- Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la Spd sosterranno l’utilizzo di strumenti di finanziamento pubblico alle aziende per competere contro i crescenti sussidi degli Stati Uniti per le tecnologie green. Lo rivela l’agenzia Bloomberg.
- I socialdemocratici spingono per una riforma delle regole che normano gli aiuti dello stato, secondo quanto emerge da una bozza visionata dall’agenzia.
- La facilitazione dei sussidi destinati alle aziende green mira a disinnescare il rischio che il piano americano possa svantaggiare l’Europa e spingere le aziende a migrare oltreoceano.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz chiederà all’Unione europea di creare nuovi strumenti di finanziamento comuni per sfidare insieme agli altri stati membri il piano di sussidi da 370 miliardi di dollari voluto da Joe Biden per gli Stati Uniti. Lo rivela l’agenzia Bloomberg, che ha avuto modo di visionare una bozza del documento che presenteranno in settimana Scholz e la sua Spd.
Per Scholz e il suo partito la via maestra per raggiungere questo risultato è una riforma delle norme per l’aiuto statale alle aziende, ma il cancelliere spera anche di vedere più fondi comuni destinati a questo scopo.
La portata del piano
Per garantire a tutti gli stati la disponibilità economica necessaria per affrontare gli investimenti, Scholz si mostra anche morbido nei confronti di strumenti di finanziamento comuni: non è chiaro se questa definizione includa anche l’indebitamento comune, da sempre un tasto dolente per i tedeschi, che temono di dover pagare il conto per paesi meno inclini al risparmio.
La speranza è quella di porre un freno alle lusinghe del piano americano, che rischia di attirare oltreoceano molte aziende interessate ai sussidi di Washington, rischiando un effetto discriminatorio nei confronti dei paesi del blocco europeo. Per accorciare le distanze, Scholz vorrebbe anche che venissero riutilizzati a questo scopo i fondi non impiegati del piano di ripresa post-pandemico e che il budget dell’Unione sia riorganizzato tenendo conto di questa priorità.
Gli strumenti
Oltre ai fondi già disponibili e ai finanziamenti pubblici alle aziende, a Berlino sperano anche di vedere in futuro una Banca europea degli investimenti più forte, che sia «rafforzata in termini organizzativi e possa disporre di strumenti addizionali». La bozza è il primo passo verso una discussione che deve prima trovare l’appoggio necessario per la proposta tedesca.
Una possibile risposta comune alla legge americana sarà sul tavolo dei leader europei già il prossimo mese, ma sarà complicato trovare un accordo velocemente. Una delle strategie sul tavolo è quella di presentare un ricorso di fronte al Wto, ma i detrattori di questa ipotesi sottolineano il rischio di creare tensioni nella coalizione occidentale che sostiene l’Ucraina.
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