- La senatrice: «Renzi si muove con partiti del centrodestra. Io sono estranea al centro moderato. La differenza è prima di tutto politica».
- «Credo che un ex primo ministro che riveste un ruolo attivo in parlamento dovrebbe essere più cauto nel ricevere incarichi da governi o emanazioni di governi stranieri. Per di più nel caso di governi antidemocratici come quello di Bin Salman. Io ho invitato al senato la fidanzata di Khashoggi».
- Sta scoppiando la contraddizione sulla valutazione del governo Draghi: il centrodestra si divide tra opposizione e governo, il M5S tra chi ha scelto Draghi e i nostalgici di un movimento anti-tutto. Noi siamo pronti a sostenerlo anche oltre il 2023»
«Il Movimento Cinque stelle si divide fra chi ha scelto Draghi e l’Europa e gli anti-tutto» e invece «Renzi va con chi sosteneva Berlusconi al Quirinale». Emma Bonino, la signora della politica italiana, radicale, liberale e europeista, segna le distanze con il leader Iv che amoreggia con Bin Salman: «Io ho invitato al senato la fidanzata di Khashoggi».
Senatrice Emma Bonino, il cosiddetto «centro» si organizza, Renzi con Toti, con Mastella ed altri «centrini». Più Europa, con Carlo Calenda, non sarà di questa partita?
La prospettiva di +Europa, e ora del patto federativo con Azione, è quella di una forza europeista, radicalmente riformatrice che esplicitamente si richiami ai liberali europei; anche sui diritti civili, ovviamente. Vedo che altri lavorerebbero ad un centro moderato con forze che governano e governeranno con Salvini e Meloni: non giudico, ma non è la nostra strada.
Anche a lei, come a Calenda, la parola centro «fa schifo»?
Non condivido né il concetto né il linguaggio. Certo, la mia storia e il mio presente sono estranei alla impalpabile categoria del «centro moderato». E non intendo cambiare idea ora.
Il mancato, per ora almeno, dialogo con Matteo Renzi ha qualcosa a che vedere con le sue attività di consulenza all’estero, che ogni giorno si scoprono più sorprendenti e consistenti?
Non so se Renzi abbia voglia di dialogare con me e con noi, per la verità. Mi sembra piuttosto che si stia muovendo in una direzione diversa, quella appunto di una federazione con partiti nati da divisioni nel centrodestra e che comunque sostenevano Berlusconi al Quirinale: ripeto, senza iattanza, questa non è la nostra strada. La differenza con Renzi è prima di tutto politica.
Al di là delle leggi in vigore c’è un tema di conflitto, di interessi o almeno di interessi democratici, per un politico, anzi un parlamentare?
Non ho dubbi sul fatto che Renzi si sia mosso nel rispetto delle leggi. Credo però che un ex primo ministro che ancora riveste un ruolo attivo in parlamento e nella politica italiana dovrebbe essere più cauto nel ricevere incarichi molto ben remunerati da governi o emanazioni di governi stranieri. Per di più nel caso di governi antidemocratici e con scarsissima considerazione per i diritti umani e per quelli delle donne, come quello guidato da Mohammed Bin Salman. Per chiarire la differenza: io ho invitato al senato la fidanzata di Khashoggi, il giornalista della cui barbara uccisione sono accusate le autorità saudite.
Lei è da sempre contro una legge elettorale proporzionale. Si farà? Se no, finirete per dovervi alleare per forza?
Sono sempre stata a favore di un sistema elettorale maggioritario, magari a doppio turno come in Francia. Non ho cambiato idea, anche se questo non significa che difenda l’attuale legge che è un ibrido mal riuscito. Come abbiamo visto le cosiddette coalizioni che si presentato al voto sono una finzione. Comunque, se vuole la mia previsione, la legge elettorale – purtroppo – non cambierà. Intanto noi andiamo avanti per la nostra strada, avversari dei sovranisti Salvini e Meloni e dei loro alleati, con un progetto autonomo e distinto dal resto. Quando verrà il momento decideremo se e con chi eventualmente allearci.
Nelle chiame per il presidente della Repubblica lei ha votato la ministra della giustizia Marta Cartabia. Che giudizio dà della rielezione di Mattarella?
Avevamo scelto Cartabia, non “una di noi”, per proporre un metodo e una donna qualificata. Mattarella è stato e sarà un grande presidente, le forze politiche principali sono arrivate impreparate e non hanno fatto una bella figura di fronte al paese.
Si è detto che «la politica ha perso», i partiti hanno perso. È così?
Voglio sommessamente ricordare più della metà dei parlamentari sono stati eletti nel M5S e nella Lega salviniana, due forze che facevano campagna contro l’Europa e contro “il sistema”. Non ha perso la politica genericamente intesa, ha perso questa politica incapace prima di governare poi di trovare un accordo che tenesse insieme Quirinale e Palazzo Chigi.
Secondo lei Draghi al Quirinale era possibile, impossibile o poco augurabile?
Ho sempre pensato che non avrebbero eletto Draghi. Gli avevo suggerito di non fidarsi troppo. Draghi è il migliore presidente del Consiglio oggi possibile, per me, lo ripeto, il fatto che sia divenuto premier è stato un passo in avanti e non indietro da parte della politica.
Ora, con l’esplosione dei M5S e forse - forse - dello schieramento di destra, il governo Draghi è più forte o più debole?
Sta scoppiando proprio la contraddizione sulla valutazione del governo Draghi: il centrodestra si divide tra opposizione e governo, il M5S tra chi ha scelto Draghi, l’Europa, l’atlantismo e le riforme, da una parte, e dall’altra i nostalgici di un movimento anti-tutto, compresa l’Europa. E poi ci sono quelli, come noi, che hanno voluto Draghi con convinzione, lo sostengono perché sanno che i tempi sono difficili e che una guida europeista come la sua è una occasione politica da non sprecare. E sono pronti a sostenerlo anche oltre il 2023.
Draghi oltre il 2023 che significa? Che lui dovrebbe lanciarsi in politica, come fece Monti?
Per carità di dio.
Allora che qualcuno lo indichi premier anche “a prescindere” dal fatto che lui si voglia misurare nel voto?
Vedremo dalle elezioni. Non è escluso per esempio che finiamo in un’altra impasse come quella in cui siamo già finiti due o tre volte. Dipende dalla legge elettorale, ma come ho detto non credo che sarà cambiata. Teniamo presente che possiamo evitare di mandarlo ai giardinetti, visto che è una risorsa ultrapreziosa e fondamentale per il nostro paese
I referendum sulla giustizia “aiuteranno” la ministra Cartabia e il governo, oppure no?
I referendum sono i referendum, li ho sottoscritti in quanto “referendum Pannella Tortora”, nel senso che molti ripropongono esattamente quelli portati avanti dai radicali. È una spinta nella direzione di una riforma liberale della giustizia, e in questo senso anche un aiuto al governo. E se la maggioranza frena, per fortuna ci saranno i referendum. Noi saremo per tutti sì, a partire dai quesiti su eutanasia e cannabis. Gli altri partiti? Non pervenuti.
Una maggioranza europeista - Ursula, per capirci - è all’orizzonte? In realtà al parlamento europeo già non c’è più, con l’elezione di un vicepresidente dell’Ecr, il raggruppamento di Giorgia Meloni.
Mah, le formule lasciano un po’ il tempo che trovano. Comunque: oggi non la vedo, ma la auspico se è per sostenere Draghi oggi e domani. Per questo siamo pronti a lavorare.
Crede all’“agenda Mattarella”, ovvero che il parlamento abbia un sussulto di orgoglio e faccia il suo su una serie di temi non di competenza stretta del governo?
Un parlamento attento e rispettoso della parole di Mattarella dovrebbe prima di tutto sostenere il governo Draghi, le sue riforme, come quella del Consiglio superiore della magistratura. E poi, ad esempio, occuparsi fattivamente di carcere, sapendo che troverà nella ministra una persona attenta e seria.
Per esempio sull’accoglienza e sui migranti: tanti applausi al presidente Mattarella, e anche al papa, ma all’orizzonte non c’è una nuova legge. O sulle carceri: le parole di Mattarella sembrano il bis di quelle di Napolitano, applaudite e dimenticate. O sono troppo pessimista?
Appunto, sulle carceri serve la spinta del parlamento, proprio per tenere fede almeno ad alcuni di quegli applausi. E poi magari dare finalmente il via alla Commissione indipendente sui diritti umani, visto che siamo praticamente l’unico paese europeo che non l’ha ancora istituita. Queste due cose in fine legislatura sarebbero già importanti. Il papa sui migranti ha detto quello che dice da sempre, inascoltato anche lui.
A proposito: un papa ospite di un talk, che dice cose di buon senso sui migranti. Inascoltato, dice lei. Francesco è così irresistibile? Che ne è del suo antico anticlericalismo radicale?
Nel mondo radicale io sono la meno sensibile a questioni religiose, certo assai meno di Marco Pannella, Gianfranco Spadaccia, Lorenzo Strik Lievers. È un campo che non mi ha mai interessato. Però, evidentemente non su tutti i temi, ma su questo così importante per il nostro futuro, papa Francesco è un super alleato. Non per me, ma per i milioni di cattolici sparsi per l'Italia e oltre. Poi continueremo a litigare su quasi tutto il resto.
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