Il paese è in lockdown e sui vaccini è più indietro della media Ue. Ma il governo è sotto pressione e ha fatto un patto con l’industria degli eventi per una strategia basata su «esperimenti»: lo stadio, la disco e il festival radunano migliaia di persone in libertà assoluta ma tracciamento totale
- L’Olanda è ancora in lockdown e ci rimarrà fino al 20 aprile. Con i vaccini è più indietro della media europea. Vige ancora il coprifuoco.
- Le pressioni per riaprire non mancano, e sono di svariato tipo. Da tempo il gruppo “Verità sul virus” protesta e la polizia interviene coi cannoni ad acqua; gli anti-coprifuoco hanno agito anche per vie giudiziarie contro il coprifuoco.
- Con l’industria degli eventi il governo ha raggiunto un compromesso: fare «test di normalità» su eventi in disco, stadio, festival. I partecipanti vivono un ritorno alla normalità ma i comportamenti sono tracciati e studiati.
Le immagini sono di ragazzi che bevono, ridono, ballano. Qualcuno è andato anche allo stadio. I cronisti di altri paesi li intervistano e chiedono: «Ma non è strano ritrovarsi senza mascherina dopo tanto tempo?». I video e le foto degli eventi ricreativi fanno il giro del mondo e arrivano dall’Olanda. Eppure questo paese è ancora in lockdown e ci rimarrà fino al 20 aprile.
Con le vaccinazioni è persino più indietro della media europea: ad aver ricevuto il vaccino è meno del dieci per cento della popolazione. Qui vige ancora il coprifuoco, nonostante i tentativi di ogni tipo del gruppo Viruswaarheid (“Verità sul virus”) di far breccia nelle misure imposte dal governo. L’ultima protesta anti restrizioni, finita coi cannoni ad acqua della polizia, risale a domenica scorsa. Quindi come mai qualcuno balla, beve, si diverte, va allo stadio? Perché è un «esperimento», scientifico e sociale. Si chiama Fieldlab ed è stato apparecchiato dall’industria degli eventi assieme al governo stesso. Più che una riapertura, è una fretta di riaprire.
Festival “Back to life”
La cittadina olandese di Biddinghuizen ha poco più di seimila abitanti. Un numero di persone pari a circa metà della popolazione – e cioè tremila – ha partecipato a una due giorni musicale il weekend del 20 marzo. Dopo un anno di restrizioni, il festival è stato battezzato non a caso “Back to life”. Non prevedeva distanze di sicurezza, i video mostrano i ragazzi che ballano addossati e senza mascherina. L’industria dei grandi eventi e il governo hanno organizzato e approvato l’evento proprio in quanto «esperimento». Prima di entrare, bisognava scaricare una app, la “corona check app”, ed esibire il QR code che provava la negatività al test Covid-19 fatto entro le 48 ore precedenti all’ingresso; è stata anche misurata la temperatura. Una volta dentro, euforia collettiva e libertà assoluta, ma tracciamento totale: i partecipanti hanno acconsentito a indossare sensori che hanno memorizzato ogni movimento e contatto. Cinque giorni dopo l’evento, ogni astante è stato testato di nuovo. Il professor Andreas Voss, che si occupa di controllo dei contagi alla Radboud university e che partecipa al progetto Fieldlab, ha dichiarato il giorno del festival che «su circa 6mila persone che hanno partecipato ai sei eventi svolti finora, sembra che solo cinque persone siano state contagiate durante questi raduni».
Stadio e disco
Sabato scorso Fieldlab ha alzato il tiro: dal festival alla Johan Cruijff arena di Amsterdam, e ai cinquemila spettatori della partita Olanda-Lettonia. Sempre senza distanze di sicurezza, ma divisi in “bolle” per studiare cosa succede in diverse condizioni. Una “bolla” è stata presa in considerazione per misurare che cosa succede con l’aerosol, per esempio. I risultati dei vari studi arrivano dopo circa un mese, e prima di essere pubblicati passano da una fase di concertazione con il governo. L’industria degli eventi e dell’intrattenimento ha infatti concepito la serie di progetti di Fieldlab(che vuol dire proprio esperimento sul campo) per studiare se e come ci sono le condizioni per realizzare poi i raduni su larga scala. C’è una data, il 1° luglio, che è stata presa come traguardo: imprese e ministri contano sull’estate per riprendere a pieno ritmo con i grandi eventi. Ad Amsterdam intanto gli esperimenti nati sotto il cappello di Fieldbad offrono anche un déjà-vu della vita notturna: il mese scorso allo Ziggo dome oltre mille persone si sono incontrate sulla pista della discoteca per l’esperimento; anche stavolta, testate prima, e anche in questo caso divise in “bolle” per studiare gli effetti di diverse condizioni e comportamenti. Un gruppo indossava le mascherine, altri erano spronati a urlare o a interagire il più possibile.
Tensioni
Pieter Lubberts che è uno dei responsabili del programma Fieldlab ha detto che «stiamo cercando alternative alle restrizioni, e un modo per avere tante persone ai nostri eventi ma in modo sicuro». Obiettivo esplicito degli eventi pilota è spingere verso le riaperture; il progetto «è stato messo in piedi in collaborazione con le industrie e gli interessi privati»; ma con dati in mano sulle condizioni per farlo, per interloquire sul piano di riaperture con il governo. Che sostiene il progetto: una sfilza di ministeri, dall’Economia, alla Cultura, alla Salute, lo sostengono.
Le pressioni sull’esecutivo per riaprire non mancano, e sono di svariato tipo. Al momento bar, ristoranti, palestre, sono chiusi; altri negozi ricevono su appuntamento. Il paese è in lockdown e da mesi c’è il coprifuoco, anche se dal 31 marzo inizia alle 22 invece che alle 21. Ma da tempo il gruppo “Verità sul virus” protesta e la polizia interviene coi cannoni ad acqua; gli anti-coprifuoco hanno agito anche per vie giudiziarie, contro il coprifuoco, e hanno ottenuto una prima vittoria smentita poi in appello. Willem Engel, il leader di Viruswaarheid, è stato a sua volta portato in tribunale con l’accusa di sedizione.
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