Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie è incentrata sul “rapporto 161” di Ninni Cassarà e Francesco Accordino


A proposito di D'AGOSTINO Emanuele altra fonte ha specificato che il 28 maggio 1981 il predetto era stato prelevato dalla sua abitazione dopo che, per ben due volte, aveva declinato, con scuse varie, l'invito a partecipare a riunioni chiarificatrici, l'ultima delle quali era stata indetta per il 26 maggio 1981 e si era rivelata fatale per GIROLAMO Teresi ed i tre che lo accompagnavano.

Detta ultima fonte, opportunamente richiesta, asseriva che il D'AGOSTINO era il pupillo di Rosario RICCOBONO In perfetta aderenza logica con la motivazione sopra esposta circa la fuga dei superstiti, va evidenziata la puntuale soppressione dei congiunti delle persone sopra citate fuggite da Palermo.

Infatti nel gennaio del corrente anno, tra il giorno 8 e 11, venivano uccisi nella zona di Villagrazia, Bonagia e via Conte Federico, TERESI Francesco Paolo, fratello del già citato TERESI Pietro, GRADO Antonino cugino dei menzionati fratelli GRADO e D'AGOSTINO Ignazio, padre di Rosario. Questi delitti e molti altri di cui si parlerà in seguito evidenziano la ferocia e la determinazione spietata delle famiglie mafiose emergenti, uscite vittoriose dalla lotta per il predominio che non hanno esitato a coinvolgere nella faida persone non direttamente interessate in fatti di mafia, ma responsabili unicamente di essere congiunti di quelli che erano sfuggiti al massacro. Ciò é stato inconfutabilmente evidenziato nel corso di alcune conversazioni telefoniche intercettate tra parenti di D'AGOSTINO Ignazio i quali, commentavano il suo assassinio, asserendo che era stato soppresso per l'allontanamento del figlio da Palermo, specificando che quest'ultimo apparteneva al CONTORNO.

Ma é altresi riscontrato da recenti omicidi in pregiudizio di CORSINO Salvatore verificatosi il 17 aprile 1982, ucciso per avere dato ospitalità a LOMBARDO Carmela, moglie di CONTORNO prossima al parto. Che la ferocia sia una costante insita nel modus operandi dell'aggregazione mafiosa emergente veniva ulteriormente riscontrato nel corso degli accertamenti esperiti sulla scomparsa di INZERILLO Giuseppe, figlio di Salvatore.

Infatti la solita fonte vicina alla famiglia INZERILLO, comunicava verso la fine di agosto millenovecentottantuno che il figlio di Salvatore INZERILLO, mentre unitamente al cognato PECORELLA Stefano stava spiando una riunione di mafia, veniva intercettato e soppresso insieme al cognato.

Specificava la fonte che la riunione, alla quale partecipavano i traditori del clan INZERILLO insieme con gli ispiratori ed organizzatori della guerra di mafia, si era svolta nei locali dell'Hotel Zagarella tra gli ultimi giorni del mese di luglio ed i primi giorni del mese di agosto millenovecentottantuno. Anche in relazione a quest'ennesimo caso di lupara bianca, i congiunti degli scomparsi non avevano fatto alcuna denuncia ed anzi, formalmente sentiti, nell'ammettere che i due giovani si erano allontanati da Palermo nei primi giorni del mese di agosto, adducevano inconsistenti motivazioni.

Tuttavia la SPATOLA Filippa, già provata per l'uccisione del marito INZERILLO Salvatore e per quella del figlio INZERILLO Giuseppe, al momento in cui veniva interpellata informalmente, era colta da evidente malore e lasciava intendere che il figlio non si sarebbe mai allontanato da casa per tanto tempo, senza dare alcuna notizia in famiglia. Con ciò avallando la veridicità complessiva della notizia recepita in via confidenziale. La medesima fonte, qualche mese dopo, riferiva che INZERILLO Giuseppe e PECORELLA Stefano erano stati intercettati da alcune vedette nei pressi dell'Hotel "Zagarella", dove era in corso una riunione tra gli esponenti mafiosi che avevano dato inizio alla strage e gli appartenenti alle famiglie BONTATE ed INZERILLO che erano passati dalla parte dei vincitori. Ritenendo che i due giovani si trovassero sul posto per spiare i convenuti, ne venne decisa ed immediatamente attuata l'uccisione.

Nello stesso mese di agosto, come risulterà da successive indagini, si allontanarono cautelativamente da Palermo altri adepti della cosca INZERILLO - DI MAGGIO, come BOSCO Giovanni nato a Palermo il 22 febbraio 1956 e MANNINO Salvatore nato a Palermo il 29 ottobre 1945. Il primo, che aveva acquistato nel gennaio millenovccentottantuno la Edilferro, ubicata alla via Scorzadenaro, in zona Villagrazia, la rivendette nel settembre millenovecentottantuno, tramite un fratello a CASELLA Giuseppe che ne era già comproprietario sin dal gennaio del millenovecentottantuno.

Il fatto che BOSCO Giovanni fosse nipote di DI MAGGIO Rosario che avesse rilevato nel gennaio millenovecentottantuno la ditta costituita da un gruppo di contrabbandieri [...]; che l'avesse rivenduta allontanandosi da Palermo, proprio ad uno dei precedenti proprietari dopo che erano stati uccisi sia BONTATE Stefano che INZERILLO Salvatore; tutto ciò ricalca le fasi dell'ascesa e del declino delle due famiglie facenti capo ai due boss uccisi e dimostra l'inserimento nel gotha mafioso della cosca degli ex contrabbandieri della Kalsa, come sarà evidenziato più avanti.

Il secondo che, grazie alla protezione e al finanziamento di INZERILLO Salvatore, stava realizzando un lussuoso complesso ristorante - sala trattenimenti nel viale Della Regione Siciliana denominato "Il Parco dei Principi", partiva improvvisamente per gli Stati Uniti abbandonando il locale appena aperto e la pizzeria - grill che gestiva da qualche tempo unitamente al cugino GAMBINO Francesco Ignazio classe 1941 originario di Torretta) facendo ritorno a Palermo solo nel marzo del corrente anno. Il predetto MANNINO Salvatore risulterà essere, come comunicato dalla D.E.A. tramite Interpol, uno dei soci in affari di INZERRILLO Pietro ucciso nel New Jersej il 15 gennaio 1982.

© Riproduzione riservata