Nell’assoluta maggioranza dei casi, la documentazione rinvenuta sulle logge abbattute è infatti apparsa carente di taluni documenti essenziali. Sebbene, infatti, il provvedimento di sequestro prevedesse l’acquisizione dell’intero fascicolo di loggia, è accaduto non di rado che la polizia giudiziaria incaricata sia riuscita a rinvenire solo documentazione incompleta o parziale...
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della relazione della Commissione parlamentare Antimafia della XVII Legislatura, presieduta da Rosy Bindi per capire di più il ruolo delle logge massoniche negli eventi più sanguinari della storia repubblicana
La Commissione si è posta, tra gli altri, l’obiettivo di approfondire il tema delle logge massoniche abbattute nelle regioni della Sicilia e della Calabria e la ragione effettiva del loro scioglimento, essendosi rilevato che, in alcuni casi, come quello relativo alla loggia del GOI “Rocco Verduci” di Gerace (RC) di cui si tratterà, le cause di cessazione erano state esternate con motivi di natura formale e non con le reali motivazioni inerenti l’accertata infiltrazione mafiosa.
Sulla base di quanto rilevato dallo SCICO della Guardia di Finanza, delegato dalla Commissione alle operazioni esecutive del sequestro, le quattro obbedienze hanno provveduto nel complesso a sciogliere 138 logge, di cui 86 in Sicilia e 52 in Calabria.
- In particolare, 25 logge sono appartenenti al Grande Oriente d’Italia [di cui: 10 in Calabria (“Cinque martiri”, “Giovanni Mori”, Albert Pike”, “Vittorio Colao”, “Z ephyria”, “Lacinia”, “Silenzio e Obbedienza”, “Vincenzo De Angelis”, “Domenico Salvadori”, “Rocco Verduci”) e 15 in Sicilia (“Adelphia”, “Giosué Carducci”, “Francesco Paolo Di Blasi”, “XX Settembre”, “Giustizia e Libertà”, “Helios”, “Salvatore Spinuzza”, “Praxis”, “Bruno Stefano Guglielmi”, “L’Acacia”, “Luigi Domingo”, “La Fenice”, “Saverio Friscia”, “Mercurio”, “Il Melograno”).];
- 52 alla Gran Loggia d’Italia [di cui: 13 in Calabria (una “sciolta”: “Brutia”; due “demolite”: “Concordia”, “Giovanni Nicotera”; dieci “sospese”: “Skanderbeg”, “Eraclea”, “Iside”, “Eraclito”, “Febea”, “G. Garibaldi”, “Giordano Bruno”, “Logos”, “Polaris”, “Franco Franchi”) e 39 in Sicilia (di cui: due “sciolte”: “Calatafimi”, “Etna”; una “vuota”: “F. Crispi”; 14 “demolite”: “Abramo Lincoln”, “Armando Diaz”, “Dante Alighieri”, “Enea”, “Giuseppe Garibaldi”, “Giordano Bruno”, “Herea”, “Himera”, “Parthenos”, “Piraino di Mandralisca”, “Pitagora”, “Raffaele Bellantone”, “Salvatore Quasimodo”, “Tomasi di Lampedusa”; 22 “sospese”: “Ad Lucem”, “Athanor”, “Castore e Polluce”, “Eleuteria”, “Entopan”, “Ernesto Nathan”, “Federico II”, “Fiore della vita”, “Fra’ Pantaleo”, “G. Ghinazzi”, “G. Carducci”, “G. Garibaldi”, “Giordano Bruno”, “Memphis”, “Mozart”, “Nunzio Nasi”, “Selinon”, “Sicilia”, “Solidarietà”, “Sunshine”, “Trento e Trieste”, “Trinacria”).];
- 41 della Gran Loggia Regolare d’Italia [di cui: 16 in Calabria (“Brutium”, “Vittorio Colao”, “Bruno Amato”, “Arco Reale d’Italia Capitolo Gioacchino da Fiore n. 56 Cosenza”, “Keramos”, “Camelot n. 102 Soverato”, “Giovanni Andrea Serrao n. 179 Filadelfia (VV)”, “Silenzio ed Obbedienza n. 197 Scalea”, “Settimo Sigillo n. 221 Palmi (RC)”, “San Giovanni n. 228 Reggio Calabria”, “Schola Italica n. 241 Mirto”, “Federico II n. 245 Lamezia Terme”, “Amphisya n. 250 Roccella Jonica”, “Aulo Giano Parrasio n. 252 Cosenza”, “Numistro n. 259 Lamezia Terme”, “Araba Fenicie n. 98 Reggio Calabria”); e 25 in Sicilia (“Ruggiero II”, “Supremo Gran Capitolo dell’Arco Reale d’Italia Capitolo Cavalieri di Minerva n. 68 Messina”, “La Nuova Ragione n.67 Messina)”, “Rinascita e Libertà n.70 Messina”, “Mothia n. 82 Marsala”, “Athanor n. 96 Catania”, “Sirio n.97 Messina”, “L’Era d’Italia n.129 Naro”, “Giano Bifronte n.131 Catania”, “Hochma n. 182 Trapani”, “Kether n. 187 Catania”, “Giordano Bruno n. 190 Catania”, “La Concordia n. 191 Erice”, “Z ikkurat n. 192 Palermo”, “Ermete Trismegisto n. 202 Agrigento”, “Kore Kosmou n. 206 Palermo”, “Camelot n. 209 Catania”, “Haniel n. 210 Palermo”, “San Giacomo n. 219 Palermo”, “Anchise n. 222 Erice”, “Mirhyam n. 225 Palermo”, “Nicola Cusano n. 239 Acireale”, “Trinacria n. 243 Montevago”, “Pistis Sophia n. 260 Messina”, “San Giovanni di Scozia n. 38 Siracusa”.];
- e 20 alla Serenissima Gran Loggia d’Italia [di cui: 13 in Calabria (“Jacques De Molay”, “Rudyard Kipling”, “Antonio De Curtis”, “Magna Grecia”, “Nuova Luce”, “Giustizia e Libertà”, ”Fata Morgana”, “Mario Placido”, “Lucifero”, “Ermete Trismegisto”, “Al.Ba.Tros.”, “Fraternità”, “Fratelli Bandiera”) e 7 in Sicilia (“Aurora”, “Melita”, “Hervelius”, “Kairos”, “Akron”, “Stupor Mundi”, “Camelot”).].
Non è facile ricostruire in concreto i motivi degli scioglimenti. Nell’assoluta maggioranza dei casi, la documentazione rinvenuta sulle logge abbattute è infatti apparsa carente di taluni documenti essenziali. Sebbene, infatti, il provvedimento di sequestro prevedesse l’acquisizione dell’intero fascicolo di loggia, è accaduto non di rado che la polizia giudiziaria incaricata sia riuscita a rinvenire solo documentazione incompleta o parziale, ove talvolta mancano gli atti di fondazione delle logge, i decreti di “ abbattimento delle colonne” o di sospensione, nonché i piedilista di loggia riportano i nominativi degli iscritti senza indicazione dei relativi dati anagrafici degli iscritti così impedendone la compiuta identificazione.
Rarissimi, infine, sono i casi in cui nei fascicoli siano stati rinvenuti gli atti relativi ad una “ispezione massonica” da cui poter dedurre le reali motivazioni che hanno condotto allo scioglimento della loggia.
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