Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci della sentenza della Corte d'Assise di Milano che ha condannato all'ergastolo Michele Sindona per l'omicidio dell'avvocato Giorgio Ambrosoli


Fin dal 1974 Rodolfo Guzzi era entrato, in posizione eminente, a far parte del collegio di difesa di Michele Sindona, e, come emerge dagli interrogatori da lui resi in istruttoria ed al dibattimento nonché dalla documentazione prodotta dallo stesso o a lui sequestrata, negli anni successivi egli assunse progressivamente un ruolo sempre più importante nella gestione degli interessi del suo cliente fino a divenirne una sorta di factotum, svolgendo per conto del medesimo sia l’attività di difesa tecnica nelle varie procedure a suo carico, sia una serie di altre attività che in tale difesa non rientravano.

In particolare, egli gestì una serie di rapporti con persone che in tali procedure non svolgevano alcuna funzione istituzionale, e specificamente con uomini politici e di governo, con personaggi del mondo economico e finanziario, e con esponenti di primo piano della loggia massonica “P. 2”, al fine di promuovere il buon esito dei progetti di salvataggio della Banca privata italiana.

Nella primavera del 1977 Michele Sindona, attraverso alcune persone a lui legate, quali Licio Gelli e Fortunato Federici, aveva coinvolto Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, nel progetto di sistemazione della Banca privata italiana, senza che peraltro da tale intervento fossero derivati risultati di rilievo. Poco dopo lo stesso Sindona, per mezzo di suoi incaricati, intraprese una serie di azioni convergenti dirette ad ottenere da Calvi il versamento di una cospicua somma di danaro.

L’avvocato Guzzi infatti, eseguendo uno specifico incarico che nell'estate del 1977 il suo cliente gli aveva conferito, nei mesi successivi si incontrò ripetutamente con Licio Gelli – che nella qualità di “Maestro Venerabile” della loggia massonica “P.2” godeva di particolare ascendente su Calvi – e gli comunicò il proposito di Sindona di intraprendere un'azione legale nei confronti dello stesso Calvi al fine di far valere dei crediti derivanti dalla pretesa esistenza fra i due di una società di fatto che si sarebbe instaurata molti anni prima mediante il compimento in comune di varie operazioni finanziarie, come quella Zitropo-Pacchetti.

Gelli, al quale Guzzi aveva chiesto di riferire a Calvi le pretese di Sindona, aveva assunto un ruolo di mediatore fra i due, sostenendo che una siffatta causa sarebbe stata assolutamente da evitare, ed in seguito aveva riferito a Guzzi che Calvi avrebbe forse potuto acquistare, o far acquistare, la villa “La Giuggiola” che la famiglia Sindona possedeva in località Arosio, comune di Carugo (CO).

In seguito a tale intervento mediatore di Gelli, Calvi aveva acconsentito a ricevere Guzzi, e lo svolgimento di questo colloquio - avvenuto nel pomeriggio del 13 dicembre 1977 presso la sede di Milano del Banco Ambrosiano – risulta sia dalle dichiarazioni di Guzzi e di Calvi, sia, soprattutto, da un appunto manoscritto dello stesso Guzzi, sequestrato nel suo studio il 2 aprile 1980.

In tale occasione Calvi aveva mostrato di non essere minimamente preoccupato dall'eventualità di un'azione giudiziaria di Sindona diretta a dimostrare di essere stato suo socio di fatto al 50%, ed aveva qualificato come farneticante una siffatta pretesa. Aveva peraltro manifestato una certa disponibilità ad aiutare Sindona anche con un “apporto personale per la conclusione di alcune operazioni”, ed aveva altresì chiaramente alluso alla fattibilità della vendita della villa di Arosio.

Nel periodo successivo Sindona fece pervenire a Guzzi un foglietto sul quale aveva scritto di suo pugno “E.A.C. Consultant Europe – c/o UBS Chiasso – conto n. 461954 - atto sig. von Felten”. Tale foglietto, evidentemente poi trasmesso a Calvi, è stato prodotto dalla parte civile Calvi all’udienza dibattimentale del 16 ottobre 1985, e nell'udienza dell’11 novembre 1985 Michele Sindona, riconoscendo di averlo scritto di suo pugno, ha spiegato che si trattava di un appunto diretto a fornire a Calvi gli estremi del conto corrente sul quale costui avrebbe dovuto effettuare il versamento che egli si attendeva da lui.

Gli estremi dello stesso conto corrente bancario appaiono annotati sull'agenda di studio di Guzzi, il quale ha ammesso che gli erano stati forniti da Sindona affinché li comunicasse a Calvi allo scopo della effettuazione dell'atteso versamento. Nel marzo 1978 Sindona da New York telefonò ripetutamente a Guzzi per lamentare che non fosse ancora pervenuto l'accredito bancario da parte di Calvi, e per invitare il legale a sollecitarne l'esecuzione, e negli stessi giorni Guzzi, come risulta dalla sua agenda di studio, telefonò più volte a Calvi per trasmettere tali sollecitazioni.

A proposito del colloquio telefonico avvenuto con Calvi il 3 aprile 1978, Guzzi spiegò che in quella circostanza Calvi lo aveva informato di avere dato disposizioni affinché fosse accreditata a Sindona la somma di 500.000 dollari, che a dire del legale costituiva il prezzo di acquisto della villa di Arosio.

Dalla documentazione bancaria acquisita in seguito a rogatoria internazionale è infatti emerso che il 30 marzo 1978 venne accreditata la somma di 500.000 dollari sul conto n. 461954 presso la UBS di Chiasso, intestato alla E.A.C. Consultant Europe, società gestita da Pier Sandra Magnoni, il quale al riguardo riferì che Sindona talvolta si serviva di quel conto-per movimenti di danaro di sua pertinenza, e che quell'accredito era destinato allo stesso ed era stato da costui interamente utilizzato. Il bonifico è risultato provenire dalla società Unovax A.G. di Eschen (Liechtenstein), la quale aveva impiegato la somma di 500.000 dollari messa a disposizione dalla United trading corporation di Panama.

L’istruttoria effettuata ha dimostrato che la Unovax era un'emanazione della Banca del Gottardo di Lugano, e che la United trading corporation agiva attraverso la stessa Banca del Gottardo su istruzioni di Roberto Calvi.

Del resto, che attraverso queste tortuose modalità destinate evidentemente a fungere da schermo ed a celare l’identità dell'autore e del beneficiario del versamento fosse stata, in sostanza, corrisposta la somma di 500.000 dollari da parte di Roberto Calvi a Sindona, emerge pacificamente anche dalle dichiarazioni rese in istruttoria ed al dibattimento da quest'ultimo, il quale ha ammesso che con quella operazione egli aveva ricevuto da Calvi la somma sopraindicata.

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