Le origini irlandesi di Joe Biden non sono mai state un segreto, ma se a qualcuno fossero sfuggite, dopo il suo recente viaggio non può avere più dubbi. Il presidente statunitense, da quando martedì sera è atterrato a Belfast e soprattutto da quando mercoledì pomeriggio si è spostato nella Repubblica d’Irlanda, in ogni occasione possibile ha infatti incensato le origini irlandesi dei suoi avi. Più precisamente, il suo bis-bisnonno Owen Finnegan, cresciuto nella contea di Louth, si è poi trasferito negli Stati Uniti nel 1849 dopo la grande carestia che ha afflitto l’isola. Mentre altri suoi lontani parenti, i Blewitts, arrivano da un’altra contea irlandese, quella di Mayo, sul lato occidentale dell’isola.

Il “ritorno alle origini” della sua famiglia è stato un leitmotiv del viaggio del presidente statunitense in Irlanda. In teoria doveva essere la missione diplomatica di un capo di Stato per celebrare l’anniversario del Good Friday Agreement, ma in pratica è diventato qualcosa di molto simile a un tour elettorale. I quattro giorni di soggiorno irlandese sono stati conditi da bagni di folla, strette di mano, incontri con i leader locali, discorsi, promesse di investimenti e bandierine a stelle e strisce appese per le città. L’evento conclusivo di venerdì a Ballina – con colonna sonora dei Dropkick Murphys e tribune festanti, in pieno stile americano – è stato il culmine.

18 ore in Irlanda del Nord

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All’interno di uno dei viaggi all’estero più lunghi della sua amministrazione, il passaggio di Biden in Irlanda del Nord è stato breve ma comunque denso. Circa 18 ore in totale, in cui il presidente ha incontrato sia il premier britannico Rishi Sunak sia i leader dei principali partiti politici nordirlandesi, prima di tenere un discorso alla Ulster University di Belfast. In quel frangente, oltre a ricordare i benefici della pace ottenuta con il Good Friday Agreement firmato 25 anni fa, ha anche auspicato un ripristino del governo condiviso e dell’Assemblea di Stormont, oggi ancora bloccati a causa dell’ostruzionismo degli unionisti in protesta contro il protocollo nordirlandese post Brexit. «Ma è una decisione che spetta a voi, non a me», ha ribadito Biden, cogliendo appieno quel desiderio di autonomia nel prendere le decisioni che pervade per motivi opposti le comunità nazionaliste e lealiste in Irlanda del Nord.

Durante il suo keynote speech all’università, Biden non ha perso l’occasione di unire la necessità di festeggiare l’anniversario degli accordi del Venerdì santo del 1998 con la volontà di parlare anche al cuore degli Stati Uniti. Ha infatti affermato che preservare il Belfast Agreement  – e di conseguenza la pace in Irlanda del Nord – è una priorità per tutta la politica del paese, una delle poche questioni su cui repubblicani e democratici la pensano allo stesso modo. Un tema trasversale che mette d’accordo entrambe le anime statunitensi, un argomento quindi su cui un dem moderato come Biden può far presa anche tra i repubblicani.

Sempre parlando davanti a studenti, politici e giornalisti, Biden ha ammesso come la Brexit abbia causato «sfide complesse» per la regione. Una stoccata ai governi inglesi, anche perché dalle parti di Washington non è stata granché gradita negli ultimi anni la gestione da parte di Londra dell’uscita dall’Unione europea, tanto da mettere in stallo gli accordi commerciali di libero scambio con il Regno Unito. Biden è stato addirittura accusato di essere “anti-britannico” per il particolare trasporto con cui ha evidenziato il suo essere di origine irish.

Nonostante tutto, Biden ha dato il suo appoggio al Windsor Framework, firmato da Sunak e dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che offre «stabilità e certezza». Una stabilità e una pace che vanno di pari passo con le opportunità economiche per l’Irlanda del Nord, dove gli imprenditori americani sono pronti a investire in maniera importante, ha promesso Biden, soprattutto nel caso in cui venga superata l’impasse politica. Anche in questo caso, oltre ai vantaggi per la regione nordirlandese, il presidente Usa ha velatamente accennato anche ai risvolti positivi per l’economia statunitense.

Il “ritorno a casa” 

Una volta superato il confine morbido tra il nord e il sud, Biden ha insistito sul fatto che arrivare in Irlanda sia stato «come tornare a casa», un’espressione usata più volte – nella cittadina di Dundalk o nel parlamento di Dublino – per rimarcare il legame con l’isola. La storia della famiglia di Biden è simile a quella di tante altre famiglie irlandesi (e non solo) che, dopo il loro arrivo carico di speranza e desideri, dal nulla hanno contribuito a modellare gli Stati Uniti. Un concetto che Biden ha utilizzato per ravvivare quell’American dream tanto caro alla popolazione statunitense, stratificata nei secoli a causa delle migrazioni, e quindi usato a più riprese dai candidati per la Casa Bianca. Un sogno americano di cui la famiglia di Biden rappresenta un modello vincente.

Nella Repubblica d’Irlanda, il presidente Usa ha alternato le visite nei luoghi in cui i suoi avi hanno vissuto, come il centro e il castello di Carlingford, ai momenti istituzionali, come l’incontro con il primo ministro (taoiseach, in gaelico) Leo Varadkar. O come quello con il presidente Michael D. Higgins all’Áras an Uachtaráin, sede della presidenza della Repubblica, dove è stato protagonista di alcuni gesti simbolici, come suonare la Campana della pace o piantare un albero nel giardino della residenza, sorte toccata anche ad altri presidenti, da John F. Kennedy a Barack Obama. Biden è anche intervenuto alla Camera irlandese, la Dáil Eireann, dove è stato accolto con un’ovazione e dove ha ribadito la stretta relazione tra Washington e Dublino. Iniziative in cui si è potuto notare il messaggio di fondo di Biden anche nei dettagli, come la cravatta verde o la spilla con le bandiere dei due paesi.

Una visita da campagna elettorale

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L’attenzione del presidente verso l’Irlanda non è stata motivata solo da interessi diplomatici o per riscoprire le sue innegabili origini, ma soprattutto per ciò che esse possono rappresentare all’interno degli Stati Uniti. Secondo un recente censimento, in America sono circa 32 milioni (un decimo dell’intera popolazione) i cittadini che dichiarano di avere legami di sangue con la cosiddetta isola di Smeraldo. Secondi solo a coloro che appartengono al ceppo tedesco, quello tuttora dominante negli States.

Nonostante tra gli Irish American in generale ci sia un sentimento più favorevole al Grand Old Party, sono una fetta importante a cui un presidente cattolico irlandese come Biden non può non guardare in vista delle prossime elezioni. Anche perché in diverse contee americane rappresentano una percentuale consistente della popolazione (in alcuni casi anche più del 20 per cento), tanto da poter diventare influenti nel 2024 nel colorare uno stato di rosso o di blu.

Già per le elezioni del 2020, per esempio, era stata lanciata la campagna “Irish for Biden” da alcuni residenti nella contea irlandese di Louth, in cui gli organizzatori si sono impegnati a chiamare cugini, parenti, amici oltreoceano per convincerli a votare dem. Un appoggio su cui Biden, in caso, è sicuro di poter contare anche per l’anno prossimo. Ma come accennato, il messaggio trasmesso dal presidente statunitense tramite la sua visita non riguarda solo la comunità irlandese in America, ma anche le altre comunità etniche minoritarie presenti nel paese che possono identificarsi lo stesso nella storia familiare dell’attuale presidente.

Non è chiaro se ci siano le giuste condizioni, ma sembra certo che Joe Biden voglia ricandidarsi per un secondo mandato. Negli ultimi tre anni più volte ha comunicato le sue intenzioni di voler rimanere alla Casa Bianca. Dichiarazioni fatte un po’ per mettere a tacere i dubbi sulla sua età avanzata, un po’ per controbattere al suo rivale e predecessore Donald Trump, entrato ufficialmente già nel ring, un po’ forse per una mancanza di reali alternative di peso tra i democratici. Anche prima e durante il viaggio in Irlanda, Biden ha comunicato di voler correre per la presidenza l’anno prossimo. Manca ancora un annuncio definitivo, ma intanto la sua campagna elettorale sembra essere già partita.

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