Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio deve decidere se rinunciare al suo partito, presentato solo lunedì, e cercare di candidarsi col Pd. Di Battista lo attacca. Renzi scrive su Facebook: «Mi chiamo Matteo Renzi, io, non Luigi Di Maio. Meglio rischiare di perdere il seggio che avere la certezza di perdere la faccia». Conte intanto ribadisce di voler fare le parlamentarie per il Movimento
Dopo l’accordo tra Enrico Letta e Carlo Calenda, c’è subbuglio nell’alleanza di centrosinistra. Mentre Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli sono insofferenti per i contenuti e hanno chiesto un confronto, Luigi Di Maio deve decidere se accettare il diritto di tribuna offerto dal Pd e rinunciare al suo progetto Impegno civico.
Diretta
20:51 – Luigi Di Maio chiede rispetto al Pd: «Nelle coalizioni deve prevalere il rispetto reciproco, verso tutti coloro che ne fanno parte.
Sin dall’inizio, abbiamo avuto l’obiettivo di costruire una coalizione compatta e omogenea per fermare la deriva estremista rappresentata dai partiti che, per interessi personali, hanno fatto cadere il governo» ha detto attaccando Lega, Forza Italia e il suo vecchio partito, l Movimento 5 stelle.
«È opportuno, dunque, non perdere di vista l’obiettivo, anche per evitare di mandare al governo partiti che rischiano di portare l’Italia fuori dalla sua collocazione Euro-Atlantica. Continuiamo a porci con uno spirito costruttivo: quello di chi vuole dar vita a una coalizione che risponda agli interessi del Paese e non agli interessi del singolo partito. E per delineare questa coalizione bisogna correre e procedere a passo spedito perché adesso c’è poco tempo e si rischia solamente di lasciare il campo d’azione a chi ha causato la caduta del governo Draghi».
Impegno Civico, il partito appena fondato, «vuole costruire una comunità fatta di persone determinate, pazienti, pronte a dare il massimo, ma la nostra comunità pretende rispetto e parità di trattamento. Altrimenti viene meno il principio fondante di una coalizione».
20:23 – Matteo Renzi attacca Luigi Di Maio e il Pd: «Cosa è il diritto di tribuna? Un posto garantito come capolista del PD a tutti i leader dei partiti in coalizione. Così sono sicuri di entrare in Parlamento. Lo hanno proposto anche a noi» ha scritto su Facebook il leader di Italia viva. «Pare che al momento abbia accettato di prendere questo posto e correre con il simbolo del Pd, Luigi Di Maio. Amici miei, ma la dignità dov'è? Ho lasciato il Pd perché non condividevo le idee di quel gruppo dirigente. Io non mi faccio adesso candidare da quel partito per salvare una poltrona -prosegue il leader di IV-. Le idee valgono più dei posti. Per me la politica è un ideale, non un centro per l'impiego. E a chi mi chiede se useremo il diritto di tribuna rispondo: mi chiamo Matteo Renzi, io, non Luigi Di Maio. Meglio rischiare di perdere il seggio che avere la certezza di perdere la faccia».
18:26 – Angelo Bonelli, leader dei Verdi, ha detto a Repubblica che se oggi si fosse svolto l’incontro con Enrico Letta non sarebbe finita bene: «Se fossimo andati oggi all’incontro probabilmente avremmo rotto». Fratoianni e Bonelli, ha detto il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, «sono alleati importanti. È un momento nel quale è necessario tenere nervi saldi e non cadere nella tentazione di dire qualche parola di troppo. È fondamentale costruire una alleanza capace di combattere la destra e io inviterei coloro che vogliono concorrere a lavorare insieme di farlo fino in fondo».
18:03 – Matteo Salvini a sorpresa a favore del reddito di cittadinanza. In tour elettorale in Calabria e domani in Sicilia ha dichiarato: «lo lasciamo a chi non può lavorare, chi invece può lavorare deve poter scegliere se tornare a lavorare e quindi assolutamente va rivisto. Solo oggi hanno trovato decine di stranieri che erano tornati al loro paese e incassavano il reddito di cittadinanza alle spalle dei contribuenti italiani».
Lo ha detto, conversando con i giornalisti a Cosenza. «Non cancellare - ha proseguito - perché è uno strumento di aiuto che serve a migliaia di famiglie, ma deve poter ricollocare. Non so che fine abbiano fatto i navigator di Di Maio; se siano dispersi per le montagne. I giovani chiedono lavoro, opportunità, non mantenimento per anni. Quindi - ha continuato Salvini - migliorarlo assolutamente sì».
15:48 – Luigi Di Maio potrebbe entrare nelle liste del Pd, ma il Pd di Bibbiano adesso pretende le scuse. «Inutile negarlo, non nascondo che la nostra comunità locale abbia sofferto tanto e che da Di Maio si aspetterebbe ancora delle scuse» ha detto all'Ansa Stefano Marazzi, segretario Pd di Bibbiano, in merito alla possibilità che Luigi Di Maio si candidi col Pd alle elezioni politiche del 25 settembre. Il ministro degli Affari Esteri nel giugno 2019 - quando era ancora leader del Movimento 5 Stelle e all'epoca vicepremier, all'indomani dello scandalo “Angeli e Demoni” sui presunti affidi illeciti nella val d'Enza Reggiana che portò all'arresto anche il sindaco Pd di Bibbiano, Andrea Carletti - dichiarò: «Mai col partito di Bibbiano».
14.43 – Giusy Versace, ex deputata di Forza Italia passata al gruppo Misto il 26 luglio, ha deciso di aderire ad Azione, il partito di Carlo Calenda: «Il disorientamento e la delusione provati in questi giorni sono stati attenuati dai numerosi messaggi di fiducia e di incoraggiamento che mi sono giunti, da elettori e da persone a me vicine, invitandomi a non mollare ed a proseguire il mio impegno nelle istituzioni. Si tratta di voci che non posso e non voglio ignorare».
E ancora: «Forti sono quelle persone che non smettono mai di mettersi in discussione, che non arretrano dinanzi al rischio, che accettano la più grande di tutte le sfide, quella della adesione incondizionata ai propri valori interiori». La deputata e atleta paralimpica ha deciso perciò di raccogliere l’appello lanciatole qualche giorno fa da Calenda.
14:22 – L’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, nel comitato di garanzia M5s, si schiera per avere “parlamentarie” pure, vale a dire il vincolo di residenza per i candidati, no alle pluricandidature e no ai capilista bloccati. «Il M5S non può essere preso come un tram da perfetti sconosciuti per entrare in parlamento», scandisce Raggi. Quanto alla regola dell’iscrizione da sei mesi per poter prendere parte alle parlamentarie – che non figura nello statuto M5S ma è stata chiesta dalla stessa Raggi - questa rischierebbe di mettere fuori gioco Alessandro Di Battista. «Alessandro, se vuole, può candidarsi. È stato iscritto e, sostanzialmente, è molto più Cinque stelle di tanti che ora sono dentro – replica Raggi -. La regola serve ad evitare Di imbarcare perfetti sconosciuti, non chi il movimento ha aiutato a farlo nascere».
13:49 – L’alleanza Verdi e Sinistra comunica che ha deciso di rinviare l’incontro di oggi con Il segretario del Pd Enrico Letta alla luce delle novità politiche emerse nella giornata di ieri, ovvero il patto tra Pd, Azione e PiùEuropa: «Registriamo comunemente un profondo disagio nel paese e in particolare nel complesso dell’elettorato di centro-sinistra che ha a cuore la difesa della democrazia, la giustizia climatica e sociale.
Essendo cambiate le condizioni su cui abbiamo lavorato in questi giorni, sono in corso riflessioni e valutazioni che necessitano di un tempo ulteriore».
14:09 – «Mi sembra un furto di democrazia negare il diritto al voto anche il lunedì mattina». Queste le parole del segretario della Lega Matteo Salvini a Bari, a margine dell’incontro con i volontari del Serbari, associazione che si occupa del servizio 118. La loro proposta è votare sia domenica 25 settembre sia lunedì 26. Forza Italia ha già dimostrato la stessa opinione.
13:40 – L’ex pentastellato Alessandro Di Battista è tornato dalla Russia e attacca Luigi Di Maio su Facebook: «Non ha un voto. Chi conosce il fanciullo Di oggi, lo evita. Trasformista, disposto a tutto, arrivista, incline al più turpe compromesso pur Di stare nei palazzi. Perché il Pd dovrebbe concedergli il "diritto Di tribuna", un modo politicamente corretto per descrivere il solito paracadute sicuro, tipo la Boschi candidata a Bolzano nel 2018? Perchè?».
12.07 – Paragone durante la presentazione del simbolo di Alternativa-Italexit ha anche presentato alcuni dei candidati nelle liste di Italexit: intanto c'è il no-green pass Stefano Puzzer. «L'ho dovuto convincere a lungo, perché lui non voleva assolutamente partecipare» rivela il giornalista. Poi Andrea Stramezzi, medico odontoiatra che si è dedicato alle cure covid. Francesco Amodeo, giornalista-blogger anti europeista. Lina Vanuali, primo giudice che ha dichiarato illegittimi i dpcm di Conte e si candiderà a Pisa. Raffaella Regoli, giornalista in forza a Mediaset, sospesa dal lavoro per non essersi vaccinata pur essendo over 50. L'avvocato Consuelo Locati, che ha difeso i parenti delle vittime del covid a Bergamo.
12.01 – Secondo l’AdnKronos ci sarebbe stata nel pomeriggio di ieri una telefonata tra il leader del M5S Giuseppe Conte e Alessandro Di Battista. Sul tavolo, l'eventuale candidatura dell'ex deputato.
Di Battista avrebbe chiesto a Conte delle garanzie politiche per tornare in campo, ma nulla al momento sarebbe stato deciso su un eventuale ritorno di Di Battista.
Conte ha detto più volte che Di Battista è una «persona seria» e che valuterà la sua posizione.
11.43 – «Raccogliere 750-1000 firme ad agosto significa voler eliminare le forze anti sistema. Vogliono buttarci fuori dal Parlamento: c'è la volontà di escludere determinate forze politiche dalla gara». Gianluigi Paragone, leader di ItalExit chiede a Sergio Mattarella di esentare il suo partito dalla raccolta delle firme per correre alle elezioni.
Presentando l'accordo con Alternativa, e il nuovo simbolo comune, Paragone dice: «O quella voce del dissenso entra in parlamento o io accompagnerò le voci del dissenso fuori dal Parlamento e faremo i conti da fuori. O il capo dello stato prende in mano la situazione o io starò in piazza con quelle voci del dissenso e accada quel che accada. Vediamo se le forze dell'ordine sono ancora capaci di tenere il dissenso visto che gli ultimi tempi li hanno passati a controllare green pass...».
11.34 – Conte polemizza sul primo videomessaggio della campagna elettorale agostana di Berlusconi in cui il leader di Forza Italia sostiene di aver portato in Italia i soldi del Pnrr.
10.00 – «Ho deciso di lasciare Azione perché non condivido la scelta di allearsi con persone e partiti che hanno fatto del populismo la propria bandiera, pur capendone le ragioni. Resta una comunità di belle persone guidata da una persona competente e appassionata» ovvero Carlo Calenda. Lo annuncia su Twitter Giampiero Falasca, postando la lettera di dimissioni.
9.41 – In un’intervista al Corriere della Sera il leader dei Verdi Bonelli sostiene la necessità di un confronto dopo l’accordo: «Dobbiamo discutere dei contenuti, i nostri li riteniamo fondamentali».
9.40 – Nella sua e-news, Matteo Renzi annuncia di puntare a 5 per cento. «Ci basta il 3 per cento per entrare in Parlamento e giocare lo stesso ruolo, decisivo, della scorsa legislatura. Col 3 per cento abbiamo portato Draghi, ci riproveremo. Ma non mi basta, non ci basta: vogliamo il 5%. E dopo quello che è successo ieri, POSSIAMO farlo».
9.35 – «Dobbiamo assolutamente farle, è un passaggio che rientra nella democrazia diretta per dare agli iscritti la possibilità di dare indicazioni sulla scelta dei candidati». Lo dice il leader M5s Giuseppe Conte ad Agorà, rispondendo a chi gli chiede se il Movimento sia pronto a scegliere i candidati attraverso le parlamentarie.
9.30 – Calenda in un’intervista a Repubblica dice di dormire sonni tranquilli. «Nella base tanti mi avevano chiesto di rompere: “vai da solo”, specie i militanti di Roma che avevano vissuto il 20 per cento alle comunali. Sono stato incollato al telefono per giorni. Alla fine è prevalso il senso di responsabilità».
Calenda dice di Renzi, che ieri ha chiuso a ogni alleanza e accusato Calenda di incoerenza, «lo vorrei con noi». Dei nuovi alleati Fratoianni e Bonelli «Ho promesso che non ne parlerò più. Non ho nulla contro di loro ma hanno contribuito a far cadere il governo Draghi».
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