- Scholz è sempre stato l’eterno secondo: negli anni Ottanta numero due degli Jusos, poi segretario generale della Spd, alter ego di Schröder che doveva tenere a bada i compagni critici e affrontare la stampa. Dal 2018 è diventato vice di Merkel.
- Il candidato socialdemocratico non è mai stato una minaccia per nessuno dei leader al cui fianco ha lavorato. Negli anni, poi, ha perfezionato l’arte di incassare.
- Oggi, dopo aver imparato come fare «non tutte le cose in maniera diversa, ma tante in maniera migliore» sia dei cristianodemocratici che dei socialdemocratici vecchio stampo, può ambire alla cancelleria.
Il riscatto di Olaf Scholz, il gregario che ha scommesso tutto sull’assenza di qualità

20 settembre 2021 • 12:50Aggiornato, 21 settembre 2021 • 16:06