E rivendica: «Possibili commenti diranno che in quanto transgender e persona queer LGBTQIA+ non dovrei parlare di Gaza o della causa palestinese. Voglio scrivere una parola di cui parlava sempre anche Murgia, che è “intersezionalità”». La lista cresce: no di Zerocalcare, Amnesty, Giancane e Davide Toffolo
Di questo passo resterà convinto solo Matteo Salvini, il vicepremier che ha promesso che farà di tutto per esserci. Il Lucca Comics della discordia continua a registrare defezioni in polemica contro il patrocinio dell’ambasciata israeliana. Il primo a dire no pubblicamente è stato il fumettista Zerocalcare, adesso si aggiunge Josephine Yole Signorelli, alias Fumettibrutti.
Autrice tra le più intense del panorama fumettistico italiano, che ha fatto della sua arte la testimonianza del suo femminismo e della sua battaglia per i diritti delle persone trangender, ha scritto sui social che proprio per questo non ha potuto esimersi dall’agire, e dal dichiararlo pubblicamente.
Il punto, spiega, sta proprio ne «l’intersezionalità»: «Mi spiace scrivervi che non sarò presente durante i giorni di fiera a Lucca, e il motivo è proprio il patrocinio dell’ambasciata di Isr43l& (Israele, ndr). Dopo averlo scoperto mi sono presa del tempo prima di decidere cosa fare, e credo che se nella vita si fanno dei compromessi (io stessa ne ho fatti tanti) su questo non riuscirei a dormirci la notte».
Si aspetta reazioni: «Perdonatemi in anticipo se non potrò leggere tutti i messaggi, ma devo tutelarmi dal leggere possibili commenti che dicono che in quanto transgender e persona queer LGBTQIA+ non dovrei parlare di G*Z4 (Gaza, ndr) o della causa p4l3st1n3sə (palestinese, ndr). Non dovrei dare alcuna spiegazione al riguardo, ma voglio comunque scrivere una parola di cui parlava sempre anche Murgia, che è “intersezionalità”». Un riferimento alla scrittrice sarda morta il 10 agosto, paladina dei diritti e esempio vivente della “famiglia queer”.
Per Fumettibrutti intersezionalità significa «preoccuparsi per tutte le lotte contro l’oppressione, dei corpi e dei popoli, non solo di quelle che ci fanno comodo. Il femminismo è la chiave di lettura del mondo che mi rende libera ogni giorno, e non si tratta di un dovere per me, è l’essenza stessa della vita. Quindi stelle, mi scuso perché non riusciremo in quest’occasione a tenerci per mano e ad abbracciarci, ma sono sicura che lo faremo sempre e per sempre anche in altri luoghi. Come sempre vi abbraccio, brillate».
Gli altri
Signorelli e Zerocalcare, nome d’arte di Michele Rech, sono in buona compagnia. Rech ha dato il via alla protesta con una storia su Instagram domenica mattina. A 24 ore di distanza è arrivato anche il no di protesta di Davide Toffolo, voce de I tre allegri ragazzi morti, e anche lui autore di fumetti. Lo ha scritto pubblicando un ritratto del collega di Roma: «Questo è il ritratto che ho fatto al gigante Zerocalcare intervistato dal direttore Marino Sinibaldi per la rivista letteraria Sotto il vulcano nel numero curato da Tito Faraci e che si intitola Il fumetto ci salverà. Lo troverete il libreria e in anteprima a Lucca pubblicato da Feltrinelli. Io non ci sarò. Viva il fumetto!»
E poi Giancane, cantautore che Michele Rech ha saccheggiato per le sue animazioni. Avrebbe dovuto esibirsi a Lucca il 5 novembre.
Tra le voci che più hanno fatto scalpore in queste ore resta quella di Amnesty International: «Il patrocinio dell’ambasciata israeliana ci spinge a rinunciare alla nostra presenza». Il caso a quel punto è diventato ancora più marcatamente politico. Il vicepremier Salvini infatti ha accusato l’associazione che difende i diritti umani di razzismo. Il portavoce di Amnesty Riccardo Noury ha replicato: «Col suo commento, Salvini in questa occasione ha dimostrato di non sapere cosa sia il razzismo. Strano, perché come dimostrano i vari ‘barometri dell’odio’ di Amnesty International Italia, in quella materia risulta essere decisamente un esperto».
Il graffio
Signorelli avrebbe dovuto prendere parte il 3 novembre al tavolo “Il graffio del fumetto”. Con lei la Tram, Margherita Tramutoli (Feltrinelli Comics), Rita Petruccioli ed Elizabeth Pich (Rulez). Fumettiste in dialogo tra loro per riflettere sulla potenza della nona arte e la sua capacità di cambiare anche la cultura vigente, tra transfemminismo, autoironia e disegno si legge sul programma.
Sarà adesso un altro dei tavoli a cui si registrerà un vuoto, mentre si aspetta di capire se, come vogliono alcuni commentatori, tutto questo avrà solo fatto crescere l’aspettativa per quello che accadrà a Lucca, e parallelamente il numero dei visitatori. Oppure se sarà un altro tassello della caduta della manifestazione di quest’anno. Un evento che caratterizza la città con i fumetti dagli anni 60, e che torna adesso nelle cronache per altro. La stessa cittadina di cui proprio pochi giorni fa si era parlato perché non ha voluto intitolare una strada a Sandro Pertini, il presidente partigiano celebrato fumettisticamente da Andrea Pazienza.
L’organizzazione, che per quest’anno aveva deciso già da molto tempo di coinvolgere i due gemelli di Tel Aviv Asaf e Tomer Hanuka per l’illustrazione del manifesto, non ha voluto fare un passo indietro, nonostante la polemica montasse da giorni: «Abbiamo riflettuto molto sulla possibilità di rinunciare al patrocinio, ma abbiamo ritenuto che sarebbe un atto poco responsabile nei confronti non solo delle istituzioni e delle realtà appartenenti al nostro ecosistema, ma anche per tutti i partecipanti. Lucca Comics & Games mette da sempre al centro solo ed esclusivamente l’opera intellettuale e creativa, le persone». E non dice no all’ambasciata.
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