- «Il green pass è uno strumento giusto e necessario, ma più complesso da applicare. Serviva l’obbligo vaccinale. l contenziosi rischiano di essere una via di fuga. No ai tamponi gratis, si dà un vantaggio a chi rifiuta la puntura».
- «È giusto aver convocato il sit in unitario di risposta all’aggressione fascista. Ma è importante farlo nel rispetto delle regole e con rigore. Non dare pretesti».
- «Non bisogna dare vantaggi a chi scientemente rifiuta la vaccinazione. La strada da percorrere è scoraggiare e penalizzare».
«La manifestazione dei sindacati, sabato (alle 14 a Roma in piazza San Giovanni, ndr) sarà impegnativa e difficile da gestire. Perché il 16 ottobre è il giorno dopo il 15. Cioè in quel giorno si misureranno gli effetti della prima applicazione del green pass, una scadenza a cui il governo arriva con tempi stretti e molta confusione: annunci, proposte, ipotesi poi cambiate. È possibile che il clima sia condizionato da questa confusione, e che sia utilizzato dagli oppositori del green pass per protestare. Anche nelle forme inaccettabili che abbiamo visto sabato scorso».
Sergio Cofferati è stato europarlamentare e sindaco di Bologna, ma prima e soprattutto è stato segretario generale della Cgil, dal 1994, dopo Bruno Trentin. Nel 2002, prima di lasciare, tre milioni di persone riempirono il Circo Massimo di Roma contro l’ipotesi del governo Berlusconi di cancellare l’art.18 dello statuto dei lavoratori.
Pericoloso convocare la piazza?
È giusto averla convocata. L’aggressione è stato un atto fascista, è giusta una risposta unitaria. Ma è importante farlo nel rispetto delle regole e con rigore. Non dare pretesti.
Perché Forza nuova ha attaccato la Cgil? Non dovreste mandare a questi un mazzo di rose per aver identificato nel sindacato il nemico numero uno delle destre?
La Cgil è storicamente il soggetto più rappresentativo del lavoro, e per questo anche della sinistra. Poi in Italia il sindacato, proprio perché confederale, ha una dimensione generale della rappresentanza, anche fuori dal luogo di lavoro. Rappresenta e difende i diritti individuali e collettivi, temi fondativi di una democrazia. Chi vuole minare la democrazia ce l’ha con il sindacato.
Sembra paradossale: il leader Cgil Landini è scettico sul green pass, tanto da essere accusato di intelligenza con i No-vax.
Quelli dei No-vax e dei No-pass sono solo pretesti.
Cosa ha sbagliato il governo sul green pass?
Sarebbe stata più utile una legge per rendere obbligatoria la vaccinazione, come per gli alunni delle scuole dell’obbligo. Più semplice da governare e da sanzionare. Il green pass è uno strumento giusto e necessario, ma più complesso nella sua applicazione. Il governo non ha avuto la tempestività di ragionare su cosa avrebbe prodotto. Ci sta arrivando, ma in ritardo.
Landini chiede che i tamponi per i non vaccinati siano gratis. Anche Grillo. Il ministro del lavoro e Letta dicono no. Chi ha ragione?
Non credo che sia utile rendere gratuiti i tamponi. Al di là delle intenzioni, si dà un vantaggio a chi scientemente rifiuta la vaccinazione. La strada da percorrere è scoraggiare e penalizzare. Anche per questo serve il vaccino obbligatorio per legge. La legge è uguale per tutti, l’uso del pass ha bisogno di una serie di normative molto articolate per non creare discriminazioni. E il contenzioso che si può aprire rischia di essere una via di fuga.
Lei, da capo Cgil, si è confrontato con i premier Ciampi, Amato, D’Alema e Berlusconi. Com’è Draghi come interlocutore dei sindacati?
Non lo so, ma si vede che non ha ostilità verso la rappresentanza sociale. Cosa importante ma non sufficiente. Dovrebbe fissare una modalità di confronto preventivo sui grandi temi.
Nostalgia della concertazione?
Non la chiami così perché sennò troppi strillano.
Come giudica una riforma del catasto che non fa pagare di più nessuno, né di meno?
Una cosa difficile da capire. Una riforma del catasto va fatta, non è semplice, ma per incidere sulla redistribuzione del reddito verso i più deboli il catasto è uno strumento che, accompagnato alla riforma fiscale, può aiutare l’equità.
Il centrosinistra vince le amministrative. Il vagheggiato Nuovo ulivo funziona prima di nascere?
Attenzione ai dati: il centrodestra ha perso le elezioni ma il centrosinistra non ha aumentato i voti. Quindi deve lavorare per estendere il suo consenso, e non dare per scontato che per vincere basta che gli altri sbaglino. Bisogna riproporre come fondamenti di un governo progressista i temi che abbracciano i valori della sinistra, anche nelle declinazioni nuove. Ed è importante riunificare, considerando le differenze come potenziali valori.
Riunificare Pd, sinistra, M5s, Calenda e Renzi?
Calenda e Renzi mi pare stiano cercando uno spazio al centro.
E non è vitale per la sinistra allearsi con il centro?
Sì, purché sia un centro che guardi a sinistra.
L’insorgenza delle fascisterie compatterà fa bene al centrosinistra?
Le cose che non fanno bene al paese non fanno bene neanche alla sinistra.
Il segretario del Pd Letta va nella direzione giusta?
Letta ha dimostrato coraggio e senso di responsabilità tornare da Parigi per accettare di fare il segretario del Pd. Sta lavorando con molta determinazione. Mi ha colpito una cosa che ha detta a proposito della sua esperienza francese. Perché penso che la persona che alla sinistra europea ha dato le indicazioni più sagge, non recepite, è stato Jacques Delors (della fondazione Delors Letta è rimasto presidente onorario, ndr).
Lei nel 2003, da leader Cgil, ha chiamato tre milioni di persone in piazza contro la cancellazione dell’art.18. Una vetta inarrivabile per una manifestazione sindacale dell’era moderna.
Fu un momento importante perché riproponeva il valore dei diritti. Non era solo contro la cancellazione dell’art.18 che Berlusconi minacciava, ma contro quello che sarebbe venuto dopo. I diritti individuali e collettivi garantiscono la dignità. Le questioni materiali senza il riconoscimento di quei diritti non bastano.
L’art.18 fu poi cancellato da Renzi nel 2015. Si racconta su consiglio di Draghi.
Alla luce dei danni fatti, spero che ci abbia ripensato, l’uno e se è vero anche l’altro.
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