L'inchiesta della coppia Fittipaldi-Tizian su quei soldi che Berlusconi versa a una donna e i legami economici di lei con un giudice, poi la presidenza non proprio liberale di Macron
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Non basta dirsi liberali per esserlo, questa è forse la sintesi che farei di queste due storie, una tutta italiana, una europea, che trovate in questa edizione.
Partiamo da noi, e da un protagonista della saga quirinalizia, cioè Silvio Berlusconi. Il giornale apre con una importante inchiesta firmata dalla coppia Emiliano Fittipaldi - Giovanni Tizian.
Da Arcore sono pronti a dire che si tratta di beneficenza, certo è che i protagonisti sono Berlusconi, una giovane donna e… poi c’è l’antiriciclaggio che segnala il passaggio di soldi da lui a lei.
Il caso si innesca con una segnalazione di banca d’Italia, riguarda il candidato del centrodestra al Quirinale. Il fatto è che Berlusconi ha dato quasi 70mila euro a Julinda Llupo. Lei, classe 1987, cittadina albanese, che fa l’affittacamere a Roma, ha avuto “prestiti e regali” - questa la versione ufficiale - nel 2020, ma i bonifici sono iniziati nel 2010. La cosa più interessante di questa storia, i cui dettagli trovate ricostruiti nell’inchiesta su giornale e sito, è questa: che la donna ha rapporti economici con un magistrato della Cassazione che ha giudicato proprio Berlusconi. E che liquida la cosa come una coincidenza.
Se oltre a Quirinale e Berlusconi volete una boccata d’aria europea, vi porto all’Europarlamento e a Macron, che ha presentato la presidenza di turno francese davanti all’aula. Mentre l’agenda della presidenza, cominciata il primo gennaio, non è una novità, la presentazione davanti all’emiciclo riserva invece molte sorprese, che si riassumono nella difficoltà crescente di esprimere dissenso o sollevare interrogativi. Macron viene contestato prima del suo discorso, dagli ambientalisti, e dopo, dai giornalisti, che reagiscono a una conferenza stampa in cui viene loro negata la possibilità di fare domande.Durante il discorso di Macron invece, in un emiciclo che inizia l’èra di Roberta Metsola presidente, contestare le sue politiche diventa più arduo che mai.
Insomma un inizio non proprio liberale.
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