I leader dei 27 paesi si riuniscono a Bruxelles per il Consiglio europeo. I lavori saranno aperti da una sessione a cui partecipa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Si parlerà di Medio Oriente, sicurezza, difesa.

Ma è a cena che i capi di Stato e di governo affronteranno il tema più spinoso, l’accordo sui “top jobs”. I negoziatori popolari, socialisti e liberali hanno raggiunto l'accordo due giorni fa: Antonio Costa, ex premier socialista portoghese, sarà indicato come presidente del Consiglio europeo; Ursula von der Leyen per un bis alla guida della Commissione; la premier estone Kaja Kallas come Alto rappresentante per la politica estera.

Una scelta contestata duramente in Parlamento da Giorgia Meloni. La premier lo ribadirà di fronte ai colleghi, ben sapendo però che molto difficilmente potrà far saltare il banco. 
L’altra partita per il governo riguarda la trattativa sul programma e sulle deleghe della nuova Commissione. Secondo quanto scrive il Financial Times, «Francia e Italia si contendono un posto economico di alto livello nella prossima Commissione europea, una lotta accentuata dall'animosità personale tra i leader dei due Paesi».

Ma fonti del ministero degli Esteri francese smentiscono a Domani che ci sia una contesa tra Francia e Italia sullo stesso portafoglio per la futura Commissione europea.
"Riteniamo - ha ribadito questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della riunione del Ppe - che per l'Italia debba esserci un vicepresidente e un portafoglio di rilievo, che spetta alla seconda manifattura d'Europa, a un paese fondatore, e con una stabilità di governo per i prossimi tre anni e mezzo".

Per quanto riguarda il voto italiano sui top jobs, Tajani ha sottolineato che "ancora devono cominciare le trattative", "non c'è nessuna decisione di votare contro; finché non comincia il Consiglio non si può dire ciò che farà l'Italia". Prima dell'inizio dei lavori, un messaggio di "distensione” è arrivato da Donald Tusk, primo ministro polacco e negoziatore sui top jobs per il Ppe. "Nessuno più di me - ha detto arrivando in Consiglio - rispetta la premier Giorgia Meloni e l'Italia. C'è stata un'incomprensione. L'unica intenzione e ragione per cui abbiamo preparato questa posizione comune è per facilitare il processo. Non c'è Europa senza Italia e non c'è decisione senza la premier italiana".

PUNTI CHIAVE

17:06

Metsola: Coinvolgere Meloni aiuterà ad avere una maggioranza in Europarlamento

15:54

Morawiecki conferma la crisi politica nel gruppo europeo di Meloni

15:13

Quai d'Orsay smentisce a Domani una contesa con Meloni sulle deleghe in Commissione 

18:16

Orbán sta provando a formare un nuovo gruppo all'Europarlamento

BRUXELLES - Balázs Orbán, braccio destro del premier ungherese, conferma che Viktor Orbán sta provando a formare un nuovo gruppo e che i negoziati sono in corso. L'ex premier polacco Mateusz Morawiecki ha citato questa come l'opzione in caso di uscita del Pis da Ecr. (F.D.B.)

18:10

Orban conferma il veto agli aiuti militari dell'Ue a Kiev

Il premier ungherese Viktor Orban non ha rimosso il veto sull'erogazione degli aiuti militari a Kiev, che sarebbero di 6,6 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi sono rimborsi arretrati verso alcuni stati membri e 5 miliardi sono la somma prevista per il 2024. 

A Budapest è stata proposta una deroga ma il consigliere del premier ha chiarito che i negoziati su questo argomento sono ancora in corso. 

Al momento non si sa se un'accordo in extremis potrà essere trovato prima della fine del Consiglio europeo venerdì oppure se le trattative andranno avanti.

17:43

Metsola: «Spero in un accordo oggi, ci darà la possibilità di votare a luglio a Strasburgo»

Durante una conferenza stampa la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha dichiarato: «Spero che ci sia un accordo oggi. Un accordo oggi ci darà la possibilità di votare a luglio a Strasburgo. Devo ricordare che a differenza di altri anni abbiamo solamente una sessione a luglio a Strasburgo». 

Sulla possibile presenza del primo ministro ungherese Viktor Orban a Strasburgo per presentare il programma della presidenza ungherese, Metsola ha affermato: «L'agenda della sessione di Strasburgo sarà decisa l'11 luglio, se questo fosse un normale anno elettorale avremmo due sessioni, ma siccome le elezioni erano a giugno avremo una sola sessione che sarà quindi dedicata all'elezione del presidente della Commissione Ue».

17:38

Rutte: «Meloni non è stata esclusa, l'Italia deve essere rappresentata in Ue»

Su Giorgia Meloni, il premier olandese uscente Mark Rutte sostiene che non sia stata esclusa: «La difficoltà è che una volta ogni cinque anni i membri del Consiglio europeo diventiamo politici e dopo cinque anni torniamo capi di Stato e di governo» ha commentato al suo arrivo al Consiglio europeo.

«Il fatto è semplicemente che l'Ecr, di cui fa parte il partito della Meloni, non è coinvolto in questi colloqui perché la cooperazione non è accettabile per gli altri partiti. Questo è un vero peccato e dobbiamo ovviamente garantire che l’Italia si senta adeguatamente rappresentata nella Commissione europea», ha aggiunto. 

17:06

Metsola: Coinvolgere Meloni aiuterà ad avere una maggioranza in Europarlamento

«Il formato dei sei negoziatori andava allargato a Meloni?», chiedono i cronisti a Roberta Metsola, la presidente dell'Europarlamento che nel 2022 fu eletta anche coi voti dei Conservatori. Risposta: «Le discussioni non si sono concluse e tutti i paesi saranno coinvolti, così da garantire la più ampia maggioranza possibile, il che aiuterà poi la costruzione di una maggioranza in Europarlamento. La cosa importante per me è non escludere nessuno e nessun paese». (F.D.B.)

15:54

Morawiecki conferma la crisi politica nel gruppo europeo di Meloni

BRUXELLES - L'ex premier polacco Mateusz Morawiecki dichiara in un'intervista a Politico che "siamo tentati dall'aderire a un nuovo gruppo" del quale farebbero parte il premier ungherese, il partito ceco Ano di Andrej Babis che la scorsa settimana ha lasciato Renew e altri. Morawiecki parla di "trattative in corso". Si tratta proprio del "negoziato massacrante" raccontato su Domani: a questo link tutti i dettagli su cause, effetti e svolgimenti della crisi interna ai Conservatori di Meloni. (F.D.B.)

15:13

Quai d'Orsay smentisce a Domani una contesa con Meloni sulle deleghe in Commissione 

BRUXELLES - Fonti di Quai d'Orsay, il ministero degli Esteri francese, smentiscono a Domani che ci sia una contesa tra Francia e Italia sullo stesso portafoglio per la futura Commissione europea: "Non si vede una sovrapposizione. Il punto cruciale della richiesta della Francia è quello di seguire gli interessi industriali d'Europa, con una flessibilità sul perimetro esatto del portafoglio". Certo è vero che sia Francia che Italia hanno una procedura per deficit eccessivo in corso, e da questo punto di vista gli interessi dei due paesi sono affini, ma in termini di deleghe in Commissione la Francia esce da una delega al Mercato interno (dunque alle imprese) ed è interessata anche ad adeguati finanziamenti all'industria della difesa. Il governo Meloni invece per esempio può ambire come minimo alla delega ai fondi di coesione, e punta a qualche boost che riguardi dossier come la gestione di Next Generation EU (che finisce nel 2026). (Francesca De Benedetti)

15:02

Orbán: «Gli europei raggirati, formata una coalizione delle bugie»

 

14:47

Orbán e Zelensky discutono animatamente prima di un incontro a Bruxelles

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno avuto un'accesa discussione prima di un incontro dei leader dei paesi europei a Bruxelles. Il video è stato postato da Henry Foy, capo dell'ufficio di Bruxelles del Financial Times, che ha scherzanto: «Se solo avessimo l'audio...»

 

14:11

Tusk: Non c'è Europa senza Italia e non c'è decisione senza Meloni

BRUXELLES - Donald Tusk non è soltanto - assieme al premier greco - il negoziatore del Ppe per le nomine Ue, ma rappresenta pure l'ala più moderata della famiglia popolare, rispetto a chi invece, come il leader Manfred Weber, spinge per la cooperazione con Meloni. Perciò va segnalata la dichiarazione che ha rilasciato al suo arrivo in Consiglio europeo, parlando ai cronisti davanti alla cosiddetta "lanterna". Riferendosi al fatto che i negoziatori di popolari, socialisti e liberali abbiano trovato un accordo sulle nomine già prima del vertice di oggi, scatenando l'irritazione di Meloni, Tusk ha detto: "Una cosa dev'essere chiara: nessuno rispetta la premier Meloni e l'Italia più di me. Si tratta di un equivoco, a volte serve una piattaforma per facilitare il processo, ed essendo i tre gruppi corposi dell'Europarlamento lo abbiamo fatto, ma l'unica intenzione per avere una posizione comune era di facilitare il processo. Non c'è Europa senza Italia e non c'è decisione senza Meloni". (F.D.B.)

13:11

Il presidente ucraino Zelensky arriva al Consiglio europeo

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel dà il benvenuto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e afferma: «La nostra determinazione a supportare l'Ucraina è più forte di sempre»

 

12:16

Tajani: dubbi su Costa per 5 anni. No ai Verdi

"Vedremo" se ci sarà un voto contrario di Meloni sulle nomine. "La mia posizione è favorevole ma senza alcuna apertura ai Verdi. Bisogna invece guardare a un dialogo con i conservatori", ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al suo arrivo al pre-vertice del Ppe a Bruxelles.  

"Io sono molto perplesso sulla durata dei cinque anni per la presidenza del Consiglio europeo - a cui, per il momento, in base all'accordo trovato tra Ppe, socialisti e liberali, viene destinato l'ex premier portoghese Antonio Costa, ndr - perché il Partito popolare europeo è quello che ha vinto le elezioni. Non hanno vinto né i socialisti né i liberali", ha detto Tajani aggiungendo che "finché non comincia il Consiglio non si può dire cosa farà l'Italia".

12:06

Tajani: «Ho sempre detto solo vicepresidenza, ancora non si sa se e come ci saranno quelle esecutive»

BRUXELLES - Anche il vicepremier Antonio Tajani è al pre vertice del Ppe, del quale Forza Italia fa parte. Tajani si dice favorevole ai top jobs (all’accordo sui tre nomi) ed essendo vicepremier esplicitarlo mette all’angolo Meloni. «Ma sono contro l’ingresso dei Verdi in maggioranza von der Leyen». In questa fase Tajani fa di fatto da pontiere tra la premier e il Ppe. Perciò gli abbiamo chiesto dei margini negoziali per l’Italia. Il paese merita «una vicepresidenza e un commissario con portafoglio di rilievo», è in sostanza la risposta. Nella Commissione Ue una vicepresidenza non indica necessariamente peso politico o incisività: Gentiloni non è vicepresidente ma ha la delega agli Affari economici, Jourova è vicepresidente e segue lo stato di diritto, Dombrovskis è il falco dei conti ed è vicepresidente esecutivo. Come mai prima si parlava di vicepresidenza esecutiva, poi forte, ora semplice?, chiedo a Tajani in place Jourdan, tenendo presente le voci degli ultimi giorni. Risposta: «Ho sempre detto solo vicepresidenza, ancora non si sa se e come ci saranno quelle esecutive». Aspettative che si adattano? Da top jobs a down jobs. (F.D.B.)

12:04

Weber a Meloni: «Bisogna coinvolgere l'Italia nel processo»

BRUXELLES - Manfred Weber, il leader del Ppe, è arrivato al Sofitel di place Jourdan, dove sta per iniziare il pre vertice dei Popolari europei. E prima di entrare ha voluto lanciare un messaggio di distensione verso la premier Meloni: «L’Italia è un paese del G7 - ha detto anche per evocare il summit pugliese - oltre che uno degli stati membri alla guida dell’Ue. Bisogna coinvolgere l’Italia nel processo» dei top jobs ovvero le nomine Ue che si decidono in questo consiglio. (F.D.B.)

11:54

Financial Times: «Francia e Italia si contendono le stesse deleghe»

«Francia e Italia si contendono un posto economico di alto livello nella prossima Commissione europea, una lotta accentuata dall'animosità personale tra i leader dei due paesi» ad affermarlo è il Financial Times, nel giorno d'apertura nel Consiglio europeo a Bruxelles. Durante questo vertice saranno decisi i "top jobs", ovvero le nomine per il presidente della Commissione europea, del Consiglio europeo e per l'Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Per ottenere nuovamente l'incarico di presidente della Commissione, Ursula von der Leyen ha bisogno dell'appoggio di Francia e Italia.

«Le capitali, tra cui Parigi e Roma, hanno segnalato le loro preferenze di portafoglio all'interno della prossima commissione come prezzo per questo sostegno. Il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro italiano Giorgia Meloni sono ai ferri corti - si legge ancora - poiché entrambi competono per lo stesso posto: un potente vicepresidente della Commissione responsabile del commercio, della concorrenza e della politica industriale» osserva il quotidiano della City.

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