Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Dopo la prima serie dedicata alla sentenza della corte d’assise di Bologna che ha condannato all’ergastolo Paolo Bellini per la strage di Bologna, il Blog mafie pubblica una seconda serie che si concentra sul ruolo dei mandanti


Sta di fatto che alla metà degli anni '60 nel periodo del c.d. Scandalo SIFAR, il servizio segreto militare diretto dal generale De Lorenzo, D'Amato si trovò dalla parte del Ministro dell'Interno Taviani. Mentre De Lorenzo divenne, come comandante dei carabinieri, pedina del Presidente della Repubblica Segni. Il consulente si diffonde sul conflitto tra servizio segreto civile e militare che in qualche modo è stato un antidoto alle trame e alle propensioni golpiste, di quegli anni. E a proposito dello scandalo SIFAR scoppiato con articoli apparsi sul settimanale l'Espresso, il consulente avanza l'ipotesi che le notizie fossero pervenute dal D'Amato che già nel 1968 era il consulente gastronomico del giornale, a conferma della vastità delle relazioni che il D'Amato riusciva a gestire. Dopodiché il "servizio militare ricambierà la cortesia passando a Paese Sera una serie di informazioni sull'Ufficio Affari Riservali, e inizierà questa guerra di dossier reciproci che è una delle cose per cui noi capiamo qualcosa di quello che è successo in quegli anni" (pag. 22).

In questa fase, il politico di riferimento di D'Amato è Paolo Emilio Taviani che nelle sue memorie ne tesse l'elogio. D'Amato, pur non essendo all'inizio il vertice dell'UAR, con Taviani va progressivamente affermandosi dietro le sbiadite figure dei dirigenti del tempo.

L'affermazione di D'Amato viene così descritta: "Il suo vice, D'Amato, che rappresenta una generazione in qualche modo successiva, insieme al suo sodale Russomanno, diventano il nucleo dell'Ufficio Affari Riservati. Diventano quelli che nei fatti hanno il potere, e perché hanno il potere? Torno sulla questione delle cordate di D'Amato. D'Amato non ha avuto solo la cordata dei suoi colleghi, per altro in uffici non tutti della Polizia Politica, perché per esempio D'Amato a un certo punto andrà a dirigere la Polizia di Frontiera, e dovunque è stato ha piazzato uomini suoi che gli sono rimasti fedeli. Ma D'Amato ha avuto anche una cordata di giornalisti molto vicina, a cominciare da Mario Tedeschi, però con qualche frequentazione anche di un giornale di sinistra come L'Espresso. Ha avuto una cordata anche di uomini d'affari, ha avuto una serie di rapporti privilegiati con la Polizia, con la CIA, con i Servizi americani e con i Servizi francesi. Questo è un pezzo di solito poco considerato, e invece è molto importante, perché è quello che porta alla vicenda, l'istituzione del club di Berna".

Di fatto, D'Amato è il capo dell'Ufficio Affari Riservati sin dal 1966, data importante per ciò che riguarda i rapporti con Delle Chiaie.

Nello scontro con i servizi segreti militari deve affrontare un'accusa di essere al servizio dell'est; ne esce con qualche difficoltà, trattandosi di accusa del tutto "immeritata". La ragione di tale attacco è legata alla costituzione del club di Berna tra le polizie politiche europee che era stata realizzata escludendo la CIA e i servizi militari, i quali reagirono con questo colpo di coda anche perché nel club di Berna era stato ammesso il servizio segreto rumeno. Tutto ciò ritardò l'arrivo formale al vertice dell'Ufficio Affari riservati. Il metodo di lavoro di D'Amato prevedeva la suddivisione dei suoi uomini in squadre separate sia per territorio che per ambiente di penetrazione, la più famosa delle quali la famigerata squadra 54 del maresciallo Alduzzi in azione dopo piazza Fontana.

Questo metodo viene così descritto a comprova della capacità di penetrazione, della vastità delle informazioni raccolte da ambienti insospettabili, del conseguente potere di ricatto di cui a partire da un certo momento ha potuto disporre:

"D'Amato è un uomo moderno perché? Perché capisce che in una città, in un ambiente della metà del '900, anzi, della seconda metà del '900, la Polizia non può essere estranea alla società civile. Questo è molto importante. Quindi per esempio il reclutamento sia di informatori, sia di parainformatori, negli ambienti accademici, negli ambienti per esempio ci sono sociologi, a un certo punto nell'elenco delle sue fonti troveremo come Capecelatro, ci sono anche... . E ci saranno altri, e questo perché? Perché l'uomo cerca di capire, giustamente, le trasformazioni della società. E qui c'è una spaccatura diretta fra l'Ufficio Affari Riservati di D'Amato, e i Servizi Militari".

I militari sono pervasi dalle teorie della guerra rivoluzionaria in tutta Europa, pensano ai colpi dì Stato, attraverso azioni destabilizzanti; tutto per costoro era "guerra rivoluzionaria diretta dai sovietici".

Ed invece D'Amato capisce che la prospettiva deve essere diversa, e convince di questo il Club di Berna. Capisce che ci sono differenze, contrasti, rivalità autonomie e logiche differenti che aprono spazi alla penetrazione dei servizi. Un modo più acuto di servire il sistema di cui era parte, fermo restando, dice Giannuli per descrivere meglio il personaggio, che "se in Italia avessero preso il potere i sovietici lui avrebbe fatto il capo della Polizia lo stesso", essendo sostanzialmente privo di visione ideologica, il che significa - riteniamo - privilegiare il potere per il potere: "In quel momento giocava un ruolo per la parte del Governo. Il governo era anticomunista e lui era anticomunista". Così come era stato fascista e poi al servizio degli americani e poi in conflitto con questi ma anche in relazioni cordiali con gli stessi nel 1969.

Il momento clou della deposizione del prof. Giannuli è nella descrizione dei rapporti di D'Amato con Avanguardia Nazionale.

Giannuli spiega che D'Amato è in ascesa già nella prima metà degli anni '60; ha influenza, potere, nell'apparato dell'UAR e in genere della polizia, anche se non è il capo; è il "numero uno negli operativi". L'aggancio di A van guardia risale ai primi anni Sessanta.

"Avanguardia Nazionale è un gruppo diverso nel firmamento, si fa per dire, dell'estrema destra, diverso da Ordine Nuovo. Ordine Nuovo è anche socialmente diverso, è fatto da avvocati e giornalisti, tendenzialmente da gente socialmente su. È legato organicamente al servizio militare che gli procura .finanziamenti, rapporti politici, tutto. Avanguardia Nazionale è invece un gruppo essenzialmente di ceto medio e piccoli sottoproletari. Ecco, lo stesso capo, e Rauti era giornalista al Tempo, collaborava col Servizio Militare, e Delle Chiaie era il responsabile di zona di un ufficio assicurativo di scarsa affluenza, e quindi non è che poi avesse tanti soldi. E quindi tenta di fare un suo gruppo, anche c'era rivalità personale fra i due leader. Per la verità soldi niente. Quello che mentre Ordine Nuovo aveva un ruolo nella elaborazione della cultura politica, nelle operazioni di tipo militare, addestrava i suoi uomini anche ad operazioni in terreno di guerra".

Sostengono i portoghesi in Africa. A differenza di Ordine Nuovo, "Avanguardia Nazionale è un gruppo di squadristi e da usare in piazza". La prima occasione in cui si coglie "un rapporto cordiale fra gli squadristi di Avanguardia Nazionale e la Polizia" è nel 1962 quando ci sarà una manifestazione contro il presidente del Congo di Ciombe, "capo della controrivoluzione contro Lumumba". Le saranno manifestazioni di protesta delle organizzazioni giovanili di sinistra, "che verranno caricate dagli uomini di Avanguardia Nazionale".

A partire dal 1963-'64, secondo il consulente, inizia uno stabile finanziamento di 300.000 lire, una cifra non modesta per il tempo, che darà disponibilità di una sede in pieno centro a Roma in via Arco della Ciambella.

Qui si apprende un particolare interessante che si lega a tutto il contesto. Non solo il finanziamento arriva dagli Affari Riservati, ma interessa anche il tramite, "il giornalista di

destra direttore del Borghese Mario Tedeschi''. La persona di cui si tratta in questo processo, "uomo della P2", senatore del MSI. È Tedeschi, secondo il consulente, a passare le 300.000 lire al mese degli Affari Riservati ad Avanguardia Nazionale, tra il '64 e il '66, all'incirca.

Non ci sono dubbi: "È Tedeschi che riceve questi soldi dall'Ufficio Affari Riservati, e li gira ad Avanguardia Nazionale". E affinché sia chiaro: "Mentre Ordine Nuovo era organicamente un pezzo del servizio segreto militare" .... "Avanguardia Nazionale è sempre stata piuttosto una banda di corsari, che facevano la loro personale guerra da corsa contro i nemici individuati''.

Il consulente richiama le sue ricerche nelle quali indica i rapporti degli esponenti di ciascun gruppo con questo o quel servizio, ma sostanzialmente emerge che mentre Ordine Nuovo aveva dei rapporti in qualche modo istituzionali, Avanguardia Nazionale era utilizzata secondo le contingenti necessità.

Due gli episodi sui quali si sofferma il consulente: lo scioglimento di Avanguardia Nazionale e la vicenda dei c.d. "manifesti Cinesi". La storia dei manifesti è molto significativa: per la città di Roma appaiono manifesti di un movimento di ispirazione filocinese, che punta a una scissione nel partito comunista. Un'operazione che dieci anni dopo si ripeterà con la DC (tentativo del Nuovo partito Popolare) e con il MSI (operazione Destra nazionale di cui sarà protagonista lo stesso Tedeschi), a conferma di un progetto

costante nel tempo. Il consulente fornisce dettagli interessanti su questo tentativo di scissione stalinista e filocinese, da parte di una mente che appare ben a conoscenza delle dinamiche interne del partito e agisce con azioni di grande valenza simbolica per fomentare la scissione stessa (ad esempio, il luogo prescelto il teatro Goldoni di Livorno). Ciò che qui interessa è il fatto che le affissioni saranno effettuate da uomini di Avanguardia Nazionale: falsi manifesti commissionati dall'UAR e affissi da manovalanza di AN.

Come si scoprì questa vicenda? In un modo singolare che merita di essere ripreso: "La cosa si scoprì dopo e venne detta, diciamo a livello di opinione pubblica la cosa scoppiò nel marzo del '70 quando uno dei personaggi indagati per la Strage, uno dei due fratelli Di Luia, in un 'intervista al Corriere della Sera dirà: "E no, chi ha mandato Merlino", Merlino è uno degli indagati per la Strage insieme a Va/preda, però solo che Merlino era un fascista infiltrato fra gli anarchici, "chi ha mandato Merlino - uomo di Avanguardia Nazionale - fra gli anarchici, è stato lo stesso uomo che diresse l'operazione dei Manifesti Cinesi". E lì scoppiò lo scandalo e dopo un po' si seppe di questa cosa, anche perché nel frattempo il gruppo dei giornalisti della Strage di Stato aveva iniziato a pubblicare roba sui rapporti fra la Polizia Politica e Avanguardia Nazionale. Molti anni dopo lo stesso Delle Chiaie, ascoltato dalla prima Commissione Stragi, tenterà di dare una sua spiegazione, nella quale ammetteva che l'operazione veniva dal Ministero dell'Interno, ma loro non erano consapevoli, erano stati utilizzati e strumentalizzati, devo dire, non è affatto convincente quella spiegazione, però diciamo contiene l'ammissione che effettivamente era stata un 'operazione voluta dal! 'Ufficio Affari Riservati e in particolare dal Dottor D'Amato, e dal Dottor Russomanno ".

Mario Tedeschi ne fu il tramite, un elemento indispensabile per permettere alla polizia di non avere o quantomeno di ridurre al minimo i rapporti diretti col gruppo di Delle Chiaie: "Ha sempre avuto abilità nel non avere rapporti diretti con Avanguardia Nazionale, soprattutto nei casi più preoccupanti, dove ci si poteva bruciare le dita".

Il rapporto Tedeschi-D'Amato-Gelli è dunque strettissimo, da sempre, tutt'altro che casuale.

In questo contesto s'inserisce la vicenda dello scioglimento fittizio di Avanguardia Nazionale che avverrà nella seconda metà degli anni Sessanta.

Il consulente la racconta analiticamente: «Il 10 aprile del '66 durante scontri piuttosto violenti nell'Università di Roma, lo studente socialista Paolo Rossi viene buttato giù nella tromba delle scale e muore. Ci sarà il tentativo di dire che è stato un suo capogiro, no, in realtà viene scaraventato giù da gente di Avanguardia Nazionale. ll caso rimarrà giudiziariamente insoluto, ma ... E si scatena una campagna stampa furibonda, in particolare di Paese Sera, ma anche di altri giornali, su questo gruppo fascista particolarmente violento, che si era permesso addirittura di impedire una lezione, in occasione del 25 aprile, di Ferruccio Parri. Quindi, insomma, una cosa che ebbe una risonanza nazionale. A questo punto iniziò un 'indagine per applicare la Legge Scelba, che proibisce la ricostituzione del partito fascista ad Avanguardia Nazionale. Ci sarà un tentativo di ... Ma evidentemente gli avvocati spiegarono che era causa persa. Per cui prima Avanguardia Nazionale viene ufficialmente sciolta. Siamo nel '67, no, siamo più o meno, si ... " (Pag. 32 e segg.).

C'è incertezza sulla data di questo scioglimento fittizio. Ciò che si comprende è che a metà anni Sessanta il gruppo entra in un cono di luce a causa di alcune vicende dai contorni non definiti.

Tali manovre dal carattere indefinito e sempre al limite della provocazione, diretta o indiretta erano caratteristiche del gruppo, la sua precipua missione:

«Bisogna tenere presente una cosa: il maestro di Delle Chiaie, e quindi Avanguardia Nazionale, è un vecchio personaggio fascista legato all'Ovra e alle Polizie Politiche durante la Repubblica Sociale, Alfredo Di Chiappari, se la memoria non mi inganna, che era specializzato in una cosa, in operazioni di infiltrazioni. E infatti Avanguardia Nazionale sarà specializzata in infiltrare suoi uomini in varie direzioni,fra gli anarchici, ma anche nel PCI ... Quindi in realtà sono le tecniche di sopravvivenza clandestina che erano quelle che gli aveva insegnato Di Chiappari, e infatti, citavo questo episodio, per l'episodio di Rossi, che porterà a una nuova fiammata, questo volevo dire, perché si dirà: «No, un momento, questi sono formalmente sciolti, ma in realtà operano e sono un gruppo».

Poi ci sarà il caso di Aleotti, e quindi continuamente. Il gruppo però resta ufficialmente sciolto, paradossalmente fino al gennaio del '70, cioè dopo la Strage di Piazza Fontana quando comincia a venir fuori il ruolo di questo strano personaggio, Mario Merlino, anarchico, frequentatore di Va/preda, ma che fino al giorno prima aveva incontrato Delle Chiaie, viene fuori questa cosa.

A quel punto si preferisce ricostituire ufficialmente Avanguardia Nazionale, in un primo momento con la sigla di Avanguardia Rivoluzionaria, poi Avanguardia Nazionale per evitare che scatti un 'ulteriore fattispecie di reato con ulteriori problemi. E Avanguardia Nazionale continuerà ad andare avanti fino allo scioglimento ufficiale che sarà nel '75, però già allora era iniziata una confluenza in ordine nero con in rimasugli di Ordine Nuovo, eccetera.

Quindi, ecco, questo è un 'altra caratteristica, e questo è stato possibile grazie al fatto che la Polizia Politica che sapeva perfettamente dell'esistenza del gruppo, erano stati allontanati i personaggi più, diciamo, marginali e poco importanti, ma il gruppo in quanto tale era rimasto in piedi. E le note informative, per esempio di Aristo, del grande personaggio Aristo, una delle più grandi spie dell'Ufficio Affari Riservati sull'estrema destra, lo certificano abbondantemente. La Polizia Sapeva" (pag. 34). Questi, dunque, i rapporti continui, ininterrotti, del gruppo di Avanguardia Nazionale con l'Ufficio Affari Riservati, che troveranno precise conferme e riscontri nelle indagini successive della polizia giudiziaria.

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