Il premier britannico interviene in conferenza stampa dopo il repentino aumento dei casi nell’ultima settimana, dovuto alla variante inglese del virus: «Il governo vi chiede ancora una volta di restare a casa». Chiuse le scuole primarie, secondarie e college, con passaggio alla didattica online: «Istituti possono agire come vettori di trasmissione facendo sì che il virus si diffonda tra le famiglie»
«Mentre vi parlo, i nostri ospedali sono sotto pressione più che mai da inizio pandemia. I positivi sono aumentati di circa un terzo nell’ultima settimana. Dobbiamo fare di più, insieme, per mettere sotto controllo la nuova variante. In Regno Unito ci sarà un nuovo lockdown nazionale: il governo, ancora una volta, vi chiede di stare a casa. Potrete lasciarla solo nei casi consentiti alla legge»: con queste parole il premier britannico, Boris Johnson, ha annunciato stasera in una conferenza stampa un nuovo lockdown del paese a causa dell’impennata di casi da Covid-19.
L’annuncio è arrivato nel giorno in cui nel paese è partita la somministrazione del vaccino di Oxford-AstraZeneca, che hanno promesso ai britannici 100 milioni di dosi da affiancare ai 40 milioni forniti da Pfizer-Biontech. Johnson ha definito «allarmante» la cosiddetta variante inglese, più contagiosa «dal 50 al 70 per cento» del precedente ceppo e ha parlato di un aumento dei ricoveri in ospedale del 40 per cento maggiore rispetto alla prima ondata di aprile.
Il premier britannico ha annunciato la chiusura delle scuole primarie, secondarie e college e il passaggio alla didattica online. «Voglio sottolineare che il problema non è che le scuole non siano sicure», ma è che queste «possono agire come vettori di trasmissione facendo sì che il virus si diffonda tra le famiglie».
I numeri
Negli ultimi giorni, la situazione dei nuovi contagi da coronavirus in Regno Unito è andata fuori controllo. La nuova variante inglese si è diffusa ormai in tutto il paese: da una settimana, i casi quotidiani sono costantemente sopra i 50mila, frantumando ogni precedente record del periodo di marzo e aprile. La situazione è critica anche negli ospedali, già in piena emergenza sia per quanto riguarda i ricoveri ordinari che quelli in terapia intensiva. E i morti quotidiani sono agli stessi livelli della scorsa primavera.
I numeri parlano di 25mila ricoverati per Covid-19 in tutto il Regno Unito (30 per cento in più del picco di aprile), con molti ospedali di Londra e della parte sudorientale del paese che hanno superato il 50 per cento di pazienti totali malati di coronavirus. Inoltre, le nefaste proiezioni degli ultimi giorni affermano che, senza un argine al contagio, entro fine gennaio si sfonderà quota 100mila morti. In altre parole, secondo le stime da qui a fine mese in Regno Unito ci saranno altri 25mila morti per Covid-19.
I dati di oggi hanno siglato un ulteriore record di contagi: 58.784 nelle ultime 24 ore, superando il precedente primato di 57.725 di sabato scorso. I morti, invece, nell’ultimo giorno sono stati 407: è il dato più basso da lunedì scorso, quando furono 357. Tuttavia, su base settimanale è ancora in crescita del 21 per cento.
Scozia in lockdown
Intanto, un altro annuncio di lockdown nella penisola britannica è arrivato stamattina dalla premier della Scozia, Nicola Sturgeon: «Il consiglio fondamentale per tutti è di stare a casa» e questo diventerà legge come lo era durante il lockdown di marzo, ha detto. Da mezzanotte, entrerà in vigore la chiusura totale del paese. Sarà consentito uscire solo per motivi essenziali, sarà consentito incontrarsi a un massimo di due persone di due diverse abitazioni e solo all'aperto (dagli 11 anni in su).
Chiuse le scuole fino al 1° febbraio: ci saranno quindi due settimane aggiuntive di didattica a distanza per la maggior parte degli alunni. Il governo scozzese aveva infatti esteso le vacanze natalizie fino all'11 gennaio e la didattica a distanza sarebbe poi proseguita fino al 18 gennaio. Le scuole resteranno invece aperte per i figli dei lavoratori in settori essenziali che non possono lavorare da casa. Chiusi anche i luoghi di culto. «Sono più preoccupata della situazione che affrontiamo adesso di quanto lo sia stata da marzo dell'anno scorso», ha concluso Sturgeon.
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