- Il progetto di gasdotto MidCat, che doveva collegare Francia e Spagna, era finito sepolto dopo la contrarietà delle authority e con gioia degli ambientalisti. Ma la guerra cambia il contesto, e il governo Sánchez, che punta a fare della Spagna un hub energetico, resuscita MidCat assieme a uno sponsor non da poco: il cancelliere tedesco Scholz. Anche l’italiana Snam è coinvolta nel progetto MidCat.
- Ma il paladino del nucleare, Macron, sta frenando l’ambizione della Spagna. La posizione dell’Eliseo ha effetti per l’Italia, visto che come piano alternativo Madrid guarda ora in direzione di Livorno. A maggio Snam si è messa avanti e ha già siglato con la spagnola Enagas l’accordo per lo studio di un progetto di gasdotto marino che colleghi Spagna e Italia.
- Livorno diventa quindi lo sbocco più accreditato se Parigi non si smuove. Intanto le nuove interconnessioni diventano di rilievo europeo, il che significa anche finanziamenti. E comunque vada – che si tratti di MidCat o del piano B – l’italiana Snam è in prima linea.
Il paladino del nucleare, Emmanuel Macron, frena l’ambizione della Spagna, che intende diventare il grande hub energetico d’Europa. Il presidente francese non dà il via libera a MidCat, il progetto di gasdotto che dovrebbe collegare la Catalogna al sud della Francia, con la possibilità di garantire rifornimenti anche alla Germania, gran sostenitrice ora di questa interconnessione. La posizione dell’Eliseo ha effetti per l’Italia, visto che come piano alternativo Madrid guarda in direzione di Livorno. E sia il gasdotto MidCat che il progetto livornese trovano coinvolta l’italiana Snam.
Cosa è MidCat
Il progetto ha origini così lontane nel tempo che già dieci anni fa in Catalogna era in corso una mobilitazione “Stop MidCat”. Se i piani originari fossero stati rispettati, oggi quantomeno la prima fondamentale sezione del gasdotto sarebbe già costruita. Non è andata così: nel 2019 il progetto è saltato, e il 2022 è diventato l’anno del grande rilancio.
Con il nome di “MidCat”, che sta per “gasdotto Midi-Catalunya”, si intende una interconnessione che dovrebbe unire due regioni d’Europa, cominciando col collegare Carcassonne, nel sud della Francia, a Barcellona, nel sud-est della Spagna. Questa prima sezione del progetto MidCat – che porta il nome di Step – South transit east Pyrenees – attraversa quindi i Pirenei ed è lunga oltre duecentoventi chilometri. L’intera interconnessione supererebbe i milleduecento chilometri di tubo, con un investimento di oltre tre miliardi.
Il primo via libera
Ai tempi di Jean-Claude Juncker presidente, il suo commissario all’Energia, lo spagnolo Miguel Arias Cañete, ha sostenuto con zelo il progetto, che è finito nella lista dei “Progetti di interesse comune”, meritevoli cioè di un supporto dell’Unione europea.
Nella primavera 2016, Cañete firma un contratto di quasi sei milioni di euro – stanziati sotto l’ombrello della Connecting Europe Facility – per gli studi preparatori del gasdotto, che oltre a coinvolgere la spagnola Enagás viene sviluppato dall’operatore di trasmissione energetica Tigf, oggi rinominato come Teréga, che è francese ma ha l’italiana Snam come grande azionista (all’epoca di Cañete, al 40,5 per cento).
Ambiente e costi
Tuttavia sia gli ambientalisti che le autorità regolatorie hanno contestato la validità dell’iniziativa, che all’inizio del 2019 è finita affossata, prima di essere poi resuscitata quest’anno. Come mai MidCat era stato bocciato? Tra i più agguerriti oppositori del progetto c’erano gli ambientalisti.
Associazioni come Friends of the Earth e Fossil-free Europe contestavano anzitutto la scelta di investire in un progetto che avrebbe ancorato il continente ancor di più ai combustibili fossili, ignorando così gli accordi di Parigi. Determinante per lo stop al progetto è stata ad ogni modo la bocciatura dell’ente regolatorio dell’energia francese (Cre), che nella sua analisi su costi e benefici del progetto lo ha ritenuto non sostenibile, e quindi non negli interessi francesi.
Guerra e rilancio
Quest’estate MidCat ha trovato uno sponsor di rilievo, il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Per il governo Sánchez, il progetto è una opportunità per identificare la Spagna come grande hub energetico europeo: il paese è già avanti sul fronte delle rinnovabili e con il nuovo gasdotto potrebbe uscire dalla sua condizione di “isola energetica”, trasferendo gas liquefatto verso il resto d’Europa.
Per la Germania, che dopo l’invasione dell’Ucraina ha detto addio a Nord Stream 2 e che non riceve più gas russo da Nord Stream 1, una nuova rete allevierebbe le difficoltà europee. Il Portogallo pure è entusiasta: «Oggi gas, domani idrogeno verde», sostiene il governo Costa, che a sua volta punta al ruolo di hub di gas liquefatto.
Ue, Francia e Italia
A maggio la presidente della Commissione europea ha definito il progetto MidCat «cruciale» per diversificare l’approvvigionamento, ed emanciparsi dal gas russo. Il think tank Bruegel, che Bruxelles tiene in considerazione, nel suo report appena uscito invita a «riconsiderare» il progetto alla luce del contesto attuale. Ma l’Eliseo si mette di traverso: per Macron se ne può fare a meno.
E per quanto il governo spagnolo prometta di fare in fretta, coi primi risultati nel giro di pochi mesi, quello francese insiste che «invece di pensare a investimenti a lungo termine dovremmo concentrarci sul prossimo inverno».
Madrid si concentra quindi anche sui piani alternativi, e il più accreditato punta su Livorno. A maggio Snam si è messa avanti e ha già siglato con la spagnola Enagas l’accordo per lo studio di un progetto di gasdotto marino che colleghi Spagna e Italia.
Livorno diventa quindi lo sbocco più accreditato se Parigi non si smuove. Intanto le nuove interconnessioni diventano di rilievo europeo, il che significa anche finanziamenti. E comunque vada – che si tratti di MidCat o del piano B – l’italiana Snam è in prima linea.
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