EPISODIO 1 / C’è un luogo fisico che attraversa tutti gli anni Settanta: la piazza. In un’Italia che cambia anche questo spazio si trasforma. Nelle città assume una valenza sociale e politica (manifestazioni, scontri, attentati). In provincia è un palcoscenico, il posto in cui va in scena la nascita del Gruppo di piazza dei Caduti, periferia di Verona, e le sue prime esperienze di vita ribelle
C’è un luogo fisico che attraversa tutti gli anni Settanta, un luogo che funge da contenitore di vite, di storie, di avvenimenti: la piazza. In un’Italia che cambia radicalmente anche questo spazio si trasforma. Soprattutto nelle città. Nelle metropoli assume una valenza sociale e politica: le manifestazioni, gli scontri, gli attentati. In provincia è un palcoscenico. Il posto in cui va in scena la nascita del Gruppo di piazza dei Caduti, periferia di Verona, e le sue prime esperienze di vita ribelle. Proviamo a raccontarvele in questa prima puntata.
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Il podcast
Com’erano davvero gli anni Settanta? La plumbea fase della “strategia della tensione” o gli anni della “crescita democratica”? Il buio tunnel del terrorismo o il periodo della fantasia ribelle? Il nostro nuovo podcast, “Volevamo volare – noi ragazzi negli anni ‘70”, a cura di Paolo Butturini, Akùo e Overpress Media, racconta alcune storie di chi quel momento l’ha abitato prima adolescente, poi giovane.
Un’esperienza che non si svolge a Milano, Torino, Roma o Napoli, ma a Verona, una piccola, bellissima città, poco raccontata e ancor meno analizzata. Una zona allora periferica, ritenuta tale sino a poco tempo fa, nella quale, per contro, si annidavano le antinomie politiche, sociali e culturali che partorirono le tensioni generazionali e di classe, i terrorismi rosso e nero, gli squilibri e le questioni insolute che ci trasciniamo ancora oggi.
Il podcast è suddiviso in 10 puntate (ne esce una ogni mercoledì dal 4 maggio) che attraversano il decennio fermandosi all’anno prima del rapimento di Aldo Moro Moro, 1978, episodio che segna una rottura e l’entrata dell’Italia in un’altra fase storica. Ora che la moda, la musica, l’arte, ripropongono immagini, look e tic di quel tempo, cerchiamo di restituirvelo con uno sguardo dal basso, nella sua ingenua e indisciplinata vitalità.
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