Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Dal 29 luglio è iniziata la prima serie dedicata alla sentenza della corte d'assise di Bologna che ha condannato all'ergastolo Paolo Bellini per la strage di Bologna e ha squarciato il velo su alcuni mandanti.


È la strage che chiude un'epoca e ne apre un'altra. Bologna, 2 agosto 1980, una valigia abbandonata, una bomba, una sala d'aspetto affollatissima. Quasi tutti in partenza per le vacanze, tantissimi i bambini. L'inferno: ottantacinque morti e più di duecento feriti.

È l'attentato terroristico con simboli drammatici conservati ancora oggi, l'orologio fuori dalla stazione sempre fermo all'ora dell'esplosione - 10,25 - e l'autobus - il numero 37 - che quel giorno trasportava senza sosta i cadaveri all'obitorio.

La strage di Bologna per molto tempo è stata l'unica ad avere avuto, nonostante un tortuoso procedimento giudiziario, gli esecutori materiali condannati in via definitiva all'ergastolo: Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Loro - tutti e due esponenti dei NAR, i nuclei armati rivoluzionari, un gruppo neofascista responsabile di decine di rapine e omicidi a partire dalla seconda metà degli Anni Settanta fino all'inizio degli Anni Ottanta – si sono sempre proclamati innocenti. Uno “spontaneismo armato” rivendicato per prendere le distanze da altri gruppi terroristici di estrema destra, in combutta qualche anno prima con apparati dello Stato. Ma proprio insieme a Fioravanti e Mambro, sono stati condannati anche Licio Gelli, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte (questi ultimi due ufficiali del Sismi, il servizio segreto militare) e il faccendiere Francesco Pazienza per aver depistato le indagini.

Nel 2007 è arrivata la condanna definitiva di Luigi Ciavardini, altro esponente dei Nar.

Nel 2020 in primo grado e nel 2023 in appello, è stato condannato all'ergastolo il “quarto uomo”, Gilberto Cavallini.

Nel 2022 in primo grado e nel 2024 in appello la condanna all'ergastolo per Paolo Bellini il terrorista fascista, killer della 'ndrangheta e amico di boss di Cosa Nostra.

Quest'ultima sentenza ha confermato non solo le responsabilità della destra eversiva ma ha disegnato un contesto più ampio. Il capo della P2, Gelli, viene individuato come mandante e finanziatore mentre fa emergere prepotente il ruolo di Federico Umberto D'Amato, l'uomo chiave dell'Ufficio Affari Riservati del Viminale. La strage doveva essere “utilizzata” non solo come un messaggio, ma anche come “risorsa” politica per stabilizzare.

Da oggi nel Blog Mafie inizia la prima serie dedicata alla sentenza della corte d'assise di Bologna che ha condannato all'ergastolo proprio Bellini e squarciato il velo su alcuni mandanti.

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