Pochi minuti dopo le 19 di venerdì 20 dicembre una Bmw scura ha svoltato a tutta velocità verso la piazza di Magdeburgo dove si svolgeva il mercatino di Natale. Ha travolto la folla e le bancarelle per «almeno 400 metri», lasciando dietro di sé almeno cinque morti, tra cui un bambino, e centinaia di feriti, di cui 41 gravi.

Il responsabile dell'attentato è Taleb Al Abdulmohsen, uno psichiatra saudita 50enne, arrivato in Germania nel 2006 come studente, aveva ricevuto asilo nel luglio 2016. La polizia ritiene che abbia agito da solo. Nel suo profilo X accusa la Germania di essere complice dell'islamizzazione dell'Europa. 

Arrestato sul posto subito dopo l’attentato, è risultato positivo a un test antidroga. All’alba le forze dell’ordine hanno perquisito la sua abitazione di Bernburg nel land orientale della Sassonia-Anhalt. 

L'ambasciata d'Italia a Berlino riferisce che al momento non risultato italiani tra le vittime e le persone ferite.

L'episodio per la dinamica ha ricordato l'attacco jihadista del 19 dicembre 2016, quando un tunisino alla guida di un camion uccise 13 persone in un mercatino di Natale a Berlino. L'attentato in quel caso fu rivendicato dall'Isis.

L’attentatore

ANSA

Taleb Al Abdulmohsen, l'uomo della strage al mercatino di Natale di Magdeburgo, viene indicato come simpatizzante del partito di estrema destra tedesco Afd. Secondo il settimanale Der Spiegel, è stato riconosciuto come rifugiato nel luglio 2016 perché era stato minacciato di morte per aver rinunciato all'Islam. Sarebbe stato per anni un attivista per i diritti delle donne, consigliando in particolare le donne dell'Arabia Saudita su come fuggire dal loro Paese. In un'intervista al quotidiano Frankfurter Rundschau nel 2019, aveva raccontato di essere stato contattato da donne saudite che chiedevano protezione «perché erano state violentate dal loro tutore maschio». Alla Frankfurter Allgemeine Zeitung si era dichiarato «il più aggressivo critico dell'Islam nella storia».

Poi la svolta complottista, sui suoi social retwittava post di attivisti che bruciano in piazza il Corano e si proclama in modo molto sconnesso sostenitore di Musk e seguace dei teorici del complotto, come l'americano Alex Jones e l'attivista di destra britannico Tommy Robinson.

A novembre ha pubblicato sul suo account X quattro «richieste dell'opposizione liberale saudita», la prima delle quali era: «La Germania deve proteggere i suoi confini dall'immigrazione illegale». E ancora: «È stato dimostrato che la politica dei confini aperti era un piano della Merkel per islamizzare l'Europa». Attacca il paese che lo ospita, colpevole dal suo punto di vista di «dare la caccia ai rifugiati sauditi». In altri post, simpatizza apertamente con l'AfD e sogna un progetto comune con il partito: un'accademia per ex musulmani. «Chi altro sta combattendo l'Islam in Germania?», si chiede.

Dopo l’attacco, sul suo profilo social sono apparsi video confusi e accuse contro attivisti per i rifugiati e le autorità di sicurezza, alimentando ipotesi su possibili disturbi psichici. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha espresso cordoglio in giornata è arrivato a Magdeburgo insieme alla ministra degli Interni, Nancy Faeser.

Scholz ha parlato di «un'azione terribile e folle. Ora è importante fare chiarezza e farlo con la massima precisione e accuratezza».

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