Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci delle motivazioni della sentenza di secondo grado sul processo Montante


Che Montante potesse acquisire informazioni e notizie riservate dagli ambienti investigativi, secondo Cicero, era cosa che lo stesso imprenditore di Serradifalco faceva intendere, mostrandosi a lui talvolta mentre faceva o riceveva delle telefonate con persone che gli riferivano dati che egli contestualmente si appuntava.

Inoltre nella "stanza segreta" erano stati rinvenuti documenti contenenti informazioni riservate.

Tra queste ad esempio una carpetta verde con su scritto "Confindustria Reggio Calabria" e con all'interno una cartellina con vari nominativi, 19 fogli di interrogazioni SDI relativi a tali soggetti e due fogli con la trascrizione di informazioni su denunce relative ad altri due soggetti provenienti pure dallo SDI o dalla consultazione di un fascicolo cartaceo degli uffici di polizia; le informazioni erano state acquisite con le credenziali di Graceffa in tempi diversi (26.4.2012; 16.11.2014; 18.11.2014).

In altra carpetta con su scritto "Confindustria Enna pres. ANCE = PIRRONE 44 edili" vi erano informazioni su Gildo Matera, Elisabetta Campanella, Vincenzo Pirrone e Gaetano Rabbito.

In altra carpetta vi erano informazioni su Antonino Grippaldi, già presidente di Confindustria Enna, entrato in rotta di collisione con Montante, e su Michele Bema Nasca. Su di loro Graceffa aveva effettuato interrogazioni tra novembre 2009 e aprile 2014.

Vi era poi un appunto manoscritto allegato alla visura camerale della società "Editoriale Centonove s.r.l.", con informazioni relative a Vincenzo Basso, Graziella Lombardo, Fulvio Cristina e Maria Eugenia Orlando. La società editoriale pubblicava il periodico "Centonove", nel quale il giornalista Gianpiero Casagni aveva scritto diversi articoli su vicende narrate come esempio di opacità che coinvolgevano Montante. Anche queste informazioni erano state acquisite grazie ad interrogazioni formulate da Graceffa il 4.10.2013 e il 9.12.2013.

Nel ben noto file excel con password d'accesso "GATTO", inoltre, erano raccolte precise informazioni sui trasferimenti e i permessi premio, relativi a Dario Di Francesco, racchiuse nella cartella "DF"; esse originavano dalla consultazione della banca dati SIDET effettuata da Graceffa l'11.6.2015.

Il 10.6.2015 Montante e Di Simone Perricone si erano incontrati presso la sede di Confindustria nazionale; alle ore 13,14 da un'utenza fissa di Confindustria era partita una telefonata verso la Prefettura di Milano, dove lavorava De Angelis. Subito dopo De Angelis con la sua utenza mobile contattava quella di Graceffa prima con un sms, alle 13,19, e poi una chiamata, alle 13,24. Alle 13,37 De Angelis faceva uno squillo al Di Simone, che a sua volta lo richiamava alle 13,37 all'utenza della Prefettura di Milano dall'utenza di Confindustria.

Altri contatti telefonici tra i due venivano rilevati nel pomeriggio e la sera alle 20,22 e alle 20,26 Montante chiamava Di Simone.

Il giorno dopo, prima che venisse effettuata l'interrogazione alla banca dati da Graceffa, Di Simone provava a contattare Montante ma poi quest'ultimo lo richiamava alle 11,31 e alle 11,44. Quindi Graceffa effettuava l'accesso relativo alle informazioni su Di Francesco e poi alle 12,39 De Angelis contattava Di Simone e alle 12,42 inviava un sms a Graceffa. Seguivano nel pomeriggio diversi contatti di Montante con Di Simone.

Questa scansione di contatti mostrava, ad avviso del GUP, come operava la rete informativa a disposizione di Montante, che tramite Di Simone e poi attraverso De Angelis giungeva a Graceffa che effettuava materialmente gli accessi abusivi.

La sentenza di primo grado ricostruisce analoghe dinamiche per gli accessi di maggio, giugno e luglio 2016, confermate peraltro non solo dalle intercettazioni in atti che hanno registrato telefonate tra De Angelis e Graceffa nelle quali il primo dava dei nomi al secondo, ma successivamente dalle ammissioni dello stesso De Angelis nel corso del suo esame in data 18.1.2019.

Particolarmente significativa è la ricostruzione della vicenda della ricerca di informazioni tra l'1 e il 6.5.2016 su Angelo Todaro, imprenditore del settore delle energie rinnovabili, con diversi omonimi che rendevano più complesse le ricerche del Graceffa. In altre occasioni gli interlocutori usavano un linguaggio allusivo e poi si trasmettevano i nominativi da ricercare via Whatsapp; tutti questi episodi sono riportati - per il tramite della trascrizione della CNR - nelle pagine 454 e seguenti della sentenza impugnata, alle quali si rinvia.

E in tutte queste occasioni emerge la predilezione per l'uso di utenze fisse dei rispettivi uffici per sottrarre le comunicazioni a possibili intercettazioni; e, quando gli interlocutori invece utilizzano apparecchi cellulari, dalle celle agganciate risulta spesso che Di Simone si trova negli stessi luoghi di Montante nel momento in cui avanza richieste di verifica sui nomi.

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