A Trento gli strascichi dello scontro sulla rielezione di Maurizio Fugatti continuano ad agitare le anime nel partito di Giorgia Meloni. Con accuse e sotterfugi, che adesso rischiano di sfociare in querele e carte bollate
Una “polveriera”. È la parola più in voga tra gli addetti ai lavori per descrivere la situazione che si è creata dentro Fratelli d’Italia in Trentino Alto Adige. Registrazioni audio rubate, complotti, attacchi verbali che potrebbero ora essere risolti in tribunale.
Tutto è iniziato con la corsa al governo della Provincia di Trento e lo scontro che si è consumato fra Fratelli d'Italia e la Lega sulle nomine. Le elezioni di ottobre scorso in Trentino sono state anche secondo Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione del partito di Giorgia Meloni, «il momento di massima tensione tra Lega e FdI».
Una lotta che si è consumata dopo il tentativo del governatore leghista Maurizio Fugatti di non rispettare i patti preelettorali. Da lì è stato complicatissimo trovare la quadra per la formazione della giunta, un contrasto che ha visto contrapporsi con toni molto duri i due partiti, tanto a Trento quanto a Roma, dove la questione veniva affrontata direttamente dai leader e riguardava la vicepresidenza assegnata a Francesca Gerosa di Fratelli d'Italia, con un accordo preelettorale, e i tentativi della Lega di non rispettarlo.
La battaglia ha avuto forti contraccolpi dentro Fratelli d'Italia con uno strascico che rischia ora di arrivare alle carte bollate fra i parlamentari e che è iniziato ben prima delle elezioni provinciali di ottobre. Segnali di crisi si erano visti a inizio 2023 quando il partito di Giorgia Meloni in Trentino aveva indicato come propria candidata presidente Francesca Gerosa, non confermando la ricandidatura del governatore leghista Maurizio Fugatti. I rapporti all'interno di Fratelli d'Italia col passare dei mesi sono diventati sempre più tesi fra una gestione politica del partito non condivisa e l'accordo, mal digerito da alcuni dirigenti, di candidare alla fine Gerosa come vice presidente della Provincia, dando il via libera alla riconferma del governatore Fugatti.
Le tensioni hanno visto da una parte i deputati di FdI Andrea de Bertoldi e Alessia Ambrosi e dall'altra il commissario Alessandro Urzì la cui gestione del partito era stata definita addirittura «da film horror».
I rapporti fra i tre si sono sempre più deteriorati. A far esplodere ulteriormente la situazione è stato l'ennesimo scontro avvenuto nella chat interna del partito dove si è venuti a sapere – come rivelato da ilT – di un audio in possesso del deputato Alessandro Urzì e registrato nel periodo in cui erano in corso le trattative politiche per la composizione della giunta per la provincia di Trento.
In questo audio, secondo quanto è emerso sui giornali, ci sarebbe la voce dell'altro esponente trentino di Fratelli d'Italia, Andrea de Bertoldi, al telefono con la deputata Ambrosi, impegnato, a quanto sembra, a discutere su come minare l’accordo sulla vicepresidenza di Gerosa.
Una registrazione che sarebbe illecita, tanto che ora de Bertoldi starebbe pensando di rivolgersi alla Procura. L'onorevole si limita a dire che se ne discuterà «nelle sedi appropriate». Da capire se siano quelle del partito o del tribunale.
C'è poi una seconda vicenda che agita le acque in Fratelli d'Italia e che riguarda lo scontro fra l'onorevole Alessia Ambrosi e ancora una volta il commissario Alessandro Urzì a cui vengono imputati «comportamenti sessisti» e «misoginia». L'onorevole era stata presa di mira in passato dopo la pubblicazione di una foto in cui baciava il fidanzato Georg Dornauer, vicegovernatore social-democratico del Tirolo, finita sul giornale austriaco “Heute”. Commenti che la deputata non vorrebbe più lasciar passare.
Il commissario del partito in Trentino, l'onorevole Alessandro Urzì, intanto, spiega a Domani di «non voler commentare questioni estranee alla politica». «Ho solo richiamato tutti sui successi di FdI con la conquista della vicepresidenza della provincia per la prima volta nella storia e di cui vorrei che tutta la classe dirigente fosse consapevole e orgogliosa. E vorrei che quotidianamente tutti i dirigenti, i militanti, gli eletti di Fratelli d’Italia potessero farsi moltiplicatori dell’entusiasmo che anima coloro che hanno consumato fino all’ultima goccia di sudore per ottenere un risultato storico».
Per il commissario le polemiche dovevano rimanere interne. «Abbiamo portato il pragmatismo femminile al governo del Trentino nei suoi ruoli più apicali, ed è la risposta migliore a chi parla per puro sensazionalismo da copertina di misoginia. Abbiamo una classe dirigente che è formata da donne, abbiamo una presidente del consiglio dei ministri che ci dà l’esempio. Non sono altrettanto d’esempio coloro che purtroppo danneggiano tutta questa immagine positiva di Fratelli d’Italia all’insegna del motto tanto peggio tanto meglio, per poi salire sulle macerie come salvatori della patria. Ma di tutto questo saranno gli organi interni del partito ad occuparsi».
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