Il sottosegretario Andrea Delmastro ha annunciato la formazione di un nuovo corpo speciale per fronteggiare le rivolte in carcere e sedarle con le maniere forti. Sul modello dell’Eris francese, anche l’Italia avrà i suoi super poliziotti penitenziari. Per ora però c’è solo la dirigente
Non c’è solo il reintegro degli agenti sospesi per l’orrendo pestaggio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, il governo per fronteggiare l’aumento delle rivolte ha pensato di istituire un nuovo corpo scelto sul modello francese. C’è solo un problema, i Rambo pensati dal sottosegretario, Andrea Delmastro Delle Vedove, e presentati in pompa magna, non hanno personale.
«Con il Gio si vorrebbe mettere un elegante cappello, ma lasciando il corpo (di polizia penitenziaria) in mutande. Se non si stabilizza il sistema e non si mettono in legalità le carceri, viene meno il presupposto stesso del Gio, che dovrebbe essere chiamato per ripristinare proprio quella legalità che manca. Peraltro, è ancora solo sulla carta, devono ancora codificarsi i criteri di selezione del personale ed è ben lungi da realizzarsi concretamente. Una piccola fortuna questa, considerato che stando così le cose contribuirà solo a togliere ulteriori agenti alle carceri», spiega Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa.
Ma chi sono i rambo che sogna Delmastro?
Si calano dal soffitto con una fune, si muovono in gruppo, provvisti di scudi, tenuta antisommossa e fumogeni, e in coppia immobilizzano l’obiettivo. Sono gli uomini dell’Eris francese, super agenti della penitenziaria chiamati a sedare le rivolte nelle carceri.
Un video, pubblicato da La Provence, mostra come questi poliziotti – verso cui diversi sono stati i giudizi critici da parte dell’organismo europeo che si occupa di tutela dei diritti dei detenuti – si allenino nel corso della loro formazione. Laurent Ridel, direttore dell’amministrazione penitenziaria francese, ricorda che l’Eris, nato «nel 2003 per affrontare ammutinamenti ed evasioni», garantisca la «sicurezza» all’interno dei penitenziari.
Affascinato dal sistema d’intervento d’Oltralpe, il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, nelle scorse settimane ha così annunciato l’arrivo dei super agenti anche in Italia.
Si chiama Gio il nuovo gruppo di intervento operativo che, proprio su modello dell’Eris francese, presterà servizio negli istituti penitenziari del paese, gli stessi dove manca personale di polizia e i problemi, dal sovraffollamento fino alla mancanza di diritti, sono all’ordine del giorno.
Delmastro, la costituzione dei Gio, l’ha poi annunciata in pompa magna: conferenza ufficiale, alla presenza, tra gli altri, della direttrice del neo gruppo, Linda De Maio.
In pratica c’è un primo dirigente nominato, un capo degli agenti speciali della penitenziaria, ma mancano ancora i poliziotti che comporranno effettivamente questi nuclei d’azione, verso cui a sollevare dubbi e criticità sono stati, oltre alla Camera penale di Roma, persino i sindacati della polizia penitenziaria. I motivi delle perplessità? Il fatto, anzitutto, che i nuovi reparti, pronti a operare anche negli Istituti penali minorili, sottrarranno «risorse alla penitenziaria, già numericamente inadeguata».
Un’idea, quella del sottosegretario alla Giustizia, covata da tempo: Delmastro Delle Vedove, a giugno 2023, andò del resto in missione a Parigi. Qui l’incontro con Ridel e la visita alla base dell’Eris «per un utile scambio», si legge in una nota, «di buone prassi».
I “Rambo” francesi inoltre, come emerge dal video de La Provence, svolgono una «formazione di dieci settimane di addestramento iniziale, molto impegnativa»; quelli italiani, invece, come sottolinea l’associazione degli avvocati romani, si cimenteranno in «una formazione di soli tre mesi». In entrambi i casi, tuttavia, l’obiettivo sembrerebbe essere lo stesso: sorvegliare e punire.
© Riproduzione riservata