Il video di due anni fa del candidato di Azione Pasquale del Prete, ritrovato dal Giornale, sta circolando in queste ore. Dal palco urlava: «Insieme a Enzo del Prete ci hanno accusato di essere camorristi». Enzo del Prete era sindaco della giunta di Frattamaggiore commissariata per infiltrazioni nel 2001, non furono indagati. Il partito di Matteo Renzi spiega di non aver partecipato alla scelta e di non essere informato
«Sono fiero di essere camorrista». Una frase di poche parole pronunciata dal candidato di Azione, Pasquale del Prete, che ha gettato un’ombra sulle liste di Carlo Calenda già funestate dalla candidata filo Putin all’insaputa del leader del partito del Terzo Polo. Il video, ritrovato dal Giornale, sta circolando in queste ore e sta facendo molto discutere. L’affermazione riguarda lo scioglimento del comune di Frattamaggiore, per cui del Prete non risultò indagato. Nel pomeriggio è arrivata la precisazione del partito: «Era chiaramente una provocazione».
La vicenda
Dal palco il politico, vicesegretario provinciale di Azione, urlava: «Insieme a Enzo del Prete ci hanno accusato di essere camorristi. Sono fiero di essere camorrista insieme a Enzo Del Prete». Le parole, spiega il quotidiano, erano state pronunciate durante la campagna elettorale per le comunali nel comune Frattamaggiore, in provincia di Napoli, nel 2020.
Enzo (ovvero Vincenzo) del Prete è l'ex sindaco di Frattamaggiore la cui amministrazione era stata commissariata nel 2001 per infiltrazioni della camorra. Il provvedimento era stato confermato da una doppia sentenza: Tar e Consiglio di Stato, e nel 2002 sono seguite le dimissioni della maggioranza di consiglieri, che hanno portato allo scioglimento.
Nessuno dei due risultò indagato. Nell’atto pubblicato in gazzetta ufficiale si legge: «Da atti giudiziari emessi nel 1999, sfociati nell'adozione di misure di custodia cautelare, relativamente alle indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, emergono qualificanti elementi indiziari del rilevato condizionamento, risalenti alla fase preelettorale, durante la quale si sarebbero consolidati i legami con esponenti della locale criminalità». Viene spiegato che «una fitta ed intricata rete di parentele, affinità, amicizie e frequentazioni è stato il contesto nel quale taluni amministratori si sono legati ad esponenti vicini alle organizzazioni criminali locali, i quali, in tal modo, si sono inseriti negli affari dell'ente, strumentalizzandone le scelte e sottomettendole ai propri interessi».
Pasquale del Prete, che non ha mai avuto a che fare con atti giudiziari relativi a quella vicenda, faceva parte della giunta di allora e di cui fino a due anni fa rivendicava l’appartenenza.
La nota di Azione
Nel pomeriggio è arrivata una precisazione di Azione: «Pasquale Del Prete si impegna da quasi 30 anni per il suo territorio.
In queste ore è stato ripreso e rilanciato estrapolandolo da qualsiasi contesto uno stralcio di un video del suo comizio conclusivo delle elezioni amministrative 2020». Per il partito «è del tutto evidente che non si stava certo vantando di essere un malavitoso. Si trattava, al contrario, di una risposta provocatoria alle accuse dei suoi avversari politici i quali, anziché soffermarsi sui programmi, contestavano, dopo circa 20 anni, l’episodio dello scioglimento dell’amministrazione comunale avvenuta nel 2001, che aveva coinvolto Enzo Del Prete, all’epoca Sindaco, e di riflesso lui in quanto giovane assessore».
E proseguono dicendo che la cosa finì nel nulla: «Dopo più di un ventennio, Pasquale Del Prete (consigliere comunale) e lo stesso Enzo Del Prete (che tra le altre è cose è padre dell’attuale sindaco di Frattamaggiore) non sono stati oggetti d’indagini o destinatari di provvedimenti giudiziari e hanno proseguito, il loro impegno politico».
L’episodio per Azione è dunque così riassumibile: «Pasquale Del Prete che provocatoriamente e con enfasi sottolineava che se Enzo Del Prete era un camorrista, era 'fiero' di esserlo come lui, perché in tal caso significava che la camorra non esisteva affatto. Si tratta dunque di una polemica priva di qualsiasi fondamento». conclude l’ufficio stampa.
L’alleato non sa niente
I renziani non dicono nulla. L’ufficio stampa del partito di Matteo Renzi, Italia viva, alleato di Calenda per la corsa elettorale del 25 settembre, risponde a Domani: «Non siamo informati sui loro candidati», dal partito spiegano che non hanno partecipato alla scelta dei loro nomi.
Angelo Bonelli, coportavoce di Europa Verde e parte della coalizione del Pd abbandonata da Azione, ha commentato: «Il modo di scegliere i candidati di Calenda è imbarazzante».
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