«Parliamo un po’ di noi». L’invito di Paolo Corsini, direttore degli approfondimenti Rai, ad Atreju, dove ha condotto l’incontro inaugurale, lascia poco spazio al dubbio su quanto una delle figure principali del servizio pubblico si identifichi con i valori di Fratelli d’Italia. Corsini si è rivolto anche all’opposizione, sottolineando il forfait della leader dem Elly Schlein ad Atreju: «Hanno preferito occuparsi di come vestirsi e di che colori utilizzare piuttosto che confrontarsi» ha detto con un riferimento alla figura dell’armocromista che assiste Schlein. 

Il direttore in mattinata ha preso posizione spiegando che è stato frainteso. «Quando si estrapolano parole dal contesto in cui sono state espresse, si corre sempre il rischio di prestarsi a facili critiche e strumentalizzazioni. Ieri sono stato invitato a moderare il dibattito introduttivo di una manifestazione che, in questi giorni, presenta al pubblico un parterre di ospiti e personalità di altissimo livello. In questo quadro, mi dispiace davvero che alcune mie frasi abbiano generato fraintendimenti» ha scritto Corsini in una nota. 

«Nei miei brevi interventi introduttivi, finalizzati esclusivamente ad animare il dibattito e coinvolgere e presentare i relatori, non c'era ovviamente - ha aggiunto - alcun intento politico o polemico e di questo mi scuso. Sono un giornalista del Servizio Pubblico e il mio impegno quotidiano, come quello di tutti i miei colleghi, è garantire in ogni situazione autonomia, pluralismo e completezza nell'informazione».

Le critiche delle opposizioni

Ora per Corsini il Pd e il M5s chiedono le dimissioni e si sono attivati anche i vertici aziendali. «I suoi programmi vanno male e lui, invece di stare a lavorare in Rai per provare a risollevare, che fa? Sta ad Atreju non a fare il semplice conduttore ma ad attaccare Schlein. Non si è mai visto un direttore della Rai che attacca ad un'iniziativa di partito la leader di quello avversario come se fosse un militante. Inaccettabile. Si scusi o si dimetta» scrivono i componenti del Pd della commissione di Vigilanza Rai.

Sulla stessa lunghezza d’onda il M5s, che stigmatizza l’ammissione di Corsini sulla militanza: «Non scopriamo nulla di nuovo, ma sentire dalla viva voce del direttore dell'approfondimento Rai Paolo Corsini definirsi "militante" e parlare di ritoccato orgoglio alla Festa di Fratelli d'Italia, sorprende comunque. Non per quello che dice: la sua appartenenza è nota a tutti, ma per la sfrontatezza di esprimerle senza remore in una festa di partito, davanti a tutti, dimenticando totalmente il suo ruolo di primo piano nel Servizio Pubblico. Domanda: ai vertici Rai va bene così o prenderanno provvedimenti?». 

L’ad Rai Roberto Sergio, confrontato con la vicenda, sarebbe pronto a prendere provvedimenti e avrebbe commissionato alla direzione del personale una relazione sulla vicenda che riguarda il direttore degli approfondimenti, uno sviluppo che mette a serio rischio la posizione di Corsini, qualora l’azienda riscontri condotte gravi. 

Sul caso è intervenuta anche la presidente Marinella Soldi. «Credo che un giornalista del Servizio pubblico debba garantire un atteggiamento sempre equidistante, a prescindere dal contesto in cui opera. Gli operatori dell'informazione Rai sono richiesti di esercitare la propria professione nel segno del pluralismo e dell'imparzialità,  essenziali per aiutare il cittadini a formarsi un'opinione libera da pregiudizi, a massimo vantaggio della democrazia e del paese».

Corsini non ha mai fatto mistero del suo retroscena culturale e ha spesso partecipato alle manifestazioni organizzate insieme alla destra: anche quest’anno ad Atreju non è l’unico volto Rai: a partecipare ci sono anche Angelo Mellone – direttore del Day time – e Giampaolo Rossi, direttore generale di viale Mazzini. Ospite sarà anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che non disdegnava partecipare alle iniziative meloniane anche quando era ancora direttore del Tg2. Assente invece l’amministratore delegato Roberto Sergio, ma manca anche il direttore di Rainews24 Paolo Petrecca, negli anni passati habitué della kermesse di partito. 

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