Una «fine ingloriosa» per Donald Trump. Così il presidente del parlamento europeo, David Sassoli, in un'intervista alla Stampa dopo i fatti Washington, in cui si dice preoccupato per il futuro della democrazia.
«La libertà va difesa da manipolazione e disinformazione: dobbiamo ricordare che la democrazia è un sistema fragile».
«È nostro compito dimostrare che la democrazia rimane utile per la vita delle nostre società e dei cittadini. Un anno e mezzo fa alle elezioni europee si attendeva la vittoria dei sovranisti. Invece le urne hanno sgonfiato le velleità di chi pensava, e pensa, di voler fare da solo. E oggi il sovranismo è fuori gioco».
Una «fine ingloriosa» per Donald Trump. Così il presidente del parlamento europeo, David Sassoli, in un'intervista alla Stampa dopo i fatti Washington, in cui si dice preoccupato per il futuro della democrazia, sebbene l’epilogo del dramma di Capitol Hill abbia «dimostrato che l’America possiede forti anticorpi per resistere ad attacchi eversivi».
Secondo Sassoli, viviamo tempi in cui «le potenziali minacce per la democrazia sono cresciute a dismisura», e la risposta sta nel «rinnovarsi continuamente», puntando sulla partecipazione. «Nessuno può considerarsi immune, neanche l’Europa», confessa l’eurodeputato Pd.
«La libertà va difesa da manipolazione e disinformazione: dobbiamo ricordare che la democrazia è un sistema fragile». Sassoli mette quindi nel mirino l’irresponsabilità della politica e l’uso non regolato dei social e della comunicazione. «Politica e lobby economiche hanno schiacciato sull’acceleratore cercando di ingraziarsi la pancia della gente, facendo credere che l’autoritarismo fosse più efficace della democrazia», spiega.
«È per questo che oggi siamo a un punto cruciale. È nostro compito dimostrare con i fatti che la democrazia rimane utile per la vita delle nostre società e dei nostri cittadini, specie quelli più deboli. Un anno e mezzo fa», ricorda Sassoli, «alle elezioni europee si attendeva la vittoria dei sovranisti. Invece le urne hanno sgonfiato le velleità di chi pensava, e pensa, di voler fare da solo. E oggi il sovranismo è fuori gioco. Il dibattito in Europa è fra le diverse sensibilità europeiste».
Infine, uno sguardo anche all'Italia: «In diversi paesi europei vi sono dibattiti aperti all’interno delle maggioranze. Siamo all’avvio di un progetto storico con il Recovery fund e sentiamo quanto la stabilità dei governi sia decisiva per rafforzare politiche comuni. Mi auguro che il governo Conte sappia superare questo passaggio di verifica. A Bruxelles siamo tutti convinti che senza l’Italia non può esservi ripresa europea».
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