I dati pubblicati dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori disegnano uno dei rientri scolastici più costosi degli ultimi anni, e nonostante ci sia un generale aumento dei prezzi a livello europeo, l’Italia è la potenza economica che più subisce il costo della scuola
Zaino, astuccio, portapenne, dieci quaderni a quadretti, dieci a righe, forbici arrotondate, temperino con serbatoio. Non solo libri e quaderni ma anche «carta igienica, un pacco di fazzolettini e un rotolo di scottex». Sono solo alcune delle voci presenti in un elenco di materiale scolastico richiesto a un alunno in Italia.
E quest’anno il prezzo del rientro sui banchi quest’anno è ancora più alto. A dimostrarlo un rapporto dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori Confcommercio che svela un rincaro di circa il 6,6 per cento sul materiale scolastico e del 18 per cento dei prezzi dei libri di scuola, senza che a essi corrisponda un aumento significativo di sussidi.
Mille euro a studente
La batosta più grande la prendono tutte le famiglie che hanno figli e figlie al primo anno di una qualsiasi scuola dell’obbligo, perché occorre comprare il corredo di base che verrà riutilizzato negli anni successivi (zaini, astucci, ecc..).
Se la situazione è più bilanciata nella scuola primaria, dove alle famiglie viene richiesto un impegno economico esclusivamente per il materiale didattico - i libri infatti sono gratuiti - a partire dalla scuola secondaria di primo grado la situazione diventa complessa. Oggi la spesa potrebbe arrivare a raggiungere oltre mille euro per l’intero equipaggiamento per studente.
In Italia si è cercato di ovviare all’aumento dei costi con molteplici strategie, poche delle quali provengono dal ministero. I dirigenti scolastici cercano di supervisionare le richieste dei singoli docenti facendo sì che non risultino cifre spropositate per ogni famiglia; ci sono associazioni che si organizzano “dal basso” come l’Albero della Vita che a Milano distribuisce 50 kit scolastici gratuiti per le famiglie che non hanno disponibilità economica e che non accedono ai sussidi statali. O le scuole facenti parte della rete “Senza Zaino”, istituti che seguono un modello scandinavo in cui gli alunni non devono portare alcun tipo di materiale perché già a disposizione nelle loro classi. Queste sono però poche eccezioni che non hanno una diffusione costante nella penisola.
paesi a confronto
Come ha scritto Valerio Cuccaroni sulle pagine di questo giornale, se è positivo che il governo abbia stanziato altri 3 milioni, oltre ai 113 già previsti, per i sussidi ai libri di testo il risultato sostanziale non cambia innanzitutto perché i fondi vengono stanziati solo a famiglie a reddito molto basso, tagliando fuori molte altre. Inoltre, la spesa per la scuola in Italia è in percentuale rispetto a quella generale la più bassa d’Europa.
Infatti, se si paragona la situazione italiana a quella delle principali economie europee, il divario è significativo.
La Spagna è in seconda posizione con un aumento dei prezzi in parte giustificato dal tasso di inflazione, il secondo più alto d’Europa. Secondo i dati pubblicati dall’Ocu, la più grande associazione dei consumatori spagnola, si parla di un esborso di quasi 490 euro a famiglia per quanto riguarda i libri di testo, con un aumento di 42 euro rispetto allo scorso anno. Mentre per il materiale scolastico l’ammontare è di circa 190 euro. Tuttavia, solo l’anno scorso il governo spagnolo ha stanziato 2,52 miliardi di euro per aiutare le famiglie meno abbienti a far fronte ai rincari della scuola.
La Germania è uno dei paesi più segnati dall’aumento dei prezzi, secondo Euronews si parla di un aumento percentuale tra il cinque e il tredici per cento per l’equipaggiamento scolastico, per una spesa complessiva pari a 180 euro. La gestione del carico scolastico per i libri dipende dalla regione.
In alcune i libri scolastici vengono distribuiti gratuitamente, come in Baviera; in altre esiste un sistema di prestito per gli studenti, che possono restituire i libri al termine dell’utilizzo, come nell’Assia. In altri lander i libri sono completamente a carico delle famiglie.
La situazione in Inghilterra è analoga a quella tedesca: un’indagine condotta dalla Consumer Affairs Commission, Cac, ha rilevato un aumento complessivo del sei per cento nei libri di testo per quest’anno scolastico. Un’altra analisi condotta da Euronews, invece, segnala che il prezzo del materiale scolastico è pari a circa 162 sterline, alle quali bisogna aggiungere il costo dell’uniforme che, secondo i dati forniti dalla Children’s Society, può costare 287 sterline nella scuola primaria e 422 nella secondaria.
La Francia è il paese con il miglior dato complessivo. L’associazione Famille de France scrive che il costo medio del rientro a scuola, libri e materiali, si aggira attorno ai 223,46 euro con una diminuzione percentuale dell’1,27 per cento. C’entra l’inflazione che nel paese è diminuita – come in Italia – e anche la volontà del ministero dell’Istruzione, che ha chiesto agli istituti scolastici di «fare attenzione alle cifre del materiale scolastico e di contenerne il più possibile il costo», a tal fine è stata redatta una guida per il materiale di scuole elementari e medie.
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