Una parte del partito di Salvini si è astenuta sul controverso provvedimento inserito dal governo nel nuovo decreto Pnrr, che permette alle associazioni antiabortiste di entrare nei consultori. Il decreto è stato comunque approvato, nonostante interventi di grande impatto emozionale come quello di Gilda Sportiello del M5s
Continua la polemica intorno al provvedimento contenuto nel Pnrr che concede alle associazioni pro vita l’accesso ai consultori.
Oggi quindici parlamentari della Lega si sono astenuti su un ordine del giorno presentato dal Pd sulla norma, provocando lo «stupore» di Pro Vita Famiglia, una delle principali associazioni dell’area. Il testo del Pd accusa il governo di fare «violenza psicologica» sulle donne che cercano di abortire. «La maggioranza ha fatto benissimo a respingere questo ennesimo pretesto polemico della sinistra» ha scritto in una nota il presidente Jacopo Coghe.
Il capogruppo leghista alla Camera Riccardo Molinari ha spiegato che l’atteggiamento sui temi etici è sempre lo stesso. «Abbiamo lasciato libertà di coscienza e quindi c'è stato chi ha seguito le indicazioni del governo e chi si è astenuto». Per la deputata Laura Ravetto il tema è ancora più chiaro. «L’ultima parola spetti alla donna, la 194 non si tocca, va fatta certamente una informazione più equilibrata, ma ci sono anche problemi di privacy ad allargare la platea nei consultori».
L’astensione della Lega arriva a valle di una lunga e vissuta discussione parlamentare. Il decreto Pnrr è stato alla fine approvato, ma le opposizioni hanno dato battaglia. «Siamo noi donne che scegliamo se essere madri o se non essere madri. Voi vi dovreste solo vergognare. Sono madre, ho scelto di essere madre. Quattordici anni fa però ho scelto di abortire e sapete perché lo dico qui, nel luogo più alto della rappresentanza democratica di questo Paese, in cui ancora oggi a qualcuno tremano le gambe quando si parla di aborto? Perché non vorrei che nessuna donna che in questo momento volesse abortire si sentisse attaccata da questo Stato. Perché, quando mi guardo allo specchio, non mi sento né colpevole né mi vergogno» ha detto Gilda Sportiello, deputata del Movimento 5 stelle e prima madre ad allattare in aula l’anno scorso.
Le critiche
Il provvedimento inserito dal governo Meloni nel decreto Pnrr è stato già respinto nei fatti da alcune realtà locali, prima fra tutte l’Emilia-Romagna. «Respingiamo qualsiasi tentativo di ingerenza nelle vite delle donne, che di tutto hanno bisogno tranne che di trasformare i consultori in luoghi di condizionamento e di indirizzo di opinioni». Così Barbara Lori e Raffaele Donini, assessori regionali in Emilia-Romagna alle Pari opportunità e alla Salute.
Mercoledì sera invece Giorgia Meloni ha replicato alla ministra spagnola per le Pari opportunità Ana Redondo che si era espressa contro l’ingresso degli antiabortisti nei consultori. «Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni interne italiane senza conoscerne i fatti. Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni» ha detto la premier.
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