L’assemblea ha dato il via libera, con 178 sì, 15 no e 30 astenuti alla modifica dell’articolo 58 della Costituzione per abbassare la soglia di età rispetto ai 25 anni. La Camera aveva già votato a favore lo scorso 9 giugno. Ora dovranno passare tre mesi e un eventuale referendum. Il ministro D’Inca ha calcolato che ci saranno 4 milioni di elettori (giovani) in più
Il Senato ha dato il via libera, con 178 sì, 15 no e 30 astenuti, alla riforma della costituzione che abbassa la soglia di età da quella originariamente prevista, 25 anni, a 18, cioè il raggiungimento della maggiore età. L’Assemblea di Palazzo Madama ha esaminato per la quarta volta, in via definitiva, il testo della riforma dell’articolo 58 della Costituzione in materia di elettorato che estende ai diciottenni la possibilità di esprimere il voto per il Senato. La Camera aveva già approvato la riforma, con 405 voti a favore, 5 contrari e 6 astenuti, il 9 giugno scorso.
La legge sarà ora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e entro tre mesi un quinto dei parlamentari di ciascuna camera, cinque consigli regionali o 500.000 elettori potranno richiedere l’eventuale referendum. In mancanza della richiesta, la legge entrerà in vigore entro la fine dell’anno.
4 milioni di elettori in più
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, ha fatto i calcoli: «Con il voto di oggi al Senato la riforma costituzionale per la riduzione, da 25 a 18 anni, dell'età dell'elettorato attivo per il Senato della Repubblica termina positivamente il suo iter parlamentare. La riforma consentirà di far partecipare al voto circa 4 milioni di giovani che oggi sono esclusi dall'elezione di una delle due Camere rappresentative dei cittadini». Il voto di oggi «testimonia anche che il metodo delle riforme puntuali, che ha già portato alla riduzione del numero dei parlamentari lo scorso settembre, non solo è efficace ma è anche utile ad approvare le riforme necessarie con larga maggioranza, come testimonia il voto di oggi del Senato».
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