Per il presidente del consiglio Giuseppe Conte «Le scuole non sono focolaio di contagio». Resta ancora il nodo trasporti su cui stanno lavorando la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, la ministra dell’Interno, Lucia Lamorgese, e il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia.
Anche le regioni hanno iniziato a guardare alla riapertura delle scuole il 7 gennaio, oggi c’è stato un incontro con i ministri della Salute, Roberto Speranza, dell’Interno, Luciana Lamorgese, e dei Trasporti, Paola De Micheli: «Le regioni sono fortemente mobilitate per garantire la ripresa della didattica in presenza anche nelle scuole superiori. Su questo tema abbiamo avuto oggi un confronto approfondito con i ministri». Lo ha detto al termine dell’incontro il presidente della conferenza delle regioni, Stefano Bonaccini.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione delle misure restrittive per le festività natalizie, il premier Giuseppe Conte aveva detto che le ministre Azzolina, De Micheli e il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia lo avevano avvisato del procedere dei lavori per evitare «gli afflussi che potrebbero determinare criticità». Conte aveva inoltre aggiunto: «Riteniamo che le scuole non siano focolaio di contagio».
Bonaccini ha detto che per il rientro bisognerà tenere conto di diversi fattori: «La scuola rappresenta una priorità a cui dobbiamo dare risposte urgenti. È chiaro – ha proseguito il presidente della conferenza - che occorre muoversi guardando a due parametri imprescindibili: la sicurezza sanitaria ed il quadro epidemiologico da un lato, la sostenibilità del trasporto pubblico locale dall’altro».
Riguardo al trasporto si stanno mobilitando anche le prefetture. I tavoli con le prefetture «stanno registrando soluzioni e collaborazioni positive». Per questo, ha concluso, «andiamo avanti con determinazione per fare in modo che una volta decise le modalità delle riaperture delle scuole, dopo le festività, gli studenti e i docenti possano riprogrammare le attività didattiche e gli studi, e non si sia costretti a dannose marce indietro». Per il presidente «occorrono il massimo della collaborazione istituzionale e percorsi condivisi».
Nonostante le pressioni delle scorse settimane per anticipare la riapertura, il decreto del 3 dicembre ha fissato la ripresa della didattica in presenza il 7 gennaio e, attualmente, non è stata fissata al cento per cento. Infatti è previsto il rientro in presenza per le scuole medie, invece per le scuole secondarie di secondo grado è stata fissata la didattica a distanza mista con presenza al 75 per cento.
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