L’ultimo confronto televisivo ha visto Laschet molto meno aggressivo che nell’ultima parte della sua campagna elettorale: ha avuto diverbi soprattutto con la Verde Baerbock, che però si è trovata spesso d’accordo col socialdemocratico Scholz
L’ultimo confronto televisivo prima delle elezioni tedesche della prossima domenica è segnato dall’intesa quasi esplicita tra Spd e Verdi. La prova è emersa negli ultimi dieci minuti, quando è stata posta la domanda sugli alleati preferiti anche al candidato conservatore Armin Laschet: il socialdemocratico Olaf Scholz e la Verde Annalena Baerbock hanno detto di voler vedere la Cdu/Csu all’opposizione, lasciando così aperta la possibilità di un’alleanza rosso-verde sostenuta o dai liberali della Fdp o dalla sinistra della Linke.
Il fatto di non aver escluso una collaborazione con la sinistra estrema è stata prontamente raccolta da Laschet, che da settimane ormai agita lo spettro dell’alleanza di sinistra radicale, il Linksruck, che dovrebbe portare soprattutto gli elettori più anziani, affascinati dalla pacatezza di Scholz, a non allontanarsi troppo dai conservatori.
Pochi attacchi
Ma è stato l’unico momento in cui il candidato conservatore si è mostrato aggressivo: dopo che nell’ultimo confronto aveva attaccato frontalmente il concorrente della Spd sulla perquisizione avvenuta qualche giorno prima al suo ministero, in quest’occasione si è mostrato molto più interessato a far passare i propri messaggi piuttosto che opporsi a quelli degli altri. Unica eccezione, i contrasti con Baerbock, che in più occasioni l’ha rimproverato di proporre soluzioni antiquate, soprattutto in tema di politiche del lavoro e lotta al cambiamento climatico.
Scholz, che si è tenuto lontano dalle schermaglie tra i due, ha cercato di mostrarsi tranquillo quasi avesse l’elezione già in tasca e ha già lanciato come obiettivo pratico per il primo anno l’introduzione del salario minimo a 12 euro all’ora, un suo cavallo di battaglia della campagna. Su molti aspetti della discussione sulle politiche di sostegno ai disoccupati Verdi e Spd hanno toccato gli stessi tasti, come una riorganizzazione del fisco per far contribuire maggiormente i più ricchi.
Laschet, per opporsi, ha cercato di allontanarsi dall’immagine di sostenitore di industria e super ricchi ricordando che alla Cdu stanno particolarmente a cuore anche gli autonomi, ma è apparso nettamente meno convinto delle sue proposte di quanto sia successo negli altri confronti.
Anche i suoi tentativi di identificare i Verdi come partito dei divieti in fatto di transizione ecologica sono apparsi poco incisivi. Il momento in cui è apparso più a suo agio è stato forse quando ha parlato della sicurezza interna annunciando la volontà di rimpatriare anche i Gefährder, le persone sotto osservazione che però non hanno ancora commesso reati.
Il dibattito sul riciclaggio
Ancora una volta, non si è parlato di politica europea o estera. Solo quando è stata interpellata sulle sue priorità per un’eventuale elezione, Baerbock ha citato una “politica estera al servizio dei diritti umani”.
Nell’ultima settimana di campagna elettorale l’appuntamento più interessante resta la convocazione del parlamento chiesta per lunedì dal gruppo Verde per la discussione delle indagini sull’unità antiriciclaggio, quella che aveva provocato la perquisizione nel ministero di Scholz: si parlerà della desecretazione di alcuni atti interni a cui il ministro, pur dichiarandosi innocente, si è sempre opposto, ma anche delle tempistiche sospette con cui la procura di Osnabrück è intervenuta, a sole due settimane dal voto, anche se l’ordine di perquisizione era stato dato già molto prima.
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