Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Dopo la prima serie dedicata alla sentenza della corte d’assise di Bologna che ha condannato all’ergastolo Paolo Bellini per la strage di Bologna, il Blog mafie pubblica una seconda serie che si concentra sul ruolo dei mandanti


A un soggetto indicato come "Zaff' nell'Appunto Bologna sono destinati 850.000 dollari. L'identificazione di Zaff con Federico Umberto D'Amato è stata argomentata nel III Capitolo di questa parte. La Procura generale nella sua memoria aveva anticipato in gran parte i temi che sono stati sviluppati, a partire dalla deposizione del capitano Sgarangella.

L'esposizione dei pubblici Ministeri è chiara e completa e si può rinviare alla sua lettura. La corte ha sviluppato il proprio convincimento non dissimile nel luogo indicato e ad esso si riporta.

Vi è, tuttavia, un ulteriore punto affrontato nella requisitoria che merita di essere qui considerato perché allarga l'area dell'impiego dei fondi registrati nel Documento Bologna.

Abbiamo accertato che D'Amato fu destinatario della somma di 850.000 dollari annotata da Licio Gelli nell'Appunto Bologna: un'operazione di finanziamento che coinvolse un soggetto investito di importanti funzioni pubbliche, quale alto esponente della polizia di Stato e dei servizi di intelligence; un soggetto appartenente alla P2, in ottimi e riservati rapporti con Gelli anche durante la latitanza di quest'ultimo, strettamente legato non solo al Gelli ed a Roberto Calvi, come attestato dalla stessa Commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2, ma anche ai servizi segreti deviati, in particolare al generale Santovito, direttore del SISMI (anch'egli iscritto alla loggia massonica P2) e al suo braccio destro Francesco Pazienza, entrambi responsabili dell'azione di depistaggio delle indagini sulla strage di Bologna, per quanto definitivamente accertato nell'originario processo sulla strage del 2.8.1980.

Ciò che viene invece segnalato in aggiunta sono gli intensi rapporti intercorsi, in epoca immediatamente successiva alla strage, tra Federico D'Amato e Francesco Pazienza, nonché tra i suddetti e Mario Tedeschi, il cui nominativo, come si è già visto per l'esplicita indicazione contenuta nel testo, risulta abbinato da Licio Gelli a quello di ZAFF nell'Appunto Bologna.

Si legge nella memoria che "nell'agenda del Pazienza, allegata agli atti del procedimento di 1° grado per il banco Ambrosiano, (...), sono annotati infatti gli appuntamenti (diretti o telefonici) con Federico Umberto D'Amato, spesso associati anche al nominativo del Tedeschi, sì da formare una triade di soggetti in contatto proprio nel periodo in cui si verificano gli accadimenti più significativi riguardanti sia il flusso finanziario documentato nel 'appunto Bologna, sia la gestazione e realizzazione del depistaggio ad opera dei vertici del SISMI, ove Francesco Pazienza agiva al fianco del generale Santovito.

Gli appuntamenti in questione sono annotati, in particolare, nelle seguenti date del 1980: 28/8, 5/9, [...] nonché il 5/11/1981 ". Ciò posto, secondo l'Ufficio, "i primi due e l'ultimo sono direttamente afferenti al flusso finanziario documentato nell'appunto Bologna in quanto, come si è visto nel paragrafo precedente ed ha correttamente illustrato la citata indagine compiuta dalla Guardia di Finanza di Bologna, la somma di 240.000 dollari costituente il primo versamento di fondi sottratti a Roberto Calvi fu inviata in Italia dal Banco Ambrosiano Andino in data 22/8/1980 e pervenne in Svizzera il 319/ 1980, tramite Marco Ceruti (prestanome di Licio Gel/i), al conto corrente di Giorgio Di Nunzio, soggetto strettamente legato a Mario Tedeschi (del quale era intimo amico) e risultato personalmente in contatto con Federico Umberto D'Amato, con gli esponenti del SISMI Musumeci, Belmonte e Pazienza, nonché con il piduista Aldo Semerari, uomo di collegamento tra la formazione eversiva Ordine Nuovo ed i servizi deviati".

Ecco dunque il ruolo centrale nella vicenda giocato da Giorgio Di Nunzio, occultato nel 1987. Si tratta di quel personaggio misterioso al centro di relazioni occulte tra massoneria, servizi deviati, finanza vaticana contigua, estrema destra. L'uomo la cui morte improvvisa scatenò il panico tra personaggi di quell'ambiente, descritto dal figlio nella sua deposizione.

Da qui lo sviluppo degli indizi. Sostiene la Procura generale, con base negli atti, che gli appuntamenti di Francesco Pazienza con il D'Amato del 28.8.1980 e del 5 settembre di quell'anno si collocano nel periodo in cui il Di Nunzio era in attesa di incassare i 240.000 dollari, già inviatigli dal Banco Ambrosiano Andino e subito dopo l'accredito del relativo ingente bonifico sul proprio conto bancario in Svizzera. Mentre per quanto concerne il contatto del 5.09.1981, vi è perfetta coincidenza e la data in cui Marco Ceruti emise un assegno di 3.000.000 di dollari con la provvista fornitagli da Licio Gelli proveniente dai fondi del Banco Ambrosiano. È un fatto che si tratta di una data prossima ad uno degli episodi salienti dell'operazione di depistaggio "terrore sui treni": quella in cui avviene la consegna dell'appunto Musumeci (19.09.1981) per la quale risultano condannati i vertici del SISMI deviato diretto dal piduista Giuseppe Santovito.

Ulteriore elemento indiziario è considerato il fatto che nella stessa data del 5 9 1981 nell'agenda di Francesco Pazienza risultano annotati, oltre che l'appuntamento con Federico Umberto D'Amato, il nominativo Doney, evocativo dell'omonimo ristorante di proprietà di Marco Ceruti, ossia il cassiere-prestanome di Licio Gelli emittente del citato assegno da 3.000.000 di dollari, nonché i nominativi di Tedeschi e di Berarducci. Quest'ultimo è individuabile in Luciano Berarducci, ossia nel nipote del generale Santovito che favorì l'ingresso di Francesco Pazienza nel SISMI (…).

Anche la sequenza degli altri contatti Tra Pazienza e D'Amato ( e Tedeschi) del 1980 nelle date del 23.9, 11.10, 14.10, 16.10, 21.10 corrispondono ad altri momenti della strategia di depistaggio attuata dal SISMI. Seguiamone la sequenza in rapporto alle singole vicende della manovra depistante: "il primo, avviene pochi giorni dopo la pubblicazione (19/9/1980) sul Corriere del Ticino dell'intervista all'esponente della resistenza palestinese Abu Ayad che fu avallata dal SISDE il 9/10/1980 e coltivata dal SISMI con una serie di informative iniziata il 14/ 10/ 1980 e corredata da vari atti allegati che diedero alimento all'azione di depistaggio denominata "Terrore sui treni" ad opera del servizio segreto militare Gli altri quattro incontri avvengono proprio in costanza di tale azione di depistaggio informativo del SISMl il cui atto di nascita è proprio del giorno 14/10/1980, al quale fece seguito nel medesimo anno un 'ulteriore informativa consegnata il 2 novembre".

Non si può quindi che prendere atto delle pertinenti osservazioni concernenti un convergente quadro indiziario sui rapporti tra Pazienza, D'Amato e Tedeschi in coincidenza con le fasi salienti delle operazioni di depistaggio che si svolsero tra il settembre 1980 e i primi mesi del 1981, date che corrispondono con quelle che si leggono nelle linee del promemoria degli stanziamenti dell'appunto Bologna.

È quindi un dato inoppugnabile cui deve essere attribuita una valenza indiziaria "che nell'agenda di Francesco Pazienza figuri una presenza contestuale di appuntamenti con Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, oltre che il 5/1/1981, nei giorni 23/9/1980, 11/10/1980 e 14/10/1980.

Non appare, infine, una coincidenza neppure il fatto che Francesco Pazienza, tornato in Italia da un viaggio in Venezuela, Panama e US.A. (iniziato il 24/10/1980 e concluso con partenza da New York del 9/11/1980, come da annotazioni in agenda), si sia affrettato a contattare il Tedeschi ed il D'Amato, che risultano menzionati nella stessa agenda (in data 11 I I 111980) tra i suoi primi appuntamenti una volta rientrato in Italia. Pochi giorni prima (ossia il 2/11/1980), mentre il Pazienza era all'estero, fu infatti inviata dal SISMI la seconda informativa deviante.

Ulteriore caratteristica significativa dei menzionati appuntamenti è che per tutto l'anno 1980 (fino alla data del 28/8, giorno in cui compare per la prima volta Federico Umberto D'Amato) e per l'anno 1981 le agende di Francesco Pazienza sono del tutto silenti riguardo ad altri appuntamenti con il D'Amato. Ciò conferma che la frequentazione tra i due si concentrava soprattutto sull'affare documentato nell'appunto Bologna, ossia sul depistaggio delle indagini concernenti la strage del 2/8/1980, per il quale la responsabilità di Francesco Pazienza è stata accertata con sentenza definitiva. "

Il ragionamento è sufficientemente lineare: Pazienza è stato un protagonista del depistaggio sulla strage del 2 agosto, commissionato da Gelli al SISMI di Santovito e culminato nell'operazione terrore sui treni, attività per cui Pazienza è stato condannato. "Umbertino" D'Amato è beneficiario al 30 luglio 1980 di consistenti somme di denaro registrate nel Documento Bologna. D'Amato è in contatto con Pazienza nei momenti cruciali delle operazioni di depistaggio. D'Amato e Santovito erano in stretti rapporti operativi. Entrambi appartenevano alla P2. I rapporti tra D'Amato e Pazienza cessano quando l'operazione di depistaggio si conclude. In concomitanza con le azioni di depistaggio, sul Documento Bologna si registrano flussi di denaro che trovano corrispondenze nell'emissione di un assegno di tre milioni di euro il 5 gennaio 1981.

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