L’ex ministro dovrà prima supervisionare le opere già finanziate con il budget 2021-2027, comprese quelle per il Recovery Plan. Per il successivo settennato toccherà a lui l’allocazione delle risorse del suo portafoglio
Un portafoglio da 392 miliardi di euro. È la cifra complessiva che è chiamato a gestire, in sinergia con altri interlocutori (dai governi alle regioni) oltre ai colleghi della Commissione di Ursula von der Leyen, il commissario per la Coesione e le Riforme, ruolo assegnato a Raffaele Fitto, ex ministro del Pnrr, nominato anche vicepresidente esecutivo. La somma è stata stanziata nella previsione di bilancio dal 2021 al 2027. Il raggio di azione è vasto: si va dalle politiche abitative, in un’ottica di inclusione sociale, fino ad arrivare alle strategie per la digitalizzazione dei paesi dell’Unione europea. Con la stella polare dell’Unione europea: la transizione ecologica, un obiettivo per sua natura trasversale.
L’incarico si è infatti via via rafforzato, modificando anche il nome. In precedenza era semplicemente commissario alla politica regionale. Nella seconda commissione guidata da Ursula von der Leyen, poi, ci sono stati altri cambiamenti di mansioni, soprattutto per quanto riguarda il capitolo delle riforme. L’attuale commissario, a differenza di prima, non avrà il controllo esclusivo della direzione generale delle riforme, affidato a una più ampia task force sotto il controllo della presidente di Commissione. Ci sarà un lavoro più collegiale da questo punto di vista.
Risorse e bilancio
Ma procediamo con ordine. Il plafond del portafoglio Coesione e Riforme è stato amministrato – fino all’insediamento della nuova commissione – dall’ex vice governatrice della banca centrale portoghese, Elisa Ferreira, la prima commissaria ad avere la nuova denominazione. Nel prossimo triennio occorrerà garantire che tutte le risorse a disposizione – i 392 miliardi di euro appunto – vengano effettivamente spese, perché le somme sono state tutte assegnate dalla commissaria Ferreira. Il suo sostituto, Fitto, è chiamato a svolgere principalmente un’opera di supervisione delle modalità di spesa.
Ma i soldi in dotazione vanno anche oltre. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un recente intervento alla Camera dei deputati aveva parlato di un portafoglio dal peso di mille miliardi di euro, una cifra superiore a quella “standard”. Il discorso è legato al Pnrr che riguarderà Fitto per il prossimo biennio (il Recovery plan deve essere completato nel 2026). Lo stanziamento totale dell’Unione europea ammontava a 650 miliardi di euro. Stando ai dati aggiornati, i fondi ancora da assegnare sono circa 380 miliardi di euro.Di fatto, il commissario per la Coesione e le riforme dovrà vigilare che i singoli Pnrr vengano portati a compimento in collaborazione con il collega Valdis Dombrovskis, che sta seguendo il dossier fin dall’inizio e che sul punto ha ampi poteri. Si torna, dunque, alla cosiddetta messa a terra del Next generation EU, che riguarda i beneficiari delle risorse stanziate dopo la pandemia.
Il compito del commissario Fitto diventerà più di lungo termine in seguito, quando ci sarà da programmare la spesa per il prossimo settennato, dal 2028 al 2034, dell’Unione europea. Il portafoglio per la Coesione e le riforme dovrebbe ricevere una cifra simile a quella attuale, intorno ai 400 miliardi di euro. La decisione sulla distribuzione delle risorse, tuttavia, fa capo al commissario per il Bilancio, il polacco Piotr Serafin, che avrà voce in capitolo quindi sul resto della squadra (Fitto compreso) sempre d’intesa con von der Leyen, che mantiene un ruolo in prima linea data la rilevanza strategica del bilancio.
Nuovo budget
A Serafin spetterà un’ulteriore mansione, secondo la lettera d’incarico: individuare «un nuovo approccio per un bilancio dell’Ue moderno e rafforzato». La linea guida resta quella di ottenere le risorse sulla base delle riforme e degli investimenti sul modello di quanto avviato con i Pnrr. Fitto dovrà declinare i principi in un’ottica pratica, confrontandosi con gli attori nazionali e con quelli territoriali.
Nel senso più ampio quindi, il vicepresidente deve garantire che l’Ue investa e sostenga adeguatamente gli Stati membri, insieme agli enti regionali e locali, attraverso le dotazioni a disposizioni con il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione, e l’attuazione del Fondo per la transizione ecologica: insomma, i fondi in ogni angolazione. Gli investimenti della commissione, sotto l’egida di Fitto, devono essere orientati a un macro-obiettivo ribadito da von der Leyen: il supporto alle comunità territoriali per limitare le disparità.
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