Abolito il Reddito di cittadinanza mentre arriva nuova flessibilità sui contratti e un aumento in busta paga, almeno fino a novembre. La premier sfida i sindacati nel giorno della festa dei lavoratori, ma evita la conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri
Il Consiglio dei ministri è slittato da agenda alle 11, di un’ora rispetto alla prima convocazione, ed è partito alle 11:35. Così intorno alle 13 è stato approvato il “decreto Lavoro” o “decreto Primo maggio”, dalla data del via libera che ha portato le critiche dei sindacati.
Dopo l’approvazione, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, invece di tenere una conferenza stampa e rispondere alle domande dei giornalisti, ha deciso di pubblicare un video.
In piedi davanti alla telecamera rivendica le misure: «Io sono fiera che il governo abbia scelto di celebrare il primo maggio con i fatti, e non con le parole. E credo fosse dovuto un ulteriore sostegno a una economia che, pur in un momento di difficoltà, ci sta dando grandi soddisfazioni con una crescita, quella italiana, stimata nei prossimi mesi, superiore a quella della altre nazioni europee. Avanti così».
Come annunciato è stato approvato il nuovo “Assegno di inclusione” che andrà a sostituire dal 2024 il Reddito di cittadinanza. Nel decreto è poi presente il taglio del cuneo fiscale – che sarà più consistente per i redditi sotto i 25 mila euro e poi fino a 35 mila euro -, e l’ampliamento fino a 3mila euro dei fringe benefit, cioè i bonus aziendali non tassati per le famiglie con figli.
Si semplifica poi l’uso dei contratti a termine «per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva» o «per sostituire i lavoratori».
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha confermato all’uscita dal Consiglio dei ministri, che ci sarà un fondo per gli studenti morti durante i percorsi formativi.
La bozza
Il testo dovrà andare in Gazzetta Ufficiale. L’ultima bozza che pubblichiamo in versione integrale, è datata 30 aprile «ore 2.00» e riporta nei primi articoli le modalità di erogazione del nuovo Assegno di inclusione che andrà a sostituire il Reddito di cittadinanza dal 2024.
Risultava «in fase di valutazione al Mef», quindi al ministero dell’Economia, l’estensione della soglia per i contratti di prestazione occasionale nel settore del turismo e la possibilità di assumere con contratto di apprendistato sopra i 29 anni, anche sopra i 40 ma se disoccupati.
Nell’ultimo articolo, viene fissata la proroga del cosiddetto “decreto Calabria” che prevede Roberto Occhiuto come commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo del debito sanitario regionale, e commissari per le Aziende sanitarie provinciali e ospedaliere.
Il nuovo assegno
Il nuovo assegno di inclusione secondo l’ultimo testo sarà erogato ai nuclei familiari che hanno componenti con disabilità, minori, e persone di più di 60 anni.
Per ottenerlo la famiglia dovrà avere un reddito inferiore a 6000 euro, con un moltiplicatore differenziato fino a 2,3 volte, legato ancora una volta alla presenza di familiari con disabilità o non autosufficienza, membri con più di 60 o bambini.
L’importo base fissato è di 500 euro al mese, cumulabile con un contributo affitto fino a 280 euro per un massimo di 18 mesi. Dopo un mese di stop la misura potrà essere rinnovata per altri 12 mesi.
L’esecutivo, oltre alla condizione di fragilità come punto di partenza imprescindibile, ha messo anche una serie di paletti: nessun membro del nucleo familiare deve possedere un patrimonio immobiliare di più di 150 mila euro, non devono essere intestatari di di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore ai 250 cc immatricolati nei tre anni precedenti. Nessuno deve possedere barche e, infine, per il richiedente non ci devono essere misure cautelari personali, misure di prevenzione, né condanne definitive nei dieci anni prima della richiesta.
Assunzioni
Ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’Assegno di inclusione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, pieno o parziale, o anche mediante contratto di apprendistato, è riconosciuto, per un periodo massimo di dodici mesi, l’esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro. Invece chi assumerà con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o stagionale, pieno o parziale, è riconosciuto, per un periodo massimo di dodici mesi e comunque non oltre la durata del rapporto di lavoro, l’esonero dal versamento del cinquanta per cento.
Per agevolare le assunzioni di chi non sarà beneficiario dell’Assegno dai 18 ai 59 anni è previsto dal 1° settembre 2023 uno “Strumento di attivazione” per corsi di formazione dell’importo mensile di 350 euro.
I rinnovi dei contratti a termine
Sui contratti a termine, viene allentata la stretta operata dal cosiddetto decreto Dignità, con nuove ragioni che giustificano il proseguimento dopo i primi 12 mesi del contratto a termine «a causale». Il contratto a tempo determinato può proseguire oltre i 12 mesi per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti o in sostituzione di altri lavoratori. La scadenza temporale del 31 dicembre 2024.
© Riproduzione riservata