Le associazioni delle famiglie delle vittime delle mafie e del terrorismo una settimana fa hanno detto no con una lettera alla parlamentare vicina a Giorgia Meloni per i suoi rapporti con l’ex Nar, Colosimo invita le associazioni e dice (con un lapsus) di aver conosciuto il «presunto Ciavardini» perché lavorava con i detenuti. Non votano la presidente M5s e Pd: «Se il nome non cambia - aveva detto Enza Rando, responsabile legalità del Pd appena entrata in commissione – usciamo dall’aula»
Fratelli d’Italia non vuole cedere, la candidata del centrodestra per la presidenza della commissione parlamentare Antimafia è rimasta Chiara Colosimo, che è stata eletta presidente con 29 voti. Presenti e votanti solo 34.
Pd e M5s non hanno partecipato al voto per la presidente. La commissione, istituita il 2 marzo, è stata convocata solo il 23 maggio, nel giorno del XXXI anniversario della strage di Capaci: «Se il nome non cambia- aveva detto Enza Rando, responsabile legalità del Pd appena entrata in commissione – usciamo dall’aula».
Le associazioni delle vittime delle mafie e del terrorismo una settimana fa hanno detto no con una lettera alla parlamentare vicina a Giorgia Meloni: «Rimaniamo sbigottiti e increduli di fronte a questa prospettiva. Grazie alla trasmissione “Report” sono ormai pubblici i rapporti tra la suddetta deputata di Fratelli d’Italia e il terrorista dell’eversione di destra Luigi Ciavardini», ex Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), condannato definitivamente per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista e del magistrato Mario Amato (che aveva preso in mano le indagini del collega Vittorio Occorsio – assassinato dal terrorista neofascista Pierluigi Concutelli – sui legami tra destra eversiva, P2 e apparati dello Stato)» e condannato per la strage di Bologna costata la vita a 85 persone.
Dopo l’elezione Colosimo ha invitato le famiglie in commissione e ha detto di conoscere il «presunto Ciavardini (evidente lapsus) così come lo conoscono moltissimi altri perché lui aveva un associazione che si occupa come da articolo 27 della Costituzione di reinserimento dei detenuti».
Dafne Musolino, di Sud chiama Nord il partito di Cateno De Luca, ha ottenuto 4 voti, appoggiata dal collega Francesco Gallo e da Azione e Italia viva: Raffaella Paita e Giuseppe Castiglione. Una scheda bianca.
I parlamentari del Movimento 5 stelle avevano annunciato lo strappo la sera prima, invece quelli del Pd hanno tentato fino all’ultimo, l’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, teme che la partenza con questa mancanza di collaborazione e in ritardo, non sia un buon programma per la commissione. «Diciamo che il tema sino qui non è stato una priorità se non nelle ricorrenze».
In generale «vedo il rischio di una sottovalutazione, nonostante i richiami di chi indaga sul fenomeno. I grandi investimenti pubblici programmati, è stato detto, rischiano di essere preda delle mafie». Diversamente dal passato «siamo disponibili a votare un esponente di maggioranza purché sia condiviso. Sarebbe un segnale importante costruire le condizioni per un voto unitario. Attendiamo una risposta. Se sarà negativa proporremo alle altre forze di opposizione di tenere una posizione comune che sia segno della fermezza».
Colosimo, nel suo discorso si è detta commossa e ha detto che affronterà il suo ruolo con «dignità e onore». Ha poi ricordato il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e la loro scorta uccisi il 23 maggio 1992, le vittime delle mafie del terrorismo, e il giudice Paolo Borsellino: «Abbiamo il solenne impegno di combattere la solitudine degli uomini e delle donne di giustizia».
Vicepresidenti e segretari
La stessa Colosimo ha partecipato allo spoglio per poi prendere le redini per l’elezione dei vicepresidenti, quando i parlamentari di Pd e M5s sono comunque rientrati per votare. Eletti Mauro D’attis di Forza Italia e Federico Cafiero De Raho del Movimento 5 stelle, rispettivamente con 29 e 13 voti. Quattro schede bianche.
Segretari Anthony Barbagallo del Pd (13 voti) e Antonio Iannone di Fratelli d’Italia (30), il partito di Meloni è tornato a prendersi la sua maggioranza, nulla ai renziani che si sono “contati” insieme ai parlamentari di De Luca. Votanti 47.
© Riproduzione riservata