- L’ex leader Cgil, oggi senatrice e commissaria del Pd di Caserta: «L’idea in Campania è che il partito sia personalizzazione e liste civiche non va bene. Il presidente si confronti».
- «Non capisco perché usi l’iniziativa contro l’autonomia differenziata per la polemica interna. Salvo che non pensi che siccome siamo minoranza dobbiamo stare zitti».
- «Sì al salario minimo, non stupisce che Renzi dica no, il Jobs act è l’approccio opposto al tema del lavoro. Personalmente non sarò alleata di Renzi, ma le alleanze non sono una questione personale. Ma il senatore sembra interessato a ricostruire un centro della destra, non un nuovo centrosinistra».
Susanna Camusso, ex leader Cgil, senatrice Pd e ora commissaria del partito a Caserta. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca attacca i commissariamenti. Si è fatta un’idea del perché?
roverei a non farne una questione psicologica. In Campania si è progressivamente oscurata la presenza e la rappresentanza del partito, con l’idea che sono meglio le liste civiche, la personalizzazione e il legame con i singoli personaggi; e che la rappresentanza politica si esaurisca nelle liste e negli eletti. Tutto questo ha trasformato un partito, che deve essere rappresentanza e linea politica, in pura gestione del potere. Mettere in discussione questo, cosa che ha fatto non solo la segretaria Elly Schlein e tutta la discussione congressuale, significa mettere in discussione un assetto di potere. Da qui, evidentemente, nascono i nervosismi.
Avete scoperto irregolarità nel tesseramento casertano?
Le aveva già valutate la commissione di garanzia. La funzione del commissario è rilanciare il partito su basi di trasparenza, per aprire una nuova pagina, non fare il processo alla storia precedente. Il lavoro che sto facendo a Caserta è incontrare il territorio, riparlare con le persone, favorire l’ingresso nel Pd di chi ha partecipato alle primarie e vuole interloquire con un partito politico, non con un potere personalizzato, e disgregato.
Ma De Luca e il Pd dialogano a colpi di interviste ed esternazioni?
Il presidente ha incontrato il commissario regionale e la segretaria. Io sono a Caserta. Certo, preferirei che su una serie di vertenze su cui abbiamo chiesto il confronto, per esempio con l’assessore regionale al lavoro, che questo confronto avvenisse. Anche perché l’idea che non ci sia una relazione politica fra l’attività di governo della regione e la rappresentanza, a me sembra una vera stranezza.
Perché ha firmato una lettera contro De Luca sugli allevatori di bufale, insieme agli esponenti della destra?
Il presidente sa che gli eletti del territorio hanno espresso disagio di fronte al fatto che una convocazione del governo è stata disattesa dalla regione. Non va bene. Se una delle attività economiche più importanti della provincia di Caserta è in difficoltà, il nostro dovere di partito è confrontarci. E siccome c’era un ordine del giorno già approvato da tutte le forze politiche, abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere che c’è bisogno di trovare soluzioni condivise. Quelle trovate finora hanno determinato una grave crisi per gli allevatori
Quelli che lei chiama “poteri personalizzati” nel Pd, e che la segretaria chiama cacicchi e signori delle tessere, metteranno in difficoltà Schlein?
No, va in difficoltà chi non vede che c’è nuova vita nel Pd campano, che mette in discussione il modello politico della personalizzazione.
L’autonomia differenziata ormai è contestata anche da molti costituzionalisti. Qualcuno anche nel Pd si era illuso su questa legge, come De Luca?
Gli abbandoni della commissione per i Lep dimostrano che il ddl Calderoli non va bene. Mi lasci dire che non capisco perché l’autonomia sia utilizzata da De Luca per una polemica interna. Salvo che non pensi che siccome siamo minoranza dobbiamo stare zitti. Ma questo non è dato in politica. Peraltro l’Anci del Mezzogiorno, l’associazione dei comuni, è guidata dal sindaco di Caserta, e il consiglio comunale di Caserta è stato fra i primi ad approvare una mozione contro il ddl. In Campania i cittadini sono preoccupati. Davvero non capisco la polemica su iniziative che tengono viva questa discussione.
Ma la maggioranza ha i numeri sull’autonomia. Proprio come sul salario minimo. Sul quale quasi tutte le opposizioni si sono unite su una proposta. A proposito, perché non tutte le opposizioni?
Intende perché non Italia viva? Non sono stupita che chi ha voluto il Jobs act sia poco interessato al salario minimo. Ha un approccio opposto al tema del lavoro. Ma questa defezione non sminuisce l’importanza di aver costruito una proposta unitaria.
Anche la Cisl non è d’accordo con la vostra proposta.
La nostra proposta parte dall’art. 36 della Costituzione, che è anche il fondamento della contrattazione, e dice che a ogni lavoro deve corrispondere una retribuzione adeguata e che permetta una vita dignitosa. La nostra proposta non indebolisce la contrattazione, ma bisogna guardare a quello che succede oggi nel mondo del lavoro. Bisogna contrastare i contratti pirata, pensare ai lavoratori delle piattaforme che non trovano una sponda nei contratti nazionali. Il testo è uno strumento di sostegno alla contrattazione, la Cisl fatica ad accettarlo.
Ma non passerà, Meloni è contraria al salario minimo.
Mi vengono in mente due cose: una è che questa sistematica volontà di portare l’Italia fuori dall’Europa è dannosa per l’Italia, basta guardarsi intorno per scoprire che il salario minimo non è una prerogativa delle sinistre. In Germania l’ha fatto la cancelliera Merkel, non una «pericolosa cubana». La seconda cosa: se ci rimettiamo alla logica dei numeri, l’opposizione che deve fare, andare in vacanza? La sfida, per il Pd, anche quello della Campania, è ricostruire la connessione con la società, con la mobilitazione, che è quello che ha permesso al movimento dei lavoratori di conquistare dei diritti. Se guardavano solo ai numeri non ottenevano neanche il diritto di voto.
Una delle missioni di Schlein è costruire alleanze per battere la destra. Susanna Camusso, quella accusata di voler mettere il gettone nell’iPhone, finirà alleata di Matteo Renzi?
Se è una domanda personale, personalmente rispondo no. Ma non è una una questione personale. E comunque a me pare che il senatore Renzi stia prendendo un’altra traiettoria, sia interessato a ricostruire un centro della destra che non un nuovo centrosinistra. Ci misureremo su questo.
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