Il Movimento 5 stelle alal ricerca di sè stesso. Il fondatore pubblica il video intitolato “Un cuore da ragioniere” che fa il verso al «cuore di un banchiere» di Mario Draghi e accusa Di Maio “Giggino a cartelletta”, Giuseppe Conte elenca l’agenda sociale del Movimento andando contro il segretario del Pd
C’è movimento nel Movimento 5 stelle. Il fondatore ha parlato per la prima volta dopo la caduta del governo Draghi: «Quel parlamento lì non se lo merita nessuno, figuriamoci Draghi, nemmeno l'ultimo degli italiani», e ribadisce:«I due mandati sono l’antibiotico». Dopo di lui sono arrivati il post di Giuseppe Conte contro Enrico Letta e un video di Alessandro Di Battista che torna a far sperare i barricaderi: non esclude di candidarsi.
Beppe Grillo
Beppe Grillo è riapparso in un video pubblicato sul proprio blog. «Siamo in un momento caotico e potremmo essere morti tra 15 giorni» ha aggiunto riferendosi al M5s, «ma i nostri due mandati sono luce in questa tenebra incredibile, sono l'interpretazione della politica come un antibiotico» quasi «un servizio civile» spiega nel suo video intitolato “Un cuore da ragionere” che mima il «cuore di banchiere» di Mario Draghi.
La regola pentastellata dei due mandati, ha proseguito, «dovrebbe diventare legge di stato, l'Italia lo merita come una legge contro i cambi di casacca, si merita una legge elettorale con sbarramento, una per la sfiducia costruttiva. Non siamo riusciti a farle, mi sento colpevole anch'io, però abbiamo di fronte qualcosa di straordinario: sono tutti contro di noi», e quando è così «vuol dire che abbiamo ragione» ha concluso nel video.
Il riferimento a Di Maio
Mentre il ministro Luigi Di Maio continua ad attaccare i suoi colleghi di partito, Grillo dopo la scissione e la nascita di Insieme per il futuro lo cita esplicitamente per la prima volta: «C'è gente che entra in politica per diventare una cartelletta. “Giggino a cartelletta” adesso è là che aspetta di archiviarsi in qualche ministero della Nato».
Con di Maio, per Grillo, ci sono «decine e decine di cartellette che aspettano a loro volta di essere archiviate in qualche ministero». E scherza: «Se dobbiamo morire non vorrei morire come una cartelletta».
Il post di Conte
L’ex premier per il momento continua a posizionarsi, e oggi, mentre partono le primarie in Sicilia che vedono insieme Movimento 5 stelle, Pd e Sinistra, Giuseppe Conte attacca Enrico Letta con un post.
Alessandro Di Battista
E poi c’è Dibba. Lui è ancora in viaggio per i suoi reportage dalla Russia, ma adesso non esclude di candidarsi: «Ne parleremo al mio ritorno».
Ha ringraziato chi glielo chiede: «Vi ringrazio, perchè in tanti mi state scrivendo di ributtarmi nella mischia», ma, aggiunge, «io non sono disposto a tutto pur di tornare in Parlamento». Il pensiero però c’è e anche per il Senato visto che, ricorda, «ho passato i 40 anni» - ma rimanda al suo ritorno in Italia dal suo reportage in Russia, e a «patti chiari». L'ex deputato M5s si allinea al fondatore: «Il peccato originale della politica, è quello di intenderla come una professione». Quindi «io lavoro, tornerò in Italia e vedrò che succede». Fa capire di essere corteggiato: «Mi prendo ancora del tempo - conferma Di Battista - per le mie battaglie fuori dalle istituzioni. Esiste vita anche fuori dei palazzi, per questo tengo l'asticella molto alta e patti chiari per un'amicizia lunga. So di avere un potere contrattuale che mi sono guadagnato anche con delle rinunce».
L’entusiasmo di Toninelli
«Forza, forza tutti noi!» esulta l’ex ministro Danilo Toninelli subito dopo sui social. Toninelli è entusiasta per il ritorno in campo di Beppe Grillo: «Ho appena visto il video di Beppe e ho le lacrime agli occhi finalmente questo vero, intimo, modo di essere Movimento 5 stelle. È l’unica cosa che ci serve, niente tattiche, niente strategie che anche da noi abbiamo visto. “Giggino 'a cartelletta” faceva solo quello, e il cuore non so dove cazzo lo avesse, se a destra o a sinistra». E «Viva Beppe Grillo, viva il Movimento 5 stelle, viva i due mandati che dovrebbero essere un'imposizione di legge». Anche lui per il limite non potrebbe più ricandidarsi.
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