Il leader di Forza Italia ha detto in un’intervista al Corriere che gli audio sono stati diffusi senza conoscere il senso globale delle sue parole «con il solo scopo di diffondere calunnie e disinformazione»
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Silvio Berlusconi risponde alle domande riguardanti gli audio pubblicati in questi giorni nei quali si sente l’ex presidente del Consiglio accusare Zelensky di aver provocato la guerra e rivendicare la sua amicizia con Vladimir Putin, con il quale ha avuto uno scambio di lettere e di vodka e lambrusco nel giorno del suo compleanno a fine settembre.
«Sinceramente, data la gravità del momento internazionale e l’importanza delle decisioni da assumere per il futuro del nostro paese, pensavo di dover dedicare il mio tempo a cose più importanti che a rettificare interpretazioni distorte e francamente ridicole del mio pensiero. Forse tutto questo si potrebbe evitare semplicemente se si mettessero da parte alcune pessime abitudini, come carpire e registrare di nascosto brani di conversazioni private», ha detto Silvio Berlusconi nell’intervista.
Il cavaliere si è difeso dicendo che gli audio sono «fuori contesto» e che «è stato diffuso senza conoscere il senso globale delle mie parole, con il solo scopo di diffondere calunnie e disinformazione». Berlusconi ha ribadito anche le sue posizioni e quelle di Forza Italia a livello internazionale. Posizioni che coincidono con il governo italiano di Draghi, l’Unione europea e la Nato. «L’ho ripetuto in decine di dichiarazioni, Forza Italia si è sempre espressa in questo senso con le parole e soprattutto con i voti nel parlamento italiano e in quello europeo». Secondo Berlusconi, il «ragionamento che si concludeva con la condanna dell’invasione russa e con l’auspicio di una soluzione negoziata, che ponga fine a questo massacro e che tuteli i diritti del popolo ucraino».
Tuttavia il leader di Forza Italia non rinnega l’amicizia con il presidente russo Vladimir Putin. Un rapporto che secondo Berlusconi ha «portato a risultati importanti, sempre conseguiti in pieno accordo con i nostri alleati dell’occidente, come il trattato del 2002 a Pratica di Mare che mise fine dopo oltre cinquant’anni di angosce alla Guerra Fredda e il mio intervento nel 2008 per evitare l’invasione russa della Georgia. Ma oggi le circostanze sono cambiate».
Sul prossimo governo
«Noi andremo alle consultazioni al Quirinale con gli alleati del centrodestra e proporremo il nome di Giorgia Meloni, in coerenza con il risultato elettorale», ha detto Berlusconi. Con la premier in pectore non ci sono dissidi «ma normali discussioni fra forze politiche alleate, leali, ma diverse fra loro. Le divisioni vere continuiamo a vederle fra i nostri avversari della sinistra». Nel totoministri il cavaliere continua a spingere per avere la presidente uscente del Senato Casellati a capo del ministero della Giustizia e spera di ottenere la stessa rappresentanza della Lega, dato il simile numero di voti ottenuti.
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