Nella serata di domenica vola l’hashtag “#DiMaioOut”, ma i profili che lo diffondono sono falsi e riconducibili a un’area esterna al Movimento
Che lo scontro interno al Movimento 5 stelle tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte sia in pieno svolgimento è ormai cosa nota. Uno dei primi campi su cui si è combattuta la battaglia è stato Twitter: nella serata di domenica è partito l’hashtag “#DiMaioOut”, entrato anche per qualche tempo in tendenza. Un tweet bombing riconducibile, secondo l’esperto di comunicazione Pietro Raffa, a un’area esterna al Movimento.
«Esistono due strategie per far partire un tweet storm: o si chiama a raccolta la community di follower e si ingaggiano volontari per rilanciare certi messaggi, oppure si sfrutta una botnet, una rete di account falsi a cui si fa scrivere quel che si desidera» dice Raffa.
Le strategie
«Per quanto riguarda le mie rilevazioni meno recenti sul Movimento, questo tipo di manovre, che spesso contengono messaggi pro Di Battista e pro Conte, partono in genere da un’area di simpatizzanti che neanche fa più parte del partito». L’ex deputato Di Battista, che ancora ha un seguito anche tra gli elettori del Movimento, è vicino a Davide Casaleggio.
Sulla carta, dopo il divorzio da Rousseau, i Cinque stelle non hanno più nulla a che fare con la piattaforma che una volta ospitava tutte le attività del partito, ma, pur non essendo i dati riconducibili a un “mandante”, è plausibile che l’area da cui è partito l’attacco sia quella “casaleggiana”.
Raffa lavora da tempo sulle attività social dei partiti e ha rilevato che, mentre le interazioni “organizzate” delle community politiche ormai sono una prassi consolidata anche per altri partiti e fuori dall’Italia, il modo di procedere sull’hashtag #DiMaioOut presentava troppi aspetti problematici per essere autentico.
«Con uno strumento che analizza il comportamento dei profili ho avuto la certezza che i primi dieci account per attività su questo hashtag non hanno le caratteristiche per essere veri». Analizzando la provenienza, poi, l’esperto di comunicazione ha collocato i profili anche fuori dall’Italia, per esempio in America settentrionale e meridionale.
Gli altri dati
Mentre per il momento la mobilitazione si muove soltanto in senso bellicoso, entrambi i leader coinvolti nella disputa stanno progressivamente perdendo terreno sui social, come mostrano le elaborazioni di Filippo Teoldi.
L’attivismo di Di Maio sulla rielezione di Mattarella non è piaciuta molto ai follower, che lo hanno punito disiscrivendosi dalla sua pagina Facebook.
Ma si tratta di un trend abbastanza stabile, che prosegue da inizio anno.
Stesso discorso per Conte. L’elettorato non ha apprezzato la strategia dei due maggiorenti del Movimento: se il trend non si inverte, molto verosimilmente ci saranno anche effetti sui sondaggi.
Le reazioni
Il caso è esploso in mattinata, quando tanti parlamentari vicini a Di Maio hanno denunciato la «macchina del fango» in azione contro il loro leader. Più tardi, sono arrivate anche richieste di chiarimento ufficiali. «Stiamo facendo le opportune verifiche per capire da dove parte la campagna di tweet-bombing contro Di Maio». È quanto affermano, parlando con l'Adnkronos, gli esponenti M5S vicini al titolare della Farnesina, i quali, alla domanda su un possibile “fuoco amico”, aggiungono: «Speriamo di no, sarebbe molto grave».
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