenti avevano proceduto alla perquisizione dell'abitazione di Serradifalco di Montante il 22.1.2016 e avevano rinvenuto al piano seminterrato una stanza, ricavata alle spalle di una libreria che poggiava su una porta blindata di accesso ad un vano pieno di materiale cartaceo e di documenti informatici; tra questi anche un file excel che riepilogava tutti i dati contenuti in altri files.

II file excel era denominato "copia di appunti in ordine cronologico (Ordinati 11.11.2015) Rev (version I)" e si trovava all'interno di un pc portatile marca HP Pavillon; il pc si trovava nella stanza nascosta dalla libreria e scoperta dagli investigatori autonomamente senza che alcuno dei collaboratori la segnalasse.

Il file era protetto da una password di accesso ("GATTO") ed era stato scoperto perché un improvviso stallo del sistema excel durante le verifiche degli investigatori ne aveva generato una copia poi recuperata con una complessa operazione dal "cestino".

La versione acquisita risultava redatta in epoca prossima al 14.11.2015 (epoca in cui risulta effettuata l'ultima annotazione).

Nel documento erano presenti diverse cartelle. In una denominata "TUTTI" erano annotati con cadenza giornaliera incontri, pranzi e avvenimenti vari con i più diversi soggetti delle istituzioni, dell'amministrazione della giustizia, degli apparati investigativi, della politica e del mondo economico-imprenditoriale.

Vi erano poi altre cartelle denominate rispettivamente "CURRIC.PER SEN", "TEL SEN", "SMS SEN", i cui contenuti apparivano riconducibili a segnalazioni di nominativi per i quali attivarsi al fine di fare ottenere occupazioni lavorative, promozioni o trasferimenti; alcune annotazioni riportavano indicazioni specifiche riguardo date o orari di telefonate fatte o ricevute; molte altre sono prive di ulteriori elementi che possano confermare l'effettiva iniziativa di interessamento cui sembra alludere la sigla "SEN". Altre cartelle erano dedicate a singole persone: una denominata "TOTO" riguardava Salvatore Alaimo, una denominata "DF" il collaboratore di giustizia Dario Salvatore Di Francesco, altre ancora denominate "Cicero", "Venturi", "Bolzoni", "Lo Bello" a ciascuno di tali soggetti.

Infine una cartella denominata "CALOGERA TELA" conteneva la trascrizione di una telefonata tra Linda Vancheri e il giornalista Attilio Bolzoni.

Dall'intercettazione ambientale di un colloquio tra Vincenzo Mistretta e Carmela Giardina, collaboratori di Montante, avvenuta il 9.9.2015, il gup traeva il convincimento che la compilazione o la risistemazione di quegli elenchi era avvenuta di recente su richiesta dello stesso Montante, dopo la pubblicazione il 9.2.2015 dell'articolo dei giornalisti Viviano e Bolzoni su “Repubblica” riguardante le indagini per reati di mafia a carico dell'imprenditore di Confindustria.

Tra le annotazioni del sopra citato file excel ve ne era una in data 9.2.2015 (giorno della pubblicazione dell'articolo di Viviano e Bolzoni), nella quale si appuntava che dopo l'articolo vi era stata una visita da Rosario AM (Amarù) per prelevare una serie di documenti associativi su ammissioni e dimissioni soci del 1998, su elenco associati e schede voto e su verbali di organi associativi del 2002, del 2004, del 2005, del 2012 e del 2013.

Infine dalla documentazione relativa alla domanda di adesione avanzata il 24.3.2000 ad Assindustria da parte di DI.EFFE Servizi di Di Francesco Felicia & c. s.n.c., formalmente intestata alla moglie di Amone, e dalle dichiarazioni di Venturi e Tornatore, il gup traeva il convincimento che Montante aveva fatto pressione su Venturi e Tornatore perché facessero da soci presentatori ad Arnone e gli consentissero l'accesso all'organizzazione, circostanza che entrambi avevano riferito, sebbene Tornatore sosteneva di avere ricevuto rassicurazioni dal Venturi che gli aveva spiegato che Vincenzo Amone era stato il testimone di nozze di Montante, mentre Venturi negava questa circostanza sostenendo anche che all'epoca non sapeva nemmeno che Amone fosse stato il testimone di nozze di Montante.

Il contrasto, secondo il gup, non poteva assumere rilievo perché in realtà Venturi aveva negato questa circostanza solo nel verbale del 21.5.2015 e quindi prima della sua decisione di fornire ampia collaborazione agli inquirenti, cosa che avvenne a partire dal 17 .9.2015 quando Venturi si presentò in Procura per rendere più ampie dichiarazioni e tra l'altro ammise di essersi avvalso delle imprese di trasporti facenti capo ad Arnone.

Il gup rileva che nel file excel sequestrato nel piano seminterrato di Montante è annotato l'evento dell'adesione della DI.EFFE Servizi con la precisazione a margine che la ditta è "oggi mafiosa", mentre le accuse di Leonardo Messina erano già note dal 1995.

© Riproduzione riservata