C’è una foto che parla di noi europei. Arriva d alla cerimonia commemorativa dell’ottantesimo anniversario della strage nazista di Oradour-sur-glane. Il presidente francese Emmanuel Macron e quello tedesco Frank-Walter Steinmeier si abbracciano davanti al sacrario dei caduti, che commemora la memoria di 643 civili, tra cui 9 italiani, Clea Lusina e Lucia Zoccarato, oltre che sette dei nove figli di quest’ultima: Bruno, Antonio, Armando, Luigi, Anna Teresa, Marcello e Giovanni.

Questi innocenti furono trucidati da alcuni reparti della seconda divisione corazzata SS Das Reich, comandata dal Brigadeführer Heinz Lammerding, come rappresaglia per l'uccisione, da parte di alcuni maquisards del maggiore Helmut Kämpfe. Dopo la strage di Monte Sole è il secondo massacro numericamente più rilevante compiuto da nazisti in Europa occidentale.

Quell’immagine di vicinanza tra i massimi rappresentanti di Francia e Germania, è frutto di un lunghissimo lavoro politico-culturale che ha il suo perno nell’Europa Unita. Un percorso iniziato già durante la guerra nelle carceri fasciste italiane dove alcuni sognatori come Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni pensarono e scrissero un testo dal titolo «Per un'Europa libera e unita. Progetto d'un manifesto», la base teorica su cui venne costruita l’Europa Unita.

L’Europa di oggi si basa sul superamento positivo di quei conflitti che per oltre 30 anni sconvolsero la storia dei paesi europei. Quello che è avvenuto qualche giorno fa a Oradour Sur Glane, è accaduto anche a Marzabotto con la presenza del presidente tedesco Johannes Rau e Carlo Azeglio Ciampi o a Sant’Anna di Stazzema con il presidente Joachim Gauck e Giorgio Napolitano.

I precedenti

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Martin Schulz, appena eletto presidente del parlamento europeo si recò a Marzabotto: «Sono qui non soltanto nella veste di presidente del Parlamento europeo, ma anche come cittadino tedesco, profondamente scosso e imbarazzato per la brutalità e la disumanità dell’eccidio commesso in questo luogo dai tedeschi. Il fatto che io, figlio di un soldato della Wehrmacht, il cui corpo d’armata occupò l’ex Unione Sovietica, possa rivolgermi a voi, dimostra che il sogno europeo è diventato realtà. È nostro dovere onorare e custodire questa eredità».

E sono memorabili le immagini di Sergio Mattarella, mano nella mano con il presidente della Slovenia Borut Pahor: nel luglio 2020 resero omaggio alla foiba di Bassovizza e al monumento ai caduti sloveni. La storia d’Europa, da Willy Brandt in poi, è piena di queste immagini iconiche che testimoniano la volontà di assumersi le proprie responsabilità e riconciliarsi dopo la distruzione della guerra.

Le prospettive

Questo è stato fino ad oggi, ma poniamoci la domanda: un politico dell’Afd, uno che pensa ch e «non tutte le SS erano criminali», potrà mai accettare di andare a Oradur e compiere un gesto di perdono e fratellanza? Potranno i francesi di Marine Le Pen accettare questa posizione? Uno schema che potrebbe ripetersi su tantissimi fronti. Quello che accade oggi tra Russia e Ucraina è proprio questo, movimenti di destra nazionalisti che si scontrano, sull’attualità e sulla storia.

Il rischio che corriamo se questa marea nera non dovesse arrestarsi ma continuare a propagarsi, non è solo quello di non vedere più foto come quelle di Macron e Steinmeier capi di stato abbracciati l’un l’altro, ma quello di riaprire vecchie ferite e nuovi conflitti. Rinascita dei nazionalismi e dei fascismi, antiscientismo e complottismi diffusi, razzismo e antisemitismo dilaganti e guerra alle porte d’Europa, uno scenario pericolosissimo; la pace non è per sempre, ma va conquistata ogni giorno.

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L’Europa unita è costata oltre 50 milioni di morti, causati non solo dalla guerra ma soprattutto da ideologie criminali che hanno un nome e cognome, nazismo e fascismo, la loro normalizzazione non può essere accettata in nessuna ottica, anzi ci farebbe ricadere in errori già commessi 100 anni fa.

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