Un’impennata di adesioni, anche grazie agli appelli di Zerocalcare e Ghali, ha mandato in down la piattaforma governativa che ha ripreso a funzionare dopo ore
Un dow della piattaforma governativa ha impedito la raccolta firme per alcune ore.
Dopo i primi giorni andati a rilento nel fine settimana, infatti, la campagna referendaria sulla cittadinanza ha avuto un boom di adesioni. Negli ultimi tre giorni sono state raccolte circa 100mila firme, anche grazie alla mobilitazione di numerosi personaggi pubblici da Matteo Garrone, a Ghali, Zerocalcare e Kasia Smutniak.
«La campagna stava viaggiando a un ritmo di 10mila firme all’ora – ha denunciato il segretario di +Europa Riccardo Magi dai canali del partito - quando la piattaforma pubblica per la raccolta firme del ministero è andata in tilt per i troppi utenti».
«Resta però gravissimo – ha sottolineato Magi - che una piattaforma governativa, pensata per questo obiettivo, non riesca a tenere il flusso delle firme di queste ore».
L’obiettivo del referendum sarebbe di modificare l’articolo 9 della legge n.91/1992 per ridurre da dieci a cinque gli anni di soggiorno legale richiesti dallo Stato per poter avanzare la domanda di cittadinanza. In Italia la legge è stata così fino al 1992 quando la legge n.91 ha introdotto una penalizzazione per cittadini extra Unione europea. Secondo le stime, grazie a questa modifica, sarebbero coinvolte con effetto immediato circa 2 milioni e 500mila persone.
Oltre a +Europa, promotore attivo del referendum, altri leader di partiti hanno dato il loro appoggio pubblico al quesito referendario. La segretaria del partito democratico Elly Schlein aveva dato la sua adesione già dieci giorni fa. Poche ore fa anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha parlato a favore dicendo: «Mi farebbe piacere che il popolo delle Enews desse un aiuto a raggiungere l’obiettivo. Io firmerò online. Se vi va fatelo anche voi, grazie».
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