Quest’anno la loro amicizia compie ventun’anni. Era il 2001 l’anno in cui tra i due si svolse la prima telefonata di rito tra presidenti. Dagli accordi per il South stream alle foto su Chi con il cagnolino Dudù
Silvio Berlusconi ha parlato da Treviglio: «Non abbiamo leader nel mondo, non abbiamo leader in Europa» capace di trattare con Vladimir Putin per farlo desistere dall’aggressione all’Ucraina. E ha spiegato: «Un leader mondiale che doveva avvicinare Putin al tavolo della mediazione gli ha dato del criminale di guerra e ha detto che doveva andare via dal governo russo. Un altro, segretario della Nato ha detto che l'indipendenza del Donbass non sarebbe mai riconosciuta». E così, ha concluso, «capite che con queste premesse il signor Putin è lontano dal sedersi ad un tavolo».
Il signor Putin per Berlusconi ha le sue ragioni. Quest’anno la loro amicizia compie ventun’anni. Era il 2001 l’anno in cui tra i due si svolse la prima telefonata di rito tra i due presidenti. Putin si congratulò con Berlusconi, ma presto diventeranno Vladimir e Silvio. Così dopo due decenni Silvio «è deluso», ma ancora lo capisce.
L’intesa politica
La politica li ha visti accordarsi nel migliore dei modi. Nel 2002 Berlusconi ha siglato con Putin l’accordo di Pratica di Mare. Un accordo che consentì l’allargamento del Consiglio della Nato alla Federazione Russa. Con loro anche il presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Una firma che il partito centrodestra vanterà come la fine della Guerra fredda, e i “seniores” di Forza Italia a gennaio hanno rievocato tra i principali successi di Berlusconi nella paginona per chiedere che ascendesse al Quirinale.
E come sempre con Mosca, negli anni si è parlato anche di metano. Pare che già nel 2003 ci fosse l’ipotesi di un collegamento da sud che portasse in Italia direttamente il metano di Mosca saltando l’Ucraina. Nel 2005 Berlusconi andò a fare visita al cantiere del gasdotto Blue Stream che collega la Russia alla Turchia e a cui lavorò anche Eni.
Il tentato collegamento diretto con l’Italia arriverà poco dpopo: il gasdotto South Stream è stato annunciato nel 2007 (governo Prodi), e Berlusconi presto riprenderà la scena cercando di dare una spinta decisiva al progetto che piaceva così poco agli Stati Uniti. Il nuovo collegamento avrebbe dovuto passare dal Mar Nero, e attraversare Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia, Austria e fino in Italia.
Nel 2009 una foto immortala alla presenza dei premier Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, gli amministratori delegati delle due società, Paolo Scaroni e Alexei Miller, la firma del documento integrativo del memorandum d'intesa esistente.
Il progetto non arriverà a nulla per la chiara opposizione della commissione Europea e l’invasione nel 2014 della Crimea. Togliere rilevanza geopolitica all’Ucraina da cui passa il principale dei collegamenti di metano per l’Europa, sarebbe stato un rischio. In Italia le ragioni di Putin sono sempre ascoltate.
Anche Matteo Salvini nel suo viaggio a Mosca tornerà sul punto dispiaciuto «che qualcuno non ritenga più strategici investimenti» del genere. Alan Friedman, nel suo libro My Way ricorda la difesa di Berlusconi: «Sulla questione dell’Ucraina io sono in disaccordo con la politica dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, e con il comportamento della Nato». Il popolo della Crimea «parla russo e ha votato con un referendum per riunirsi alla Madre Russia».
Una questione personale
Ma quello tra Putin e Berlusconi è un rapporto che va oltre le questioni politiche. Al punto che nel processo di Bari cosiddetto “Escort”, Patrizia D’Addario testimonierà di essere stata invitata da Berlusconi nel «lettone grande, quello di Putin», “lettone” che gli avrebbe regalato il presidente russo.
Già nel 2003 le prime vacanze. Putin in Costa smeralda, Berlusconi in Dacia, e foto di coppia con colbacco. Una frequentazione che continua nel tempo. A febbraio 2014 – poco prima dell’invasione della Crimea – ancora una foto insieme, loro due e il cagnolino Dudù a Palazzo Grazioli, diventa la copertina di Chi raccontando un rapporto che non conosce crisi.
Nel 2017, in occasione del 65esimo compleanno di Putin, Michele Cascavilla pubblicò la foto di uno dei doni di Berlusconi per il presidente russo: un copri piumino con la foto della loro stretta di mano stampata.
Cosa ne è stato della loro amicizia? Dopo la nuova invasione dell’Ucraina sono passati giorni prima che il Cavaliere si esprimesse sul nuovo conflitto. Il 10 aprile è arrivato il primo intervento pubblico di Silvio Berlusconi sulla guerra: «Non posso e non voglio nascondere di essere profondamente deluso e addolorato dal comportamento di Vladimir Putin».
Il 21 aprile è intervenuta la figlia Marina Berlusconi: «Mio padre ha fatto e ha detto le cose giuste al momento giusto. La sua posizione è sempre stata netta». Per lei un’immagine di lungimiranza: «Il primo a denunciare i pericoli del neoimperialismo cinese e di un abbraccio con la Russia».
L’Espresso ha ricordato che il 31 agosto del 2003 i due leader furono immortalati mentre passavano in rassegna il picchetto d’onore di marinai russi sull’incrociatore Moskva. Putin l’aveva scelta per ospitare l’amico Berlusconi dopo essere stato a sua volta ospite del Cavaliere nell’hotel Abi di Oru per una cena a cui aveva cantato Andrea Bocelli. Oggi l’incrociatore è stato colpito e affondato al largo delle coste ucraine, ma ci sono amicizie che non affondano mai.
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