“Uno, nessuno, centomila”. Viene in mente il capolavoro di Pirandello leggendo la biografia di Taleb Al  Abdulmohsen, il sospetto attentatore di Magdeburgo, che potrebbe aver agito perché «scontento» del trattamento riservato ai rifugiati sauditi in Germania. È l'ipotesi avanzata dal procuratore della città tedesca teatro dell'attacco, Horst Walter Nopens, precisando che l'indagine sul 50enne medico saudita arrestato venerdì sera è ancora in corso, ma «sembra che alla base del crimine ci sia l'insoddisfazione per il modo in cui i rifugiati provenienti dall'Arabia Saudita vengono trattati in Germania». Possibile? Restano molti dubbi, in mancanza di riscontri oggettivi e prove certe. Di certo c’è stata una sottovalutazione del rischio.

Le contraddizioni

Ma chi è Taleb al Abdulmohsen, l’attentatore? Un lupo solitario di qualche gruppo della galassia terroristica islamista che improvvisamente è uscito dal “sonno”? Non sembra questo il caso, stando alle prime informazioni. Venerdì sera ha falciato con un’auto la folla del mercatino di Natale, provocando almeno cinque vittime e duecento feriti, di cui una quarantina in gravi condizioni. 

Saudita in esilio, cinquantenne, in Germania dal 2006, psichiatra e psicoterapeuta a Bernburg, attivista, fortemente critico nei confronti dell'Islam, simpatizzante di AfD, il partito di estrema destra tedesco, convinto che le autorità di Berlino non facciano abbastanza contro l'islamismo. È il ritratto contraddittorio emerso nel corso delle ore. Nasce in una piccola località saudita, a maggioranza sciita, poi abiura l'Islam e –  ricostruisce il Wall Street Journal citando un funzionario della sicurezza – fugge dalla monarchia del Golfo, a maggioranza sunnita, dove l’abiura, cioè l’abbandono dell'Islam, è un reato. Da Hofuf arriva in Germania,  diventa noto fuori dai “confini” della comunità saudita per il suo attivismo a favore dei diritti delle donne. «Sono il più forte critico dell'Islam nella storia – dice nel 2019 in un'intervista alla Faz – Se non mi credete, chiedete agli arabi».

«Dopo 25 anni di questo lavoro, pensi che nulla possa più sorprenderti – scrive su X Peter Neumann, esperto di terrorismo del King's College di Londra – Ma un cinquantenne saudita, ex musulmano, che vive nella Germania orientale, adora l'AfD e vuole punire la Germania per la tolleranza nei confronti dell'Islam, non era davvero tra i miei pensieri». Se così fosse, una realtà che supera la fantasia.

Una nota della clinica psichiatrica dove lavorava il sospetto fornisce altri dati: «Il presunto colpevole è uno specialista psichiatrico impiegato nel sistema carcerario di Bernburg, che lavora qui dal marzo 2020. Tuttavia, dalla fine di ottobre 2024 non è in servizio a causa di ferie e malattia». 

C'è un inquietante fucile d'assalto Ar-15 sul profilo X del 50enne, l'arma più utilizzata nelle stragi di massa in Usa. L'ultimo post su X del medico saudita risale a poche ore prima dell'attacco al mercatino di Natale: accusa la polizia tedesca di controllargli la posta e di aver rubato una chiavetta usb da una lettera. Un vicino di casa intervistato dall’emittente Mdr lo descrive come «una persona normale».

AfD nega che l’attentatore fosse iscritto

«Possiamo escludere che l'autore dell'attentato di Magdeburgo fosse un membro dell'AfD. Non c'è mai stata nemmeno una richiesta di adesione». Lo ha detto al "Rheinische Post" la portavoce della leader di "Alternativa per la Germania" Alice Weidel, commentando gli accostamenti tra l’attentatore e il partito di estrema destra.

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