- Il testamento di Berlusconi è stato aperto, ma il suo contenuto non è ancora pubblico.
- La domanda è se il suo impero verrà diviso equamente tra i figli o se verranno premiati i maggiori, che hanno ruoli di punta in Fininvest e Mediaset.
- In ogni caso, le volontà del Cavaliere avranno un’esito sull’economia e sull’informazione italiana.
Il testamento di Silvio Berlusconi è stato aperto. Gli avvocati Luca Fossati dello studio Chiomenti (in rappresentanza di Marina e Pier Silvio) e Carlo Rimini (in rappresentanza degli altri tre figli Barbara, Luigi ed Eleonora) hanno svolto il ruolo di testimoni alla lettura che è avvenuta nello studio del notaio Attilio Roveda.
Il documento è stato letto anche ai figli dell’ex presidente del Consiglio, che sembra fossero collegati in videocollegamento e che ora sono a conoscenza del contenuto. Il tutto è avvenuto dopo la chiusura delle borse per evitare che le notizie potessero avere un impatto sui titoli delle società quotate.
È probabile che tutto venga reso pubblico già ieri, perlomeno in parte. Si tratterà di un momento decisivo per l’economia italiana. L’impero di Berlusconi copre moltissimi settori dell’economia e le notizie relative a ciò che succederà avranno un impatto sulla vita di molte persone. La sola Mediaset, per esempio, ha quasi 5mila dipendenti. C’è poi la quota in Banca Mediolanum dal valore di quasi due miliardi di euro. Non è una percentuale che permette il controllo, ma è comunque molto rilevante, per esempio in caso di voto in assemblea straordinaria.
Oggi i beni di Berlusconi sono suddivisi equamente tra i figli: Fininvest era per il 65 per cento circa in mano al Cavaliere, mentre il resto era diviso più o meno equamente tra Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi.
I tre figli avuti dal secondo matrimonio si sono tenuti piuttosto in ombra nel corso degli anni, fatta eccezione per il ruolo di Barbara nel Milan guidato dal padre, mentre Marina e Pier Silvio sono a capo delle due realtà più importanti dell’impero di Berlusconi: la prima è presidente di Fininvest e di Mondadori, mentre l’altro è vicepresidente esecutivo e amministratore delegato del gruppo Mediaset.
Una successione paritaria della fetta in mano al Cavaliere porterebbe a un’inversione di tendenza: la proprietà finirebbe in mano ai figli minori, che finora hanno detenuto le proprie quote in una holding comune, mentre quelli che finora sono stati gli executive dell’impero si troverebbero in minoranza. Non è detto che si tratti per forza di un problema: non ci sono particolari conflitti tra i figli e finora, seppur sotto la guida del padre, il fatto che il controllo delle aziende fosse in mano solo ad alcuni di loro non ha creato problemi.
Negli affari, però, non si può mai sapere, e Berlusconi ne aveva sicuramente consapevolezza. È possibile quindi che abbia deciso di non correre rischi e, per precauzione, di lasciare il controllo in mano ai figli maggiori, in modo da non separare proprietà e management.
La divisione paritaria delle quote, infatti, potrebbe portare a delle vendite. Non necessariamente di ogni asset produttivo, ma magari di una parte rilevante, in particolare Mediaset. È quello che hanno dimostrato di prevedere i mercati, dato che il titolo della società è cresciuto sin dal ricovero del Cavaliere, con il prezzo che è aumentato ancora di più dopo la sua morte.
La cessione di Mediaset potrebbe avere forti conseguenze sulla sua identità. Cosa accadrebbe con un nuovo proprietario?
L’eredità televisiva
Per ora la nuova Mediaset post Berlusconi è già ricca di cambiamenti, come dimostra la presentazione dei palinsesti avvenuta poche ore prima dell’apertura del testamento, ma anche di una buona dose di nostalgia.
Confermato l’addio di Barbara D’Urso che ha sfogato la sua rabbia in un’intervista a Repubblica: «Il sentimento dominante? Il dolore, unito allo sgomento e alla rabbia. La cosa che mi fa più male è che non mi hanno permesso di salutare il mio pubblico. E con quel comunicato hanno fatto pensare che fossi d’accordo nella decisione: “Canale 5 e Barbara D’Urso hanno concordato che dalla prossima stagione l’artista non condurrà più Pomeriggio 5”. Io non ho concordato niente». E confermati gli arrivi di Bianca Berlinguer, con al seguito l’immancabile Mauro Corona, e Myrta Merlino, che andrà a occupare la casella lasciata libera da D’Urso la domenica pomeriggio. In panchina anche Belén Rodríguez e Ilary Blasi. Tra le altre novità Checco Zalone, che tornerà in televisione con il suo spettacolo Amore + Iva mentre Maria De Filippi, che resterà centrale con i suoi programmi e aggiungerà Luciana Littizzetto alla giuria di Tú sí que vales, curerà anche una versione invernale di Temptation Island. Gerry Scotti ripercorrerà i passi di Mike Bongiorno con una nuova versione della Ruota della fortuna, ci sarà il ritorno del karaoke (una serata speciale all’Arena di Verona) ed Enrico Papi avrà ben tre programmi. Alla conduzione delle Iene arriverà invece Veronica Gentili.
L’eredità politica
Intervenendo alla presentazione dei palinsesti Pier Silvio Berlusconi ha risposto a D’Urso: «Ringrazio Barbara per la professionalità e l’impegno. Ci ha chiesto un rinnovo di due anni con la garanzia di almeno un prime time all’anno. Ci siamo resi conto che forse le stava stretto solo lo spazio di Pomeriggio 5».
Ma soprattutto ha parlato del tema su cui in molti si sono interrogati nelle ultime settimane: l’eredità politica del Cavaliere. Qualcuno ha parlato anche di Luigi come possibile successore. Ma le quotazioni di Pier Silvio appaiono oggi in rapida ascesa. E l’ad di Mediaset sarebbe tentato dall’idea. «Ho 54 anni – avrebbe detto – mio padre ne aveva 58 quando è sceso in politica…».
Il momento, però, non sembra ancora arrivato. «Oggi non c’è nessuna emergenza – ha detto – per la prima volta dopo tanti anni c’è un governo votato dagli elettori, che sta facendo del suo meglio. E penso che Forza Italia debba e possa garantire stabilità al governo».
Una dichiarazione più da leader di partito che da manager televisivo che allontana solo in parte le sirene della politica. «Non penso che sia giusto lasciare le cose a metà: ritengo di dover rimanere a Mediaset a fare il mio mestiere», ha aggiunto. E la domanda è legittima: fino a quando
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