#Liebegenwinnt, L’amore vince, si chiama l’iniziativa con cui oltre cento chiese cattoliche tedesche hanno benedetto decine di coppie dello stesso sesso. Un altro passo che porta la chiesa tedesca sempre più lontana da Roma
- In Germania e Austria le chiese locali hanno avviato da anni un serio dibattito sulla comunità cattolica Lgbt.
- In ambito dottrinale, i teologi tedeschi sollevano dubbi su due punti del Catechsimo che collocano l’omosessualità tra le “offese alla castità” nel sesto comandamento: «Come può la chiesa riconoscere che quella delle persone Lgbt è una condizione in cui la persona si trova e, dall’altra parte, dire che è contro natura? È come ammettere che Dio permette che alcune persone siano create contro il suo stesso ordine di creazione».
- Da Roma per ora non è giunta risposta, anche se la scossa c’è stata. Toccherà vedere dove sarà la crepa: se in Germania o nella stessa curia.
Tutto è pronto nella chiesa di san Canisio, un cubo di architettura brutalista che si riflette nel lago Lietzensee: nella parrocchia berlinese dei Gesuiti, oggi pomeriggio tre sacerdoti benediranno alcune coppie Lgbt. Si tratta dell’ultima tappa dell’iniziativa #Liebegenwinnt, L’amore vince, con cui oltre cento chiese cattoliche tedesche hanno benedetto decine di coppie dello stesso sesso. Iniziate il 10 maggio perché «nessun vescovo possa dire ai sacerdoti di non farlo, visto che è nel loro tempo libero» secondo quanto ha dichiarato l’organizzatore Klaus Nelissen al Wall Street Journal , le benedizioni sono la risposta della chiesa d’Oltralpe al Responsum emesso dalla Congregazione per la dottrina della fede il 15 marzo scorso, che ha dichiarato illecita la benedizione a una coppia omosessuale perché approverebbe e incoraggerebbe «una scelta ed una prassi di vita che non possono essere riconosciute come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio».
Cattolici invisibili
Padre Jan Korditschke è il gesuita che ha organizzato l’evento: «Negare la benedizione è frustrante e un’ingiustizia, esistono persone che vogliono contribuire alla chiesa in vari modi e dovrebbero essere capaci di farlo liberamente, senza nascondersi: è una contraddizione chiedere a un cristiano di esserlo fino in fondo e poi condannarlo all’invisibilità». Secondo il Pew Research Center, in Germania il 70 per cento dei cattolici accetta persone Lgbt nella propria comunità (in Italia il 57 per cento). I cattolici più intolleranti si situano nell’ex blocco orientale, dalla Repubblica Ceca (50 per cento favorevole) all’Ucraina (6 per cento). Ancora oggi molti cattolici Lgbt preferiscono rimanere invisibili. Lo rivela padre Jan, che accompagna i cattolici adulti al battesimo: «Molti di loro non parlano mai del loro orientamento sessuale nel percorso, lo fanno solo quando si crea un rapporto di fiducia – spiega -. Eppure, è in questo ministero che ho conosciuto tante persone Lgbt e posso dire cin certezza che c’è un numero costante di loro che vuole diventare cattolico. Il fatto che il Vaticano abbia detto che “nessun peccato può essere benedetto” ha ferito molti di loro».
I vescovi tedeschi contro Roma
Dalla Congregazione per la dottrina della fede c’è chi risponde che si tratta di «reazioni limitate a correnti di alcune chiese dell’Occidente e dell’America del Nord». Ciononostante, in Germania, Austria e Belgio il documento è stato visto come uno strappo alla pastorale locale. A pochi giorni dalla sua pubblicazione, sono giunte le critiche del Comitato centrale dei cattolici tedeschi, del Movimento delle donne cattoliche austriache e del Gruppo di lavoro delle comunità francescane di Belgio, Germania e Lussemburgo. Forte biasimo è venuto dai vescovi locali: «Le qualità intellettuali di questo testo sono al livello di un terzo anno di scuola superiore» ha dichiarato il vescovo di Anversa, mons. Johan Bonny, sul sito cattolico Cathobel. Gli ha fatto eco Georg Bätzing, vescovo di Limburg e presidente della Conferenza episcopale tedesca: «Un documento che nella sua argomentazione esclude così palesemente il progresso della conoscenza di tipo teologico e umano-scientifico porterà la pratica pastorale a ignorarlo» ha detto. Si è detto deluso anche l’arcivescovo di Vienna, il card. Chistoph Schönborn, che in passato ha accompagnato diverse coppie omosessuali: «Non sono stato contento di questa dichiarazione: il messaggio che è arrivato sui media di tutto il mondo è stato solo un “no”. Un “no” alla benedizione; e questo è qualcosa che ferisce molte persone dentro, come se sentissero e dicessero: “Madre, non hai una benedizione per me? Anch’io sono tuo figlio”». La critica più forte è stata espressa da 278 teologi e docenti di teologia cattolica tedeschi, che il 21 marzo hanno sollevato dubbi sull’autorevolezza del documento: «La Nota esplicativa del Responsum e l’Articolo di commento pubblicati contestualmente mancano di profondità teologica, di comprensione ermeneutica e di rigore argomentativo. Se le scoperte scientifiche vengono ignorate e non accolte, come nel caso del documento, il magistero mina la sua stessa autorità».
Riprendere il Vaticano II
In Germania e Austria le chiese locali hanno avviato da anni un serio dibattito sulla comunità cattolica Lgbt. Lo spiega a Domani p. Martin Lintner, docente di teologia morale allo studio teologico accademico di Bressanone: «La teologia morale sessuale, almeno in Austria e Germania, cerca di partire dalla visione personalista iniziata con il Concilio Vaticano II: si tratta di accogliere i cambiamenti di paradigma emersi». Per i teologi d’Oltralpe, il Concilio Vaticano II ha dato alla sessualità un significato più profondo della semplice finalità procreativa: «Si è superata la gerarchia dei fini, ammettendo che la dimensione sessuale non perde nulla della sua dignità dove la procreazione non è possibile» spiega Lintner. L’omosessualità viene, così, letta fuori da pregiudiziali letture teologiche, con l’ausilio delle conoscenze in campo neuroscientifico, psicologico e sociologico. Un esempio è dato da due recenti pubblicazioni tedesche sul tema, Benedizione di unioni omosessuali e Coppie. Riti. Chiesa. Quando un matrimonio cattolico non è possibile, scritto dai teologi dell’Università di Linz, E. Volgger e F. Wegscheider: «Teologicamente alcuni hanno paura che questo approccio possa mettere in discussione l’antropologia cristiana basata sui pilastri dell’identità sessuale esclusivamente maschile e femminile » spiega il teologo Lintner, che aggiunge: «Ricorda la reazione all’eliocentrismo, che si pensava mettesse in discussione la visione cristiana del mondo e della creazione: anche oggi dovremmo chiederci se le persone le persone che si scoprono con una identità sessuale diversa dalla nostra non mettano, piuttosto, in discussione la nostra immagine di normalità».
Ritoccare il Catechismo
In ambito dottrinale, i teologi tedeschi sollevano dubbi su due punti del Catechsimo che collocano l’omosessualità tra le “offese alla castità” nel sesto comandamento: «Come può la chiesa riconoscere che quella delle persone Lgbt è una condizione in cui la persona si trova e, dall’altra parte, dire che è contro natura? È come ammettere che Dio permette che alcune persone siano create contro il suo stesso ordine di creazione» dice Lintner, che cita l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, in particolare la nota del capitolo ottava dove si menzionano i sacramenti in situazioni irregolari: «A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa». Il tema è stato anche affrontato nel Sinodo dei vescovi nel 2018, come sottolinea l’Instrumentum laboris pubblicato: «Alcuni giovani Lgbt, attraverso vari contributi giunti alla Segreteria del Sinodo, desiderano beneficiare di una maggiore vicinanza e sperimentare una maggiore cura da parte della Chiesa, mentre alcune Conferenze Episcopali si interrogano su che cosa proporre ai giovani che invece di formare coppie eterosessuali decidono di costituire coppie omosessuali e, soprattutto, desiderano essere vicini alla Chiesa».
Una chiesa bloccata
I due documenti mostrano una linea del pontificato di Bergoglio in controtendenza rispetto alla posizione della Congregazione per la dottrina della fede, che risente dell’impronta data dall’ex prefetto, oggi papa emerito, Benedetto XVI. È quello che il teologo Andrea Grillo chiama dispositivo di blocco: una strategia perfezionata da Ratzinger che, in nome di un’autorità consolidata e appartenente alla storia, arriva a bloccare ogni riforma pastorale. Con la formula non possumus, la chiesa cattolica accetta che la sua autorità appartenga solo al passato, come se la storia non fosse anche il presente: «Recuperando temi e motivi dell’antimodernismo di un secolo prima, il “dispositivo” funziona perfettamente da “blocco” contro un Concilio Vaticano II percepito, sempre meno come risorsa e sempre più come “deriva”» scrive Grillo sulla rivista Munera. Le conseguenze si toccano con mano proprio nella chiesa d’Oltralpe: «Per questo è importante ricordare che benedire significa apprezzare il buono di tutte le coppie, non esclusivamente Lgbt. Nella nostra parrocchia ci sono persone che si amano e vogliono celebrare la loro unione chiedendo a Dio di proteggere il loro amore e lasciarlo maturare» dice padre Jan. Da Roma per ora non è giunta risposta, anche se la scossa c’è stata. Toccherà vedere dove sarà la crepa: se in Germania o nella stessa curia.
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